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Intervista a Karol Cariola e Camila Vallejo
di David Vázquez Abella – www.cubadebate.cu
[Traduzione di Raffaella Spina per Megachip]
Il leader della Rivoluzione cubana Fidel Castro ha ricevuto mercoledì sera una delegazione delle Juventudes Comunistas de Chile (JJCC), in visita all”isola per cinque giorni in seguito all”invito alle celebrazioni per il 50° anniversario della Unión de Jóvenes Comunistas (UJC).
Karol Cariola, segretaria generale della JJCC, Luis Lobos, membro dell”Esecutivo dell”organizzazione, e Camila Vallejo, vicepresidentessa della Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile (FECh) hanno conversato per più di tre ore con Fidel, che ha regalato loro copia con dedica del suo ultimo libro ”Guerrillero del tiempo”, due volumi che raccolgono le sue conversazioni con la giornalista Katiuska Blanco.
Cubadebate ha intervistato le due ragazze, poco prima dell”inizio di una trasmissione di Tavola Rotonda Internazionale di Telesur.
Un privilegio
Cubadebate: come è stato l”incontro con Fidel?
Karol Cariola: ancora non mi riprendo dall”emozione. Noi crediamo che oggi Fidel rappresenti un esempio di lotta, di coerenza, è un uomo che trasmette solidarietà , conoscenza, una intelligenza incredibile, che ci riempie di forza per dire”bene, dobbiamo continuare a lottare per costruire quello che eroi come lui, come il Che, come Gladys MarÃn, come Pablo Neruda, come molti altri eroi latinoamericani di Cuba, del Cile e di altri paesi del mondo ci hanno lasciato in eredità “. Fidel è ancora in vita e può trasmetterci la sua esperienza, la sua volontà e il progetto che ha contribuito a realizzare. Lo considero uno dei rivoluzionari più importanti del mondo nell”ultimo secolo.
Camila Vallejo: è stato veramente un privilegio. Siamo molto orgogliosi di quello che sta accadendo in Cile, e credo che proprio per ciò che vi accade Fidel ci abbia invitati ad un colloquio con lui. Apprezziamo molto ciò che ha rappresentato Cuba e ciò che ha portato al processo rivoluzionario. Fidel per mee per tutti i giovani comunisti cileni è uno dei leader più importanti del mondo, un grande visionario. Per noi le sue parole, le sue riflessioni,quello che segnala equivalgono all”indicazione di un percorso.
Gli ho domandato “che messaggio darebbe ai giovani cileni? Qualche consiglio?” e lui ha risposto “non hanno bisogno di consigli, non ne hanno mai avuto bisogno, sanno benissimo in che direzione andare. Sono stati un esempio di lotta e credo che siano riusciti anche a riscattare il valore e la fiducia negli esseri umani, nelle loro capacità “.
Molte volte ci hanno detto che eravamo alla fine della storia, che l”essere umano doveva sottomettersi all”ordine prestabilito, di non credere a nulla perché non c”era nulla da cambiare e così abbiamo perso la fiducia in noi stessi. Non siamo stati educati come autori di trasformazioni, ma come soggetti di riproduzione (di modelli) e quanto è successo con il movimento studentesco, con il movimento sociale, con l”istruzione ci ha portati a porre nuovamente fiducia nell”essere umano, nelle donne, negli uomini, nei giovani. Così come l”uomo ha costruito l”ordine prestabilito,egli ha anche il potere e la responsabilità di cambiarlo.
Questo è stato il messaggio di Fidel, un grande messaggio dal mio punto di vista. Ci ha anche detto che abbiamo trasformato la realtà in forza. Che abbiamo dato una lettura della nostra realtà e delle nostre condizioni materiali e abbiamo detto “bene, c”è una forza che si può levare, prodotto di questa disuguaglianza, di questo malcontento, che è una forza trasformatrice”.
Siamo ancora molto emozionati, siamo qui ad elaborare un po” l”incontro con Fidel e in attesa di trasmettere al movimento queste e altre cose che ci ha detto, perché penso che tutte le riflessioni di Fidel siano luce e speranza per il Cile.
Molto soddisfatti
Cubadebate: Come è andata la visita?
Karol Cariola: qui abbiamo sentito l”ospitalità , la fraternità e la solidarietà con il processo di cui siamo stati parte in Cile, cioè la costruzione di un movimento sociale che vuole trasformare un paese che purtroppo non ha avuto un processo democratico ma l”implementazione del modello neoliberale che fino ad oggi ha favorito la privatizzazione della sanità e dell”istruzione, ed abbiamo avuto l”opportunità di raccontare questa esperienza ai giovani cubani. Loro hanno condiviso con noi l”esperienza di più di 50 anni di Rivoluzione.
