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di Michela Murgia.
Insegnanti di religione, perchè non vi si dovrebbe chiamare privilegiati, se lo siete?
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Dal dibattito con le insegnanti di religione suscitato da questo mio pezzo su Tiscali, è venuto fuori un approfondimento che può servire ad altri, e quindi gli do maggiore visibilità . L”origine del mio elenco è questa frase della professoressa Donatella Pileri: “Non intendo difendere la Chiesa che sa farlo benissimo senza di me, ma mi dispiace molto quando si parla della nostra materie di noi come se fossimo dei privilegiati, senza una cultura adeguata e usurpatori di altri posti di lavoro.“
2) lo siete perché prima che istituissero il concorso siete stati per decenni i soli ad avere un incremento biennale sullo stipendio pari al 2,50%, per gli anni di incarico annuale su nomina dell”ordinario diocesano, e ve lo siete ritrovato computato interamente una volta diventati stabili.
3) lo siete perché quelli di voi che sono ancora precari quell”incremento biennale ce l”hanno comunque, alla faccia degli altri precari, per il cui riconoscimento dei diritti la Cei non si è mai spesa.
4) lo siete perché nonostante la vostra sia una materia facoltativa, potete essere nominati presidenti di commissione d”esame del primo ciclo (con relativo trattamento economico) e addirittura formatori di altri insegnanti secondo concorsi interni, per esempio per quanto riguarda la diffusione e l”utilizzo delle avveniristiche LIM, un incarico che ovviamente permane anche in assenza dell”idoneità all”insegnamento.
5) lo siete perché se anche la curia vi ritirasse questa benedetta idoneità , quelli di voi che sono di ruolo possono passare ad insegnare altre materie e superare in punteggio colleghi entrati con regolare concorso. A chi altro mai succede di perdere cattedra e poter accedere a quella di un”altra materia senza passare dal concorso?
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