di Patrick Cockburn.
Tutte le volte che vengo in Siria mi stupisco di quanto la realtà sia
 differente dalla maniera in cui essa viene dipinta nel mondo esterno. 
La rappresentazione estera della guerra in Siria è certamente tanto 
distorta e fuorviante quanto niente di simile dall’inizio della Prima 
Guerra mondiale.
Non riesco a pensare a nessun’altra guerra o crisi che 
io abbia seguito in cui le fonti propagandistiche, parziali o di seconda 
mano, siano state così prontamente accettate dai giornalisti come 
fornitrici di fatti oggettivi.
Come risultato di tali distorsioni, i politici, e parimenti spettatori
 di trasmissioni o lettori di giornali occasionali, non hanno mai avuto 
una chiara idea su quanto stia capitando in Siria da due anni a questa 
parte.
Ancora peggio, i piani a lungo termine sono basati su tali 
malintesi. Un report sulla Siria pubblicato la scorsa settimana da International Crisis Group
 a Bruxelles afferma che “divenuti certi di una rapida vittoria, gli 
alleati stranieri dell’opposizione sono scivolati in una concezione 
pericolosamente separata dalla realtàâ€.
Gli slogan sostituiscono le politiche: i ribelli sono dipinti come i 
buoni, mentre le truppe governative come i cattivi; dategli più armi, 
l’opposizione potrà, presumibilmente, ottenere la vittoria decisiva; 
posto sotto un’appropriata pressione militare, il presidente Bashar 
al-Assad acconsentirà a quelle negoziazioni per cui come pre-condizione 
vi è la capitolazione del suo schieramento.
Uno dei maggiori 
inconvenienti di questa retorica demonizzante, che la nuova consulente 
per la sicurezza nazionale americana, Susan Rice, nonché William Hague si 
permettono di compiere, è quello di escludere la possibilità di giungere a serie
 negoziazioni e compromessi con chi giungerà al potere in Damasco. E dal
 momento che Assad controlla la maggior parte della Siria, Rice e Hague 
hanno ideato la ricetta per una guerra infinita, fingendo al contempo 
preoccupazioni di tipo umanitario per il popolo siriano.
È difficile provare la verità o la falsità di ogni generalizzazione 
sulla Siria. Ma basandomi sulla mia esperienza di questo mese, avendo 
viaggiato nella Siria centrale, tra Damasco, Homs e la costa 
mediterranea del Paese, mi è possibile dimostrare quanto i servizi 
mediatici differiscano notevolmente da quanto sta realmente accadendo. 
Soltanto comprendendo e trattando con l’attuale equilibrio di forze sul 
terreno qualche progresso verso la cessazione delle violenze potrà 
essere compiuto.
Martedì (25 giugno, n.d.t.) sono stato a Tal Kalakh, una cittadina di
 55.000 abitanti, poco a nord del confine con il Libano, una volta 
roccaforte dell’opposizione. Tre giorni prima le truppe governative 
hanno conquistato la città e 39 capi dell’Esercito Siriano di 
Liberazione (ESL) hanno deposto le armi. Parlando con comandanti 
dell’esercito siriano, con un disertore dell’ESL e la popolazione 
locale, risulta evidente che non vi è stato un repentino capovolgimento 
dalla guerra alla pace. Piuttosto, c’è stata una serie di tregue e di 
cessate-il-fuoco, condotte su iniziativa di alcuni cittadini di Tal 
Kalakh lungo il corso dell’anno precedente.
Ma nello stesso periodo in cui mi trovavo là, Al Jazeera-Arabia 
riportava di combattimenti in città, tra l’esercito siriano e 
l’opposizione. Del fumo stava presumibilmente provenendo da Tal Kalakh 
come segno della lotta dei ribelli per difendere la propria fortezza. 
Fortunatamente, tale versione si rivelò pura fantasia e, durante il 
lungo tempo che passai in città, non ci fu alcuno sparo, nessun segno di
 lotta né di fumo.
Di certo ogni schieramento in una guerra finge di non perdere alcuna 
posizione senza una difesa eroica contro una schiacciante presenza del 
nemico. Ma gli offuscati servizi su quanto avvenne a Tal Kalakh 
marcarono un punto importante: in Siria l’opposizione è inconsistente 
nei suoi giuramenti di fedeltà. Gli USA, la Gran Bretagna e i cosiddetti
 11 “Amici della Siriaâ€, incontratisi a Doha lo scorso week end, 
forniranno armi ai ribelli fondamentalisti non islamici, ma non c’è 
alcuna chiara distinzione tra loro e coloro che non sono legati ad 
Al-Qaeda. È stato riferito che un combattente, affiliato di Al-Qaeda del
 fronte Al-Nusra, abbia disertato a favore di un gruppo più moderato 
perché non poteva più resistere senza sigarette.
