Gelmini. Il generale di Caporetto | Megachip
Top

Gelmini. Il generale di Caporetto

Gelmini. Il generale di Caporetto
Preroll

admin Modifica articolo

2 Novembre 2010 - 16.55


ATF

kobariddi Giuseppe Aragno.

Si faceva la guerra così: mancavano gli elmetti e in prima linea contadini e operai, dietro sacchi di sabbia e filo spinato, portavano berretti di feltro a sghimbescio. Per i mortai degli Asburgo era gran festa e i cecchini andavano a nozze nell”aria appestata di sangue rappreso su marci brandelli di cuoio capelluto e materia celebrale schizzata via coi proiettili e le schegge. Dietro – riparata ma pronta al tiro – la polizia militare tirava addosso a chi, preso dal panico, tentava di darsela a gambe. Di 600mila morti sventurati, 100mila si contarono tra i prigionieri che il governo non volle mai aiutare: un prigioniero è sempre un disertore, urlavano i nazionalisti imboscati e gli eroi da operetta. Vigliacchi i soldati, eroi gli strateghi, quelli morivano al fronte come mosche e questi si preparavano a casa per la guerra futura.

E l”intento era buono: chi faceva cannoni s”arricchiva e si poteva sperare di far soldi poi anche con gli elmetti. Prima o poi il generale ministro avrebbe capito che occorreva produrli…
Per lo più delle scuole non c”è ancora la guerra – di qua e di là da Adro ci sono scaramucce – ma ovunque senti ormai l”aria di scontro. Il ministro generale, che se ne sta al riparo e gioca a far la guerra coi fucili di latta e i soldatini di piombo, ti dice sprezzante “sessantottino!” – è proprio il massimo della vergogna – e licenzia docenti quanti più ne può, così risparmia i soldi per reggimenti amici: le scuole cattoliche, apostoliche e romane. In quanto al suo collega preferito – “aver compagno al duol scema la pena” – una figura di mezzo tra il furiere e l”usciere, lui se n”è fatto un vanto di battere la fiacca, ché tanto se ne sbatte, e se la prende poi coi “fannulloni“. Son tutte storie.

Il campione dei campioni è lui, il genio che comanda, e n”è convinto: “una scossa all”ambiente, ti sollevo il morale e tu ti batti meglio, sei un leone. Monumento all”imboscato, ché di rischiar la testa sua col feltro non ci pensa nemmeno, si limita a una guerra un poco sporca, ma il sangue non si vede – è guerra psicologica – e, se ci scappa il morto, c”è poco da fare, un successo gli pare: è un posto di lavoro per precari.
Si faceva la guerra così: con ottomilioni di baionette, morte di fame e freddo in grigioverde – “m”era compagno, / m”era compagno il pugnale, / il mio pugnale sol…” – contro i Katiuscia, le immacolate divise nemiche, i soldati invisibili e le armi automatiche dell”armata rossa. I soliti cecchini pronti per i fuggiaschi, bersagli sulla neve per rossi e per neri, le mitragliatrici Fiat Revelli puntualmente inceppate – la rottamazione del ”15-”18, ma la Fiat di Marchionne non ha conti in sospeso con l”Italia – e il duce dei fascisti ce l”aveva con gli italiani troppo borghesi, i generali se la prendevano coi soldati e gli antenati di Limina s”affannavano: “Taci! Il nemico ti ascolta…

A scuola ormai ci manca l”essenziale; non è la guerra, no, non sono i mitra, non le cartucce e manco i carri armati; manca la carta igienica, il gesso non si trova e le lavagne ormai son merce rara. Non c”è il “nemico“, o almeno non si vede, ma abbiamo i discendenti di Limina col bavaglio, le nuove, nuovissime disposizioni sulla razza, la continuità didattica che s”è suicidata, il sostegno che non si regge, il tempo scuola disastrato e il tempo pieno che s”è dileguato. Il furiere mezzo usciere delira di fannulloni e il suo collega Ministro generale, che non fa la guerra ma in pace non sta, ha trovato la panacea di tutti i mali, mentre i proconsoli colonnelli, stesi a zerbino, assentono per la carriera: “nella scuola c”è voglia di valutazione “. In queste condizioni, valutazione?!?… “Va lu ta zio ne!“, scandiscono assieme – salvo le debite e intollerabili eccezioni – i capi dell”armata fannullona. Non più presidi, ormai, ma dirigenti d”un grave fallimento. “Sono anni che aspettiamo provvedimenti di questo tipo“, fanno sapere. Manca solo chi canti: “Giovinezza, giovinezza…“. E” un inno alla bellezza.
Guerra o pace, i grandi assenti sono gli insegnanti. Da valutare ormai non c”è più niente, tranne forse il Ministro generale, ma lì non serve certo un grande studio: “Onore al merito! E” il ministro generale di Caporetto!“.

 

Fonte: http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=14303.

 

Native

Articoli correlati