Camila Vallejo: abbiamo apprezzato molto questa visita. È stata intensa e fruttuosa. Abbiamo visitato diverse università a Cuba e ci siamo lasciati contagiare dalla gioia e dalla bellezza quasi innata del popolo di Cuba che prende ulteriore forza dai suoi giovani, giovani molto colti, svegli, consapevoli della loro realtà e bisognosi di trasformare e migliorare il modello in cui sono nati. Tutto è sempre perfettibile.
Cubadebate: avete preso accordi con le organizzazioni giovanili cubane?
Karol Cariola: il nostro lavoro congiunto già si sta materializzando. La solidarietà che abbiamo ricevuto dai giovani comunisti cubani è stata fondamentale e sicuramente, anche per loro,lo sono stati l”apporto ed il sostegno non solo dei Giovani Comunisti ma anche di altre organizzazioni sorelle in America Latina, che difendono la Rivoluzione dagli attacchi dell”Impero, e lottano contro il blocco economico e per la liberazione dei Cinque Eroi. Un obiettivo congiunto e comune è la visita del generale Raul (Castro) in Cile il prossimo anno. Presenzieremo alsuo ricevimento e prepareremo la strada per quando assumerà l”incarico di presidente pro tempore del CELAC.
Camila Vallejo: abbiamo dimostrato la nostra volontà e ci ripromettiamo di mettere a frutto questo rafforzamento dei Giovani Comunisti della JJCC con la UJC e la FEU per iniziare a pianificare le cose. Non si tratta solo di segnalare ciò che sta accadendo in Cile, ma anche di iniziare a tessere legami e realizzare attività , istanze, coordinamenti … per poter procedere con un obiettivo comune, che è in definitiva quello di tutta l”umanità .
Sfide
Cubadebate:vedi delle sfide per i giovani cubani?
Camila Vallejo: credo che i giovani debbano impegnarsi a lavorare seriamente per questa rivoluzione. Hanno due diritti garantiti: il diritto alla salute e all”istruzione, e anche alla cultura. Ma questo diritto deve tradursi in un dovere, un dovere rivoluzionario: mantenere e perfezionare l”eredità ricevuta da grandi leader, dai loro genitori e dalle generazioni precedenti, e assumere su di sé questa responsabilità piuttosto seriamente. Hanno un enorme privilegio, ma non per questo quello in cui vivono è il modello ideale e perfetto. Devono mettersi al lavoro per costruire realmente una società socialista e in questo cammino anche verso il comunismo. Valorizzare ciò che hanno e dedicarsi a trasformarlo e prendere sul serio questa responsabilità .
Karol Cariola: i giovani cubani hanno davanti a sé una grande sfida: capire e imparare cosa significa quello che hanno ricevuto in eredità . Oggi abbiamo avuto l”opportunità di incontrare il giovane più anziano della Rivoluzione, Fidel. Abbiamo visto in lui un concentrato di gioventù, la forza e l”esperienza di ciò che è stato questo processo, che mostrano chiaramentela convinzione che ha generato tale processo. In questo senso è chiaro che il compito di voi giovani è fondamentale nel processo di mantenimento della Rivoluzione cubana.
Cubadebate: Quali sono i punti in comune della JJCC e della UJC?
Camila Vallejo: c”è una grande differenza. La nostra organizzazione vive inun modello assolutamente neoliberista dove tutto è un mercato con interessi privati e non c”è nulla in ambito sociale, economico o politico che risponda agli interessi della maggioranza. A Cuba, nonostante le difficoltà , tutto è pensato in favore della maggioranza, a beneficio del popolo, così è stato realizzato. Però credo che una cosa unisca i giovani indipendentemente dal paese in cui abitano: è la lucidità di chi sta sveglio,la capacità di critica e di autocritica costanti, la volontà trasformatrice. Questo è qualcosa di innato nei giovani, indipendentemente dalle frontiere amministrative, dai confini delle nazioni, è qualcosa che caratterizza i giovani di tutta l”umanità . Dobbiamo approfittare di questa vitalità , di questa lucidità e di questa chiarezza per poterci assumere il compito di fare trasformazioni. Noi giovani cileni lo abbiamo fatto, ma credo che anche i giovani cubani posseggano questa caratteristica e siano di fronte ad una sfida costante.
Karol Cariola: siamo parte di un mondo in crisi. Il sistema capitalistico è riuscito ad insinuarsi in ogni angolo del nostro paese e del continente. Abbiamo il compito di lottare contro il capitalismo, contro le privatizzazioni, contro il furto dei diritti fondamentali. In questo senso crediamo di avere molte cose in comune e molte sfide da affrontare insieme. Per noi è di grandissimo sostegno il fatto che i giovani cubani restino fermi nella difesa della Rivoluzione e insistiamo su questo, perché questo è il miglior contributo per aggravare la crisi del capitalismo mondiale e defenestrare il modello neoliberista in Cile.
Cubadebate: qual è il ruolo dei social network nelle lotte dei giovani cileni?
Camila Vallejo: usiamo moltissimo le reti sociali. Anche se sono uno strