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di Juan Pablo Morales – «La Nación».
Luis D”Elia ascoltava incantato il suo nuovo amico italiano Giulietto Chiesa, un esperto giornalista diventato poi un eurodeputato socialista. Parlavano insieme di come «i media del mondo nascondono gli interessi più importanti al popolo». Erano giorni di infuocate discussioni al Congresso, che era a un passo dall”approvare la legge sui media. Impressionato, Chiesa se n”era andato dall”Argentina con un”idea: «E se mostrassimo questa legge al parlamento Europeo?»
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Sei mesi dopo, quell”idea si convertirà in una realtà . D”Elia volerà oggi a Roma per riunirsi con Chiesa e si incontrerà domani con Gabriel Mariotto, capo della nuova Autorità Federale dei Servizi di Comunicazione Audiovisiva. Mercoledì presenteranno insieme la legge sui media a Bruxelles, davanti ai deputati del Parlamento che unisce tutti i paesi d”Europa.
Una curiosa derivazione di una catena di amicizie che uniscono Mariotto, D”Elia, Chiesa, fino a un ex funzionario governativo statunitense. Di fatto, D”Elia e Chiesa si sono conosciuti grazie a quest”uomo, che si chiama Kurt Sonnenfeld, un ex operatore video della Federal Emergency Management Agency (FEMA), un”organizzazione che si cura della distribuzione dell”informazione in casi di catastrofi. Oggi, Sonnenfeld vive in Argentina: racconta di essersi rifugiato a causa della persecuzione del Dipartimento di Stato dopo l”attentato alle Torri Gemelle. Divenne famoso quando iniziò a distribuire dei video del World Trade Center con una teoria: “La CIA e l”FBI hanno distrutto tutte le prove dell”attacco”. Ha finito per pubblicare un libro (El Perseguido), nel quale assicura che l”attentato è stato «una grande cospirazione». Per lui il principale sospetto era il governo degli Stati Uniti.
Appassionato di questo tema, D”Elia ha intervistato diverse volte Sonnenfeld. Sono diventati amici. Gli ha riferito che un giornalista italiano aveva la stessa teoria. Era Chiesa. Un corrispondente da Mosca dei quotidiani «l”Unità » e «la Stampa» fra il 1980 e il 2000. Lo stesso che, dal 2001, denuncia che la teoria ufficiale dell”attentato contro le Torri Gemelle è “falsa”. Poi è diventato eurodeputato socialista. E nel frattempo ha prodotto un documentario intitolato Zero per argomentare le sue spiegazioni sull”attentato al World Trade Center. D”Elia è rimasto stregato da queste accuse. Tanto da portarlo in Argentina affinché presentasse il suo film l”11 settembre 2009.
Ma ha finito di incantarsi quando ha appreso che era un acerrimo critico del sistema mondiale dei media. E giusto in piena discussione della legge sui media. Si è meravigliato delle questioni che sollevava, durante la sua ultima conferenza a Buenos Aires. «Stamane ho guardato la televisione in albergo – ha detto Chiesa -. In mezzora l”unica cosa che c”era era un servizio su un furto ai danni di una famiglia, i dettagli scabrosi, e le previsioni del tempo. Delle notizie su interessi più trascendenti, nulla.» D”Elia ha applaudito come non mai.
Quando gli ha confidato l”idea di portare in Europa la legge argentina sui media, lo ha fatto sapere a Mariotto. Occorreva un rappresentante istituzionale. Il capo del del Comité Federal de Radiodifusión (COMFER) ha ricevuto un invito per lettera. E ha accettato di buon grado. «So che sono interessati al modo in cui abbiamo articolato la legge e utilizzato gli apporti del Parlamento europeo» ha spiegato ieri a «La Nación». D”Elia è stato più politico: «Presentare la nostra legge risponde allo scontento della gente contro i grandi gruppi».
Chiesa aveva promesso di farsi carico delle spese (tranne il viaggio) attraverso la sua associazione, Megachip – Democrazia nella Comunicazione. E ha loro preparato una densa agenda di appuntamenti. In Italia, Mariotto e D”Elia andranno alla Federazione della Stampa. A Bruxelles li aspettano vari eurodeputati. Tra questi, il filosofo Gianni Vattimo, vicepresidente della Commissione Cultura, lo spagnolo Luis Yanez, incaricato delle relazioni con il Mercosur; l”ex direttore di Radio France Jean-Marie Cavada, e il leader socialista Martin Schultz. D”Elia sarà accompagnato dalla moglie, Alicia Sanchez, deputata di Buenos Aires. È probabile che da lì vadano in Iran.
Fonte: lanacion.com.ar
Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
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