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Gli orari tagliati a scuola. Prosegue la distruzione gelminiana

Gli orari tagliati a scuola. Prosegue la distruzione gelminiana
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6 Agosto 2011 - 20.45


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noschooltodaydi Anna Maria Bruni – ilmanifesto.it.

Se i ricorsi al Tar fossero pallettoni, la riforma Gelmini sarebbe già definitivamente impallinata. Ma purtroppo non è così, e non solo ma nonostante i tanti ricorsi vinti, il Ministro va avanti con il suo disegno di distruzione della scuola pubblica statale a forza di tagli agli organici, tagli di intere classi, soprattutto le superiori, e tagli al tempo pieno, soprattutto alle elementari. Comprese le classi che hanno cominciato il percorso scolastico con 40 ore. E” il caso della III A della scuola elementare Elsa Morante, periferia di Roma nord, dove i genitori hanno per caso, e sottolineiamo per caso, saputo che a settembre i propri figli si ritroveranno un tempo orario di 24 ore. Cioè usciranno all”una. Come negli anni 60.

E” una valanga che rischia di travolgere intere famiglie da tutti i punti di vista, cominciando dallo smarrimento dei bambini, abituati ad una organizzazione pedagogica e didattica basata sul lavoro di gruppo e sull”intreccio studio-gioco, perché distribuita su 8 ore di scuola, messi di fronte, è il caso di dire, alla necessità di concentrare il lavoro tornando alla mera lezione frontale, per arrivare all”organizzazione del tempo di lavoro – e degli spostamenti – dei genitori, che non prevede alternative. Una condizione per cui non si sa se essere più infuriati o disperati. Ma per fortuna in nove si sono messi insieme, e lancia in resta hanno avviato il ricorso al Tar del Lazio. I genitori rifiutano di accettare un simile trattamento, a cominciare dalla mancata comunicazione, che dovrebbe metterli in condizione di poter intervenire sulle decisioni relative alla scuola, all”interno degli organi collegiali. Ma questa dovrebbe essere normale vita democratica, ed evidentemente siamo ben oltre.

 

Il 29 luglio il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar che ha dichiarato illegittimo il decreto ministeriale sui tagli agli organici, contro la quale il Ministero aveva fatto ricorso. Ergo 87mila fra docenti e Ata devono essere reintegrati, e questo reintegro implica anche la revoca del taglio di classi e tempo scuola. E se non bastasse a supporto di questa c”è anche la sentenza, questa volta del Tar di Genova, che ha dato ragione ai precari e ha condannato il Ministero a 600mila euro di indennizzo, c/a 30.000 euro di risarcimento per ciascun docente ricorrente. Perché la scuola, dice la sentenza, “si trova in una situazione di utilizzo illegale del contratto a termine”. Ergo, sono stati abbondantemente superati i tre anni di servizio.

Ma nel pieno dell”illegalità il ministro Gemini tira dritto, continuando ad usare circolari come se fossero leggi, saltando a piè pari la prassi (uno dei tanti motivi di vittoria dei ricorsi), che prevede la consultazione della Commissione, del Consiglio Nazione e della Conferenza Stato-Regioni (che dal canto loro continuano a tacere), nella speranza che l”intesa “modello Marchionne” già firmata all”Aran da Cisl, Uil, Snals e Gilda (la Cgil ha chiesto ulteriori garanzie sulle assunzioni per firmare) che prevede 67mila assunzioni in tre anni, in cambio del primo scatto di anzianità dopo 11 anni di servizio, e previa riconoscimento intero solo dei primi quattro anni di precariato, intervenga rapidamente per risolvere per via contrattuale quello che per legge è stato considerato illegittimo. Ma anche in questo caso si tratta di un”intesa in deroga al contratto nazionale, sulla quale, come è noto, anche la Fiom ha dovuto scegliere la strada del ricorso, per quel che riguarda l”accordo di Pomigliano. E ricordando a piè di lista che i precari della scuola sono 250mila.

L”attacco alla scuola continua concentrico dunque, ma sono migliaia i cittadini, genitori, docenti di ruolo e precari, Ata, studenti, che continuano a tenere in piedi la scuola pubblica statale, e non hanno intenzione di farsela strappare. Dopo la consegna al presidente della repubblica Napoletano, una settimana fa, dell”appello contro i tagli, che ha raccolto 500mila firme, oggi è stato lanciato in rete un nuovo appello, sempre a Napolitano, perché intervenga per far valere la sentenza della Consulta che ha annullato il decreto taglia-organici. Ed è già fissato il prossimo appuntamento: il 2 settembre alle tre del pomeriggio, tutti sotto le Regioni, in tutta Italia.

 

Fonte: http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2011/mese/08/articolo/5130/.


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