Capace del peggio, l’unione di certi governanti rende la guerra mondiale possibile | Megachip
Top

Capace del peggio, l’unione di certi governanti rende la guerra mondiale possibile

Non furono ideologie a provocare la II guerra mondiale, bensì l’alleanza di governanti pronti al peggio. Oggi sta per riprodursi la stessa configurazione, ma con forze diverse

Capace del peggio, l’unione di certi governanti rende la guerra mondiale possibile
Preroll

Redazione Modifica articolo

14 Dicembre 2022 - 12.56


ATF

di Thierry Meyssan.

Mentre reagiamo con terrore al riapparire di gruppi fascisti, nazisti o imperialisti giapponesi, non ci soffermiamo a considerare che non furono queste ideologie a provocare la seconda guerra mondiale, bensì l’alleanza di governanti pronti al peggio. Oggi sta per riprodursi la stessa configurazione, ma con forze diverse. Se non reagiamo subito, entro pochi mesi potrebbero forse riprodursi le condizioni per lo scoppio della terza guerra mondiale.

La seconda guerra mondiale serva da lezione. Non scoppiò a ciel sereno. Non fu una lotta dei Buoni contro i Cattivi. Fu scatenata dall’unione imprevista di forze capaci di distruggere tutto.

Dopo la crisi economica del 1929 il mondo si convinse a buon diritto che il capitalismo era finito. Solo l’Unione Sovietica proponeva un’alternativa: il bolscevismo. In seguito gli Stati Uniti ne concepirono una seconda: le riforme strutturali del New Deal. L’Italia ne promosse una terza: il fascismo. I grandi capitalisti anglosassoni scelsero di sostenere un nuovo regime vicino al fascismo: il nazismo. Credevano che la Germania avrebbe attaccato l’URSS, così tutelando i loro interessi minacciati dalle collettivizzazioni bolsceviche, ma anche dalle riforme economiche Usa.
Le cose non andarono come previsto. Italia, Germania e Giappone formarono l’Asse secondo la loro logica. Così la guerra non fu intrapresa contro i sovietici, ma contro i grandi patrimoni che l’avevano preparata.

Nell’immaginario collettivo i responsabili della guerra non furono i grandi capitalisti anglosassoni, che all’inizio sostennero il nazismo. Anzi, ci si ricorda dei popoli britannico e statunitense come protagonisti della vittoria.

Quest’esperienza ci insegna che anche i piani più scaltri possono sfuggire di mano a chi li promuove. La pace fu minacciata dall’alleanza fra tre regimi molto diversi tra loro: il fascismo, il nazismo e lo Hakkō ichiu. Un’unione che nessun specialista di relazioni internazionali e geopolitico dell’epoca aveva previsto. Tutti, senza eccezioni, si sbagliarono.

Queste tre ideologie avevano in comune la propensione a cambiare l’ordine mondiale senza preoccuparsi delle conseguenze sul genere umano. Questo non significa che gli avversari fossero democratici e pacifici, ma solo che non erano disposti a sterminare intere popolazioni.

Stiamo attenti a non sbagliare avversario. Non dobbiamo vigilare su un particolare regime politico, ma sorvegliare che Stati governati da uomini disposti a tutto mai si alleino tra loro. Oggi il pericolo non sono il fascismo, il nazismo o lo Hakkō ichiu, tre ideologie specifiche di un’epoca, che oggi non corrispondono a niente. Ciò da cui dobbiamo prioritariamente proteggerci è un’alleanza mondiale tra ideologie capaci del peggio.

Proprio questo sta per accadere: gli attuali responsabili del Dipartimento di Stato Usa, del governo di Kiev e del prossimo governo di Tel Aviv non si pongono limiti. L’unione di straussiani, integralisti nazionalisti ucraini e sionisti revisionisti può, senza alcun scrupolo, far precipitare il mondo nella terza guerra mondiale. Per fortuna la CIA non condivide le idee degli straussiani, Kiev è tenuto in briglia dall’intervento militare russo, la coalizione del primo ministro israeliano non ha ancora formato un governo.

Il professor Leo Strauss (1899-1973) ha scritto molto sul diritto naturale e sulla filosofia ebraica, ma niente sugli insegnamenti politici che impartiva ad allievi selezionati. La sua dottrina “orale” ci è nota grazie a numerose testimonianze.

