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L'Iran è uno stato terrorista?

L'Europarlamento dichiara il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica dell'Iran quale organizzazione terroristica. Quali conseguenze può avere questo attentato alla via diplomatica?

L'Iran è uno stato terrorista?
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19 Gennaio 2023 - 23.41


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di Simone Santini.

[NOTIZIE DALL’IRAN —- Con questa rubrica intendo riportare notizie dall’Iran, sulla sua situazione interna e sulla sua posizione internazionale. Userò pertanto come fonti prevalentemente i media iraniani ma anche internazionali, il web e i social. Scopo è offrire uno sguardo “altro” sulla realtà complessa di questa Nazione.]

In un colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri iraniano e l’Alto Rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell, il ministro Amir-Abdollahian si è così espresso sul Parlamento europeo: “Un comportamento emotivo, sconsiderato, scorretto e poco professionale in conflitto con la razionalità politica e la civiltà. Nel mondo della diplomazia è necessario rispettare la sicurezza e aumentare la fiducia reciproca invece di seguire il linguaggio delle minacce e delle azioni ostili”.

Cos’è accaduto?

Nei giorni scorsi, in concomitanza con le ricorrenze della fuga dello scià Mohamed Reza Pahlevi dall’Iran nel 1979, incalzato dalle proteste popolari ormai fuori controllo, e che avrebbero dato vita alla Repubblica Islamica dell’Iran, il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza (solo nove voti contrari, unico voto italiano della parlamentare Francesca Donato, e trentuno astenuti) una risoluzione non vincolante per dichiarare il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica (IRGC) quale organizzazione “terrorista”.

I Guardiani (conosciuti anche col nome “pasdaran”) sono un corpo paramilitare fondato in Iran dopo la rivoluzione direttamente da Khomeini. Oltre che essere inseriti ufficialmente nell’organigramma delle Forze armate iraniane, i Guardiani sono divenuti nel tempo un architrave fondamentale della Repubblica islamica avendo il controllo di pezzi rilevanti del sistema economico (dall’energia alle infrastrutture) e del sistema sociale anche attraverso l’opera delle Fondazioni caritatevoli.

Mettere nel mirino i pasdaran con l’accusa di terrorismo significa accusare un intero ordinamento, dunque l’intero Stato, di attività terroristiche.

Dalle istituzioni iraniane è arrivata unanime condanna della risoluzione del Parlamento europeo. Secondo lo Stato maggiore delle Forze Armate si tratterebbe di una “eresia nelle norme e nei regolamenti internazionali che influenzerà la sicurezza, la tranquillità, la pace regionali e globali”.

Per Mohamed Esmaeil Kowsari, parlamentare già comandante del IRGC, gli europei non fanno altro che seguire le politiche ostili volute dagli Stati Uniti con azioni che potrebbero ritorcersi contro loro stessi. Per il ministro degli Interni iraniano Ahmad Vahidi, il voto oltre che violare le convenzioni internazionali rivela la “debolezza mentale, morale, politica” della istituzione che l’ha adottato, in combutta con la Gran Bretagna che ha ricevuto uno “schiaffo” dall’Iran con la recente condanna a morte della spia, per conto degli inglesi, Alireza Akbari.

Per l’ex ministro degli Esteri Mohammed Javad Zarif, che aveva portato a termine con successo l’accordo sul programma nucleare iraniano nel 2015 (JCPOA) con l’Amministrazione Obama, poi disdetto unilateralmente dall’Amministrazione Trump, tale manovra rischia di mettere una pietra tombale sulle trattative in corso per ripristinare l’accordo. Zarif ha ricordato che i paesi europei si erano assunti undici impegni verso l’Iran in seguito al ritiro degli Stati Uniti e che, finora, nessuno di questi impegni è stato rispettato.

Per il parlamentare conservatore Mahmoud Nabavian “se gli interessi della nazione iraniana dovessero essere messi in pericolo, inseriremo l’Unione Europea nella lista dei terroristi e noi sappiamo bene come affrontare i terroristi”. Il riferimento è agli anni scorsi in cui i pasdaran iraniani hanno dato un contributo fondamentale alla sconfitta dell’ISIS nelle guerre civili in Iraq e Siria, sotto la guida del comandante della brigata Al-Quds, generale Soleimani, ucciso dagli americani in un attentato nel 2020.

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