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La marijuana può aiutare i pazienti trapiantati?

UNA NUOVA RICERCA DICE CHE FORSE È POSSIBILE - I topi trattati col THC, il principio attivo della marijuana, hanno avuto un ritardo nel rigetto di un organo incompatibile

La marijuana può aiutare i pazienti trapiantati?
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23 Settembre 2015 - 03.48


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Federazione
delle Società Americane per la Biologia Sperimentale
.

Ecco
un”altra scoperta che rafforza la tesi della marijuana terapeutica: una nuova
ricerca sui topi rivela che il THC, il principio attivo della marijuana, può
ritardare il rigetto di organi incompatibili.

Un”altra scoperta consolida la tesi della
marijuana terapeutica: una nuova ricerca sui topi rivela che il tetraidrocannabinolo
o THC, il principio attivo della marijuana, può ritardare il rigetto di organi
incompatibili. Anche se sono necessari ulteriori approfondimenti per stabilire l’esistenza
di benefici per gli esseri umani, questo studio suggerisce che il THC, o un suo
derivato, potrebbe rivelarsi un’efficace terapia antirigetto, in particolare
nelle situazioni in cui gli organi trapiantati possono non essere perfettamente
compatibili. Questi risultati sono stati pubblicati nel numero di settembre
2015 del Journal of Leukocyte Biology, mensile
americano specializzato in immunologia.

«Siamo entusiasti di dimostrare per la
prima volta che i recettori cannabinoidi (della famiglia dei recettori
accoppiati alla proteina G) svolgono un ruolo importante nel rallentamento del
rigetto di un trapianto da un altro individuo, sopprimendo la risposta
immunitaria del ricevente» ha detto Mitzi Nagarkatti, Ph.D. e ricercatore
coinvolto nel lavoro dalla University of South Carolina School of Medicine. «Questo
studio apre una nuova area di ricerca che porterebbe a strategie migliori per
prevenire il rigetto dei trapianti, nonché per il trattamento di altre patologie
infiammatorie.»

Per fare questa scoperta, Nagarkatti e
colleghi hanno utilizzato due gruppi di topi geneticamente differenti e ne
hanno trapiantato la pelle da un gruppo all”altro. Tutti i topi hanno ricevuto
pelli incompatibili, ma un gruppo è stato trattato con una soluzione placebo e
l”altro con THC. Gli scienziati hanno osservato che il rigetto del trapianto di
pelle nei topi che hanno ricevuto il THC si è verificato più tardi rispetto al
gruppo di controllo che ha ricevuto soltanto un placebo.

Si prega di notare che i pazienti
trapiantati non dovrebbero usare la marijuana come terapia senza il consenso
del proprio medico e dovrebbero farlo solo in conformità con ogni e qualsiasi
legge locale, statale e federale.

«Sempre più la ricerca è volta a individuare
i potenziali effetti benefici delle sostanze contenute nella marijuana, ma una
sfida ancora più grande è quella di identificare i percorsi molecolari
coinvolti» ha dichiarato John Wherry, Ph.D., vicedirettore del Journal of Leukocyte Biology. «Questi
nuovi studi indicano ruoli importanti per i recettori cannabinoidi come
obiettivi che potrebbero essere colti usando approcci che ridefiniscono la
nostra opinione sulle sostanze derivate dalla marijuana.»

Dettagli: Jessica M. Sido, Prakash S. Nagarkatti, and
Mitzi Nagarkatti. Δ9-Tetrahydrocannabinol
attenuates allogeneic host-versus-graft response and delays skin graft
rejection through activation of cannabinoid receptor 1 and induction of
myeloid-derived suppressor cells. J. Leukoc. Biol. September 2015
98:435-447; doi:10.1189/jlb.3A0115-030RR ;
http://www.jleukbio.org/content/98/3/435.abstract

Traduzione a cura di Emilio Marco Piano.

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