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di Lina Sinjab – Bbc News.
Damasco – La Siria sembra stare attraversando un revival religioso – ben visibile nel numero crescente di donne che indossano l”hijab, o velo islamico – e guidato, in parte, dalle delle predicatrici di ispirazione conservatrice. Si dice che la più influente figura religiosa conservatrice donna in Siria, la 70enne Munira Qubaisia, abbia almeno 75 mila seguaci, e il numero è in crescita.
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I suoi predicatori, noti come Anseh, provengono per lo più dalle classi agiate ben istruite. Arrivano agli incontri a bordo di costose auto scure, ben vestiti e con un buon eloquio, con un”aria di autorità che lascia gli uditori incantati.
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“Mi hanno aiutato, mi hanno fatto acquistare fiducia. Sono riuscita a camminare per strada senza timore degli uomini che mi circondano, e posso anche dire alle persone quando stanno sbagliando”, dice Umm Muhammad, un ex devota di Qubaisia.
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Suo marito, tuttavia, non era contento della situazione.
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“Non mi dispiace che esca e faccia qualcosa di utile, ma aveva iniziato a cambiare e voleva che cambiassi anch”io”, dice Abu Muhammad, che di mestiere fa il tassista.
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Egli, un conservatore di circa 45 anni, dice che quando la moglie ha aderito ai Qubaisiat (dal nome della leader spirituale, ndt) è divenuta più rigida e ha puntato l”attenzione su quelli che lui considerava dettagli della superstizione piuttosto che tradizione consolidata.
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“Sono d”accordo – dice Um Muhammad, che in seguito ha lasciato il gruppo – Ammiravo il modo in cui lavoravano e aiutavano le persone della comunità , ma non potevo sopportare il modo in cui volevano controllare le nostre menti e decidere per noi cosa fosse buono e cosa no. Se violi le regole e non obbedisci all”ordine Anseh, viene considerata una blasfemia”.
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Allo scoperto
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Nei primi anni ottanta, sotto l”ex presidente Hafiz al-Assad, scoppiarono degli scontri tra il partito socialista Baath al governo e i Fratelli musulmani sunniti, che stavano tentando un golpe contro il regime.
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Una dura battaglia ad Hama, a nord di Damasco, causò – secondo le stime – 30 mila morti, per lo più civili, e subito dopo fu avviata una repressione dell”Islam radicale, con le moschee messe sotto stretto controllo.
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Il presidente Assad promosse una sorta di Islam moderato “autorizzato dal governo”, concedendo la costruzione di più moschee e più scuole religiose – e più predicazioni da questi pulpiti ufficiali.
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Inaspettatamente, ciò ha costituito un”opportunità per le predicatrici donne – che erano escluse dallo spazio pubblico – di fornire insegnamenti religiosi a porte chiuse, e molte di loro hanno tenuto in vita le posizioni più radicali e conservatrici dell”islam.
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Con il figlio di Assad, il presidente Bashar al-Assad, le donne, comprese le voci più conservatrici, sono venute allo scoperto per insegnare nelle moschee e nelle scuole religiose.
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“Si occupano davvero”
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Asmaa Kiftaro, attivista religiosa e commentatrice, ritiene che i Qubaisiat ora sostengano la flessibilità più che in passato.
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“Hanno capito che non possono continuare a sostenere un”ideologia rigida. Per avere più seguaci devono essere flessibili, ed è quello che stanno facendo”, dice.
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La figlia 16enne di Kiftaro Hanan frequenta le lezioni dei Qubaisiat e afferma di poter scegliere se seguire o meno le loro prescrizioni.
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“Mi piacciono, si occupano davvero di ogni ragazza e la fanno sentire importante”, dice Hanan.
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“Ma per quanto mi riguarda io faccio quello che ritengo giusto fare. Penso che Dio ci abbia create per goderci la vita e non per essere severi. Non faccio niente di male se indosso i jeans e perciò non mi preoccupo se mi sgridano quando faccio cose che a loro non piacciono”.
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Hanan stessa insegna ai bambini.
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“Usano come insegnanti ragazze della mia età , 14 in su. Insegnavo loro il Corano e altre cose. Senti di poter fare qualcosa per la tua società , per le ragazze che puoi aiutare con l”Islam, e ciò mi rende davvero felice”.
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I siriani sono orgogliosi della diversità e della natura tollerante della loro società . Eppure qualcuno ritiene che ciò stia cambiando.
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Kinana Rukbi, graphic designer con convinzioni decisamente laiche, vede questo revival religioso come il risultato non voluto delle frustrazioni sociali ed economiche.
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“E” pericoloso per la società siriana, specialmente per il fatto che non vi sia un”altra tendenza a bilanciarla. Solo una parte è attiva, quella religiosa, ma le persone laiche non si muovono affatto”.
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Rukbi vuole che i siriani laici si impegnino con le masse proprio come hanno fatto i Qubaisiat, “non che stiano distanti da loro”.
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BBC News, 28 novembre 2009.
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(Traduzione di Carlo M. Miele per Osservatorio Iraq)
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L”articolo in lingua originale.
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