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di Giulietto Chiesa – da «La Voce delle Voci» di maggio 2011.
Hanno ucciso Vittorio Arrigoni ma non dobbiamo limitarci a piangerlo. Penso a Falcone e Borsellino. Vittorio era molto piu” giovane di loro e faceva un mestiere molto diverso dal loro. Ma è la stessa cosa. Falcone e Borsellino sono diventati eterni, come lo fu Matteotti. Simboli della solidarieta” umana, della giustizia, della democrazia vera, dell”umanita”. Vittorio è e sara” la stessa cosa. Per questo è vivo. Per questo sarà eterno. Come lo sono tutte le cose di questo mondo, certo, ma un simbolo di verita”, come non e” di tutte le cose di questo mondo.
E allora cominciamo a farlo rivivere studiando, pensando. Perche” la prima cosa da dire è che non l”hanno solo ucciso: hanno costruito, uccidendolo, una seconda menzogna, grande quanto la sua morte.
Hanno gettato la colpa sui musulmani. Esattamente cosi” hanno fatto. Perche” questa non e” una guerra, dove ci si combatte ad armi pari. E” una macchinazione di mercato, dove il profitto dev”essere sempre piu” vasto. Non bastava acquisire il vantaggio della vendetta. Bisognava che questo vantaggio producesse altri “interessi”.
Dunque ne hanno fatto una operazione della societa” dello spettacolo. Dove i morti, come quelli dell”11 settembre, vengono usati come parte dell”arredamento, dello scenario. Usati anche per altri scopi.
Ecco perché dobbiamo tornare e ritornare sulla sua morte. Perché è un altro paradigma che ci aiuta a capire la psicologia della violenza dei carnefici contro le loro vittime.
Guardate il trucco. Hanno firmato l”assassinio con due operazioni di “distrazione”. Un fantomatico “gruppo salafita”. E una rivendicazione in cambio di ostaggi. Sapevano che tutti i giornali e le tv, com”e” il loro solito, avrebbero ripetuto il mantra. “Gruppo salafita” vuol dire islamici, fanatici, terroristi. E tutti dietro, come pecore, a ripetere la stessa cosa. Tolto di mezzo Vittorio Arrigoni, il testimone. E moltiplicata per un milione la storia del terrorismo fanatico islamico.
Ecco perché, subito, ho temuto per la sua vita.
Infatti, una volta acquisito il risultato doppio, morte e ulteriore “distrazione” sul terrorismo islamico, l”hanno ucciso senza nemmeno aspettare le 30 ore. La favola degli ostaggi da liberare era un altro attrezzo della scena. Calato il sipario si poteva uccidere. Ma hanno messo anche una firma. Mafiosa, perche” sono criminali e non combattenti: l”hanno strangolato. Perché i testimoni sono quelli che raccontano. E, dunque, gli si deve chiudere la bocca anche simbolicamente.
Così ho capito chi erano.
Il “gruppo salafita” nessuno sa da chi è composto. Da dove viene, chi lo ha ispirato. Forse non lo sapremo mai. Dire che sono stati i servizi israeliani e” perfino banale. Ma anche di questo non potremo sapere nulla, perché la strategia degli assassini individuali, che Israele persegue pubblicamente, si effettua mediante diverse operazioni di depistaggio. L”unica occasione in cui la firma è chiara è” quando usano i droni per bombardare un”auto. Allora non c”è dubbio. Ma gli altri assassini mirati, individuali, devono essere mascherati.
Altrimenti i benpensanti occidentali, quelli che non vogliono capire, e quelli che non hanno gli strumenti intellettuali per capire, si troverebbero alleati di un assassinio. E questo è scomodo. Così gli si offre una spiegazione comoda, tranquillizzante, che non mette in crisi le loro coscienze. Vittorio Arrigoni l”hanno ucciso così. E noi non dobbiamo stancarci di spiegarlo e di ripeterlo.
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Fonte: http://www.lavocedellevoci.it/grandifirme1.php?id=189. Titolo originario: Vittorio Arrigoni come Falcone e Borsellino.
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