GLI STRAUSSIANI STATUNITENSI

Un piccolo gruppo di un centinaio di persone, di cui fanno parte in particolare il segretario di Stato Antony Blinken, la sua vice Viktoria Nuland, nonché il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jacob Sullivan, controlla la politica estera degli Stati Uniti.

Queste persone sono accomunate dal pensiero del filosofo ebreo Leo Strauss [1], secondo cui negli anni Trenta le democrazie hanno mostrato tutta la loro fragilità. Per gli ebrei, l’unico modo per avere la certezza di non venire massacrati da un futuro regime antisemita è costruire la propria dittatura; di avere il coltello dalla parte del manico.

Gli straussiani hanno già mostrato di cosa sono capaci organizzando gli attentati dell’11 Settembre, nonché lanciando diverse guerre finalizzate a distruggere il Medio Oriente Allargato.

È stupefacente come, malgrado le polemiche che hanno diviso la classe dirigente Usa durante l’amministrazione Bush-figlio, la maggior parte dei politici odierni ignori chi sono gli straussiani.

Per combattere i russi, l poeta Dmytro Dontsov (1883-1973) creò una mitologia che inculcò in milioni di ucraini. Agente segreto del secondo e terzo Reich, come amministratore dell’Istituto Reinhart Heydrich partecipò alla supervisione dello sterminio degli ebrei e degli zingari in Europa; dopo la guerra fu riciclato dai servizi segreti anglosassoni.

I NAZIONALISTI INTEGRALISTI UCRAINI

È un gruppo formato da centinaia di migliaia, forse milioni, di persone. Nasce dalla prima guerra mondiale ma si è consolidato nel periodo tra i due conflitti, poi durante la seconda guerra mondiale e infine durante la guerra fredda [2].

Gli adepti s’ispirano al poeta, nonché criminale contro l’umanità, Dmytro Dontsov. Si considerano vichinghi variaghi pronti a combattere l’ultima battaglia contro il Male, ossia contro la civiltà russa.

L’espressione nazionalista integralista non deve indurre in errore. Fu scelta da Dontsov in riferimento al pensiero del francese Charles Maurras. Dontsov non è mai stato patriota, né nazionalista nel senso classico del termine. Non ha mai difeso né il popolo ucraino né la terra ucraina. Anzi.

Dal 1919 i nazionalisti integralisti ucraini hanno mostrato di cosa sono capaci. Hanno ucciso oltre quattro milioni di concittadini, di cui 1,6 milioni ebrei. Nel 1921 hanno amputato il territorio nazionale cedendo la Galizia e la Volinia alla Polonia per ricompensarla anticipatamente dell’intervento armato contro l’URSS. Dal 2014 hanno fomentato una guerra civile che è costata la vita a circa 20 mila ucraini.

I nazionalisti integralisti si allearono con gli straussiani nel 2000, in occasione di un grande congresso a Washington, di cui l’ospite d’onore fu lo straussiano Paul Wolfowitz.

È molto pericoloso sostenere, come fa la Nato, che in Ucraina i nazionalisti integralisti sono marginali. È un’affermazione utile per screditare la posizione della Russia e mobilitare gli Stati a favore dell’Ucraina. Ma oggi i nazionalisti integralisti uccidono, senza processo né giudizio, i concittadini che si riconoscono nella cultura russa.

È particolarmente pericoloso alimentare il delirio dei nazionalisti integralisti, come ha fatto recentemente il Bundestag tedesco adottando una risoluzione sull’Holodomor, ossia sul genocidio per fame del popolo ucraino. La carestia degli anni 1932-33 non fu provocata né dai sovietici in generale né da Joseph Stalin in particolare. Colpì molte regioni dell’URSS, non solo l’Ucraina: si trattò di una catastrofe climatica. Del resto anche in Ucraina le città furono risparmiate e furono colpite solo le campagne: i sovietici decisero di gestire la penuria alimentare nutrendo gli operai piuttosto che i contadini. Accreditare il mito di un genocidio pianificato significa incoraggiare l’odio contro i russi, come i nazisti incoraggiarono l’odio contro gli ebrei.

Vladimir Jabotinsky (1880-1940), fondatore della Legione Ebraica e poi dell’Irgun, pretendeva che Israele si estendesse sull’intero territorio del Mandato britannico, ossia sull’attuale Stato d’Israele, sui Territori Palestinesi e sul Regno di Giordania.

