L'Elefantino insegnerà alla scuola dei giovani, già decrepiti, del Pd | Megachip
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L'Elefantino insegnerà alla scuola dei giovani, già decrepiti, del Pd

L'Elefantino insegnerà alla scuola dei giovani, già decrepiti, del Pd
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29 Novembre 2009 - 19.15


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ferraragiulianodi Alessandro Cardulli – dazebao.org.

Siamo in un centro congressi di Zola Pedrosa, a un tiro di schioppo da Bologna. In una sala davanti a centocinquanta giovani, ventinove anni l”età massima, provenienti da tutta Italia, c”è l”Elefantino, detto Giuliano Ferrara, ex comunista, per ragioni personali, da prima che il Pci spengesse i fari proprio partendo dal capoluogo dell”Emilia rosa, sezione della Bolognina.

Tiene una lezione di storia o meglio di “controstoria della seconda repubblica”, così perlomeno recita il titolo dell”erudita esibizione del laico che più di clericale di lui non c”è nessuno. A far compagnia al direttore del Foglio, corte berlusconiana con parvenza di una qualche autonomia perché ogni tanto offre i suoi consigli al premier, altri illustri storici, Sofia Ventura della Fondazione di Gianfranco Fini che, benemerita nel caso, ha lanciato la polemica sulle veline prestate alla politica. Fra gli “insegnanti” ancora uno di destra come il politologo Marco Tarchi,  lo storico Alberto Melloni e Carlo Freccero. Beh, direte, che c”è di strano.
Anche la destra ha diritto ad aprire una ” scuola” per i giovani, una scuola di partito come quelle organizzate  dal Pci, a partire dalla mitica Frattocchie, per scendere giù giù  per li  rami con le scuole decentrate nel territorio, l”Emilia e la Toscana in particolare. In effetti non si tratterebbe di una notizia se, appunto, non fosse che la ” scuola” e i giovani che vi partecipano è organizzata dal Partito democratico. Non sappiamo se prenderla a ridere o se, invece, piangere.
C”è qualcosa di comico, di ridicolo indubbiamente, in questa notizia diffusa dal Venerdì di Repubblica e non smentita. Già l”idea in sé è pagliaccesca. O peggio considera la politica un gioco di società, chiacchiera da salotto per pochi eletti. Una “provocazione” dice il segretario dei giovani del Pd. Un giovane già decrepito che ha sposato i vizi peggiori della politica spettacolo, quella che va di moda da troppi anni nel salottino di Vespa, ma anche in qualche salotto ” buono”. Non contano le idee, i fatti, i valori, conta la rissa magari, ognuno che cerca di gridare più forte dell”altro, il moderatore che sta a guardare pensando che così sale l”ascolto.
Ma il cittadino normale davanti al piccolo schermo non può che rafforzarsi nell”idea che la politica non serve a niente, non risolve i suoi problemi. Sempre più si sente estraneo ai partiti, risponde a pulsioni populiste, alla demagogia a buon prezzo. Il berlusconismo, insomma, nella sua edizione peggiore. Già vediamo la scena quando l”Elefantino si presenterà  nella sala del palazzo dei congressi emiliano. Farà il gigione, l”uomo di ampie vedute, quello pronto al confronto, magari anche a mettere in campo qualche magagna di questa seconda repubblica, per non apparire proprio un uomo della corte berlusconiana. Poi spiegherà il suo laicismo clericale, la sua genuflessione, per quanto può, nei confronti degli inquilini del Vaticano. Magari dimenticherà il caso Englaro, le offese sanguinose che dalla sua parte sono venute a questo “padre coraggio”. Si aprirà un bel dibattito, un confronto fra gentiluomini, mica brutale come è abituato a fare Di Pietro. Il segretario-già decrepito dei giovani del Pd, dirà la sua. Riccardo  Ricci Petitoni, questo il nome del già vecchio, ha spiegato che si tratta di “rileggere la storia attraverso punti di vista  differenti, con il contributo di grandi nomi che possono avere visioni inusuali”.
Non capiamo perché si deve rileggere la storia e perché si affidi a Ferrara, certo grande ma non di nome, questa rilettura. Tutti i giorni sul Foglio la si può leggere questa storia, brutta, che quel giornale berlusconiano contribuisce a creare. Alla luce della “scuola emiliana” del Pd si capisce perché i giovani non votano quel partito. Forse Bersani, emiliano doc, certo nel rispetto dell”autonomia dell”organizzazione giovanile, potrebbe dare un”occhiata in casa propria. Anche perchè questo non ci sembra il momento delle “provocazioni” intellettualistiche, salottiere.

A fronte di una democrazia sempre più svilita nei suo valori essenziali ognuno deve fare la propria parte. Quella del Pd, ha detto più volte il segretario da poco eletto da primarie che hanno mobilitato al voto tre milioni di persone, è la parte di una opposizione forte, che vuol tornare al governo del paese coniugando questione democratica con questione sociale. I giovani, dagli studenti ai precari, sono chiamati in prima persona a dare il loro contributo di idee, di iniziative, di lotta. Sabato prossimo a Roma speriamo ci siano anche quelli del Pd, quei centocinquanta selezionati per la ” scuola “emiliana . Il N.B.Day è una occasione da non perdere. Nasce dai giovani della  Rete, centinaia di migliaia, si sono organizzati via internet. Siamo certi che non andranno a lezione da Ferrara.

Fonte: dazebao.org.

 

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