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Distruggere Daesh?

'Mentre Washington moltiplica i segnali sull''intenzione di distruggere Daesh, britannici e francesi, e l’insieme degli europei, pensano di far da soli [Thierry Meyssan]'

Distruggere Daesh?
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28 Marzo 2017 - 22.55


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«Sotto i nostri
occhi» – Cronaca di politica internazionale n°230

di Thierry Meyssan.

Mentre
Washington moltiplica i segnali che confermano la sua intenzione di distruggere
Daesh, i britannici e i francesi, seguiti dall’insieme degli europei, stanno
pensando di andare da soli. Londra e Parigi hanno coordinato l”attacco a
Damasco e Hama per costringere l”esercito arabo siriano ad andare a difenderle
e quindi a indebolire la sua presenza intorno a Raqqa. Gli europei sperano di
organizzare la fuga dei jihadisti verso il confine turco.

BEIRUT (Libano) – La riunione della
coalizione anti-Daesh a Washington, il 22-23 marzo, è andata piuttosto male. Se
apparentemente i 68 membri hanno riaffermato il loro impegno nella lotta contro
questa organizzazione, in realtà hanno manifestato le loro divisioni.

Il segretario di Stato statunitense,
Rex Tillerson, ha ribadito l”impegno del presidente Trump davanti al Congresso volto
a distruggere Daesh e non più a ridurlo come sosteneva l”amministrazione Obama.
In tal modo, senza discussione ha messo i membri della Coalizione davanti al fatto
compiuto.

Primo problema: in che modo gli europei
in generale, e i britannici in particolare, potranno salvare i loro jihadisti, se
non si tratta più di spostarli, bensì di sopprimerli.

Rex Tillerson, e il primo ministro
iracheno, Haider al-Abadi, hanno riferito in merito alla battaglia di Mosul.
Nonostante gli encomi per il buon lavoro, risulta evidente a tutti gli esperti
militari che non sarà terminato prima di tre lunghi mesi. Perché a Mosul, quasi
ogni famiglia ha un proprio membro impegnato in Daesh.

Sul piano militare, la situazione di Raqqa
è assai più semplice. I jihadisti le sono estranei e stranieri. Pertanto conviene
prioritariamente tagliare i loro rifornimenti e poi separarli dalla popolazione
siriana.

Secondo problema: l”esercito degli
Stati Uniti deve preliminarmente ottenere il permesso del Congresso, poi di
Damasco, per schierarsi in territorio siriano. I generali James Mattis (segretario
alla Difesa) e John Dunford (capo dello stato maggiore congiunto) hanno cercato
di convincere i parlamentari, ma non hanno ancora partita vinta. Occorrerà allora
negoziare con Damasco e, dunque, chiarire ciò che deve essere chiarito.

Alla domanda degli europei su quel che
Washington avrebbe fatto di Raqqa una volta liberata, Rex Tillerson ha stranamente
risposto che vi avrebbe fatto tornare la popolazione sfollata o rifugiata. Gli
europei hanno concluso che essendo questa popolazione straordinariamente
favorevole a Damasco, Washington intendesse restituire questo territorio alla
Repubblica araba siriana.

Nel prendere la parola, il ministro
degli esteri portoghese, Augusto Santos Silva, ha sottolineato che la proposta andava
in direzione contraria rispetto a quanto era stato deciso in precedenza. Gli
europei hanno il dovere morale, ha sottolineato, di proseguire i loro sforzi
per la protezione nei confronti dei profughi fuggiti dalla “dittatura
sanguinaria”. Orbene, anche una volta liberata, Raqqa non sarà una zona
sicura, poiché l”esercito arabo siriano sarebbe peggio di Daesh.

La scelta fatta dagli europei di
affidare questo intervento al Portogallo non è neutra. L”ex primo ministro
portoghese, di cui Santos Silva è stato ministro, António Guterres, è l”ex Alto
Commissario per i rifugiati e l”attuale Segretario generale dell”ONU. Era stato
anche presidente dell”Internazionale socialista, un”organizzazione interamente
controllata da Hillary Clinton e Madeleine Albright. In breve, è ora il
paravento di Jeffrey Feltman all’Onu e del clan bellicista.

Terzo problema: liberare Raqqa da Daesh,
certo, ma, secondo gli europei, non per restituirla a Damasco. Da qui il
rilancio francese.

Immediatamente, abbiamo visto i
jihadisti di Jobar attaccare il centro della capitale e quelli di Hama attaccare
villaggi isolati. Forse si tratta per loro di un disperato tentativo di
ottenere un premio di consolazione ad Astana o a Ginevra prima della fine della
partita. Forse è una strategia coordinata da Londra con Parigi.

In questo caso, dovremmo aspettarci una
vasta operazione delle potenze coloniali a Raqqa. Londra e Parigi potrebbero
attaccare la città prima che risulti circondata in modo da costringere Daesh a
spostarsi, così salvandolo. Daesh potrebbe ripiegare al confine turco, o anche nella
stessa Turchia. L”organizzazione diventerebbe allora il liquidatore dei curdi
per conto di Recep Tayyip Erdoğan.

Traduzione a cura di Matzu Yagi.





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