I fondamentalisti 
pagano di più e, dato il generale impoverimento di così tante famiglie 
siriane, i ribelli saranno sempre più appetibili per arruolarsi. “I 
soldi contano molto più che l’ideologiaâ€, mi ha detto un diplomatico a 
Damasco.
Mentre ero a Homs ebbi un esempio del perché la versione degli eventi
 raccontata dai ribelli è così spesso accettata dai media esteri, 
preferendola a quella del governo siriano. Può risultare di parte, a 
favore dei ribelli, ma spesso non c’è una versione degli eventi resa dal
 governo, così da creare un vuoto, riempito successivamente dai ribelli.
 Ad esempio, chiesi di andare in un ospedale militare nel distretto di 
al-Waar ad Homs e ottenni il permesso, ma quando arrivai là mi venne 
negato l’accesso. Ora, i soldati feriti negli scontri contro i ribelli 
sono, con buona probabilità, eloquenti e persuasivi sostenitori del 
governo (ho visitato un ospedale militare a Damasco e parlato con 
soldati feriti ricoverati). Tuttavia, l’ossessiva segretezza del governo
 consentirà sempre che l’opposizione prevarichi quando si tratta di 
imbastire un caso convincente.
Di ritorno nel quartiere cristiano nella Città Vecchia di Damasco, 
dove sto al momento, ci fu un’esplosione vicino al mio hotel, giovedì. 
Mi recai sulla scena e quanto accadde dopo dimostra che non c’è spazio 
per versioni imparziali di testimoni oculari. La televisione di Stato 
stava denunciando che si era trattato di una bomba-suicida, 
probabilmente diretta alla Chiesa greca cristiano-ortodossa, o 
all’ospedale shiita, ancora più nelle vicinanze. Furono uccise quattro 
persone.
Ho potuto intravedere una rientranza del pavimento che mi sembrava 
verosimilmente esser dovuta all’impatto con una bomba mortaio. C’era 
poco sangue nelle immediate vicinanzae, nonostante ve ne fosse nove 
metri più in là. Mentre mi stavo guardando intorno, una seconda bomba 
esplose sul tetto di una casa uccidendo una donna.
L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, pro-opposizione, molto 
spesso utilizzato come fonte dai giornalisti stranieri, riferì più tardi
 che dalle sue investigazioni l’esplosione risultava essere causata da 
una bomba lasciata sulla strada. In effetti, per una volta, fu possibile
 sapere cosa accadde veramente grazie alle telecamere a circuito chiuso 
posizionate attorno all’ospedale shiita, le quali mostrarono la bomba da
 mortaio in aria, poco prima dell’impatto – i cui contorni vennero 
delineati per una frazione di secondo contro la maglia bianca di un 
passante ucciso dall’impatto. Quello che probabilmente avvenne fa parte 
del consueto bombardamento con i mortai da parte dei ribelli del vicino 
distretto di Jobar.
Nel bel mezzo di una feroce guerra civile rientra tra gli interessi 
personali la credulità dei giornalisti di ritenere che nessuna fazione, 
sia essa governativa o dei ribelli, non inventerà o manipolerà i fatti 
per asservire un proprio tornaconto. Ancora molta parte dei media esteri
 si basa su tale congettura.
L’intenzione della CIA e degli Amici della Siria di, in qualche modo,
 favorire la fine della guerra incrementando il flusso di armi è 
ugualmente assurda. La guerra produrrà soltanto maggior guerra. Il 
sonetto di John Milton, scritto durante la guerra civile nel 1648, in 
elogio al candidato parlamentare Sir Thomas Fairfax, che aveva appena 
assalito Colchester, dimostra una comprensione più profonda di cosa 
veramente sono le guerre civili, come niente che possa essere stato 
detto da David Cameron o William Hague. Egli scrisse:
30 giugno 2013
Traduzione a cura di Silvia De Michelis per il Centro Studi Sereno Regis
Titolo originale: Foreign media portrayals of the conflict in Syria 
are dangerously inaccurate 
http://www.independent.co.uk/voices/comment/foreign-media-portrayals-of-the-conflict-in-syria-are-dangerously-inaccurate-8679937.html