I SIONISTI REVISIONISTI ISRAELIANI

I sionisti revisionisti rappresentano circa due milioni di israeliani. Sono riusciti a costituire una maggioranza parlamentare aggregando numerose formazioni politiche attorno a Benjamin Netanyahu.

S’ispirano all’ucraino Vladimir Jabotinsky, che riteneva la Palestina «una terra senza Popolo, per un Popolo senza terra». In altri termini: gli arabi palestinesi non esistono; non possono avere diritti e devono essere espulsi dalla loro terra.

A settembre 1921 Jabotinsky strinse un’alleanza segreta con i nazionalisti integralisti ucraini antisemiti, il primo anello dell’Asse in via di formazione. Questa unione suscitò l’indignazione dell’intera diaspora ebraica e Jabotinsky fu espulso dall’Organizzazione Sionista Mondiale. A ottobre 1937 Jabotinsky stabilì una nuova alleanza con gli antisemiti del maresciallo Ryds-Smigly, numero due in Polonia dopo Józef Piłsudski. Fu nuovamente ricusato dalla diaspora ebraica.

Agli inizi della seconda guerra mondiale Jabotinsky scelse come segretario particolare Bension Netanyahu, padre di Benjamin.

È ripugnante che 75 anni dopo la creazione dello Stato d’Israele la maggior parte delle persone continui ad amalgamare opinioni diverse, spesso opposte, secondo un unico criterio, quello della religione professata.

Il sionismo revisionista è l’opposto del sionismo di Nahum Godman e del Congresso Ebraico Mondiale. Non gl’interessa affatto il popolo ebreo, quindi non ha esitato ad allearsi con forze antisemite.

I sionisti revisionisti, di cui Menachem Begin e Ariel Sharon hanno dimostrato di cosa sono capaci con la Nakba, l’esodo forzato nel 1948 della maggioranza della popolazione araba della Palestina. È questo atto criminale, il cui ricordo ossessiona sia gli arabi sia i palestinesi, che ancora oggi rende impossibile la pace in Palestina.

Benjamin Netanyahu si alleò con gli straussiani nel 2003, in occasione di un convegno a porte chiuse a Gerusalemme [3]. Dopo l’elezione di Volodymyr Zelensky, di cui è diventato amico personale, Netanyahu ha rinnovato l’alleanza di Jabotinsky e i nazionalisti integralisti.

L’Asse è costituito.

L’IDEOLOGIA COMUNE AL NUOVO ASSE

Così come non c’erano grandi affinità fra fascismo italiano, nazismo tedesco e Hakkō ichiu, anche straussiani, nazionalisti integralisti e sionisti revisionisti hanno convinzioni diverse e perseguono obiettivi distinti. Soltanto i nazisti erano antisemiti al punto da voler sterminare un intero popolo. I fascisti disprezzavano gli ebrei, ma non fino al punto di volerli uccidere. I giapponesi non hanno mai condiviso l’odio contro gli ebrei, che hanno persino protetto in Giappone e nei territori occupati. Parimenti, i nazionalisti integralisti sono oggi ossessivamente contrari alla cultura russa e vogliono uccidere tutti i russi: uomini, donne e bambini; gli straussiani disprezzano i russi ma non al punto di volerli sterminare; i sionisti revisionisti hanno altri obiettivi.

Ognuno di questi gruppi rappresenta di per sé un pericolo per determinate popolazioni, ma, alleati, minacciano l’intera umanità. Condividono il culto della violenza e del potere. Hanno dimostrato di potersi lanciare in guerre di sterminio. Tutti e tre ritengono che questo sia il loro momento. Tuttavia, non solo devono superare le opposizioni interne, ma l’Asse non è così coeso. Per esempio, gli straussiani hanno recentemente messo in guardia i sionisti revisionisti a fronte di una possibile estensione delle colonie ebree nei territori palestinesi.

Thierry Meyssan

Traduzione a cura di: Rachele Marmetti

NOTE: ——–
[1] “È agli Straussiani che la Russia ha dichiarato guerra”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 7 marzo 2022.       
[2] “Chi sono i nazionalisti integralisti ucraini?”, di Thierry Meyssan, Traduzione Rachele Marmetti, Rete Voltaire, 15 novembre 2022.      
[3] “Vertice storico per sigillare l’alleanza dei guerrieri di Dio”, Rete Voltaire, 23 agosto 2005.   

Fonte: https://www.voltairenet.org/article218482.html.

Native

Articoli correlati