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di Giovanni Nalbone – Liberazione.
«Lui a casa. Noi in piazza». «Lui» è Silvio Berlusconi, «noi» gli studenti medi e universitari che non si accontentano ma – loro sì – raddoppiano: «ora è il turno del Governo Monti». Perché «cambiano i governi, ma le piazze restano le stesse» spiegano i ragazzi che ieri hanno riportato per le strade la “questione generazionale”.  Una questione pronta a scoppiare nuovamente, stavolta nelle mani di Mario Monti e di un governo «che già sappiamo sarà fatto di privatizzazioni, riduzione dei diritti, smantellamento dello stato sociale». A nulla sono valse le manganellate di Milano, di Palermo e di Torino contro le quali si è scagliato il segretario del Prc Paolo Ferrero, per il quale è ormai chiaro il tentativo di «ricondurre ogni mobilitazione spontanea a un problema di ordine pubblico».
In tutta Italia, da Bergamo a Cosenza, da Trieste a Bari passando per Firenze, Bologna e Napoli, gli studenti, soprattutto i giovanissimi medi, hanno risposto numerosi e determinati alla chiamata della giornata mondiale di mobilitazione studentesca. Al centro delle proteste, soprattutto la nomina a ministro dell”Istruzione di quello che per i media è “solo” l”ex rettore del Politecnico di Torino ma per gli studenti è l”organizzatore del blindatissimo G8 “dei rettori” di Torino nel maggio 2009. E per un Profumo che invita al dialogo, da Roma a Milano i ragazzi rispondono denunciando «Profumo di tagli» e «Profumo di austerity» che «consegnerà la scuola nelle mani della Bce».
Ma veniamo alle cronache delle varie manifestazioni. A Roma tutta l”attenzione, soprattutto dei media, era più al percorso del corteo che al contenuto dello stesso. Un corteo non autorizzato di circa diecimila ragazzi che, a 48 ore dalla prossima entrata in vigore della nuova ordinanza anticortei del sindaco Alemanno (che consentirà manifestazioni “itineranti” solo di sabato), è riuscito nell”intento di raggiungere il Senato. A nulla sono valsi gli schieramenti delle forze dell”ordine, bersagli più volte di uova e ortaggi. Per oltre un”ora palazzo Madama è stato cinto d”assedio dagli studenti che hanno poi ripreso il loro cammino per far ritorno all”università La Sapienza attraversando il centro della città al grido di «Roma libera».
Più calda, invece, la giornata milanese dove due cortei separati da divergenze “di movimento” – con tanto di rissa iniziale tra militanti del Cantiere e del collettivo lab.out – hanno letteralmente bloccato la città “sanzionando” con uova e scritte “Save school, not banks” le vetrine delle filiali bancarie lungo il tragitto. Giunto unitario fino in corso Italia, mentre il corteo aperto dal centro sociale Cantiere ha continuato il proprio percorso, lab.out e Unione degli studenti hanno deviato verso l”università Bocconi, di cui è presidente il neopremier e per questo ritenuta «sede distaccata del Governo Monti». Ed è qui che sono partite le cariche delle forze dell”ordine che hanno costretto il corteo a riprendere il cammino verso piazza Fontana. Intanto l”altro spezzone, dopo aver “sanzionato” la sede dell”Associazione banche italiane di via Olona e l”ingresso dell”Università Cattolica – di cui è rettore Lorenzo Ornaghi, neoministro ai Beni culturali – con lo striscione “Ridateci i nostri soldi! Adesso paghino Chiesa e scuole private”, ha raggiunto piazza Cadorna dove si è tenuta una grande assemblea.
Momenti di tensione si sono verificati anche a Torino dove le cariche delle forze dell”ordine hanno respinto duramente il tentativo di “assalto” alla sede della Banca d”Italia da parte di uno spezzone del corteo partito da Porta Susa. Quindi i ragazzi hanno occupato l”atrio della Mole Antonelliana sostituendo la bandiera dell”Europa con quella del movimento No Tav mentre altri studenti hanno dato vita ad un presidio davanti all”Unione industriale al motto “Anche i Monti crolleranno”. Stesso scenario, cariche e repressione, anche a Palermo dove è andato in scena il “Blocchiamo tutto day”. Obiettivo della giornata, occupare la sede dell”istituto San Paolo. Ed è qui che le manganellate delle forze dell”ordine hanno ferito alla testa un attivista dei movimenti per la casa. Altre cariche hanno coinvolto lo spezzone degli studenti medi che intanto aveva dato vita a un “corteo selvaggio” per le vie del centro. E quando tutto sembrava essersi tranquillizzato, con gli studenti tornati nella zona universitaria, ecco il blitz: intorno alle 16 circa cento universitari ha occupato villa Zito, sede della fondazione Banco di Sicilia, dove era in corso un convegno sulla collaborazione tra la fondazione bancaria e la facoltà di Architettura. Il tutto al grido «fuori i privati dalle università e dalle scuole».
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Tratto da:Â http://www.esserecomunisti.it/?p=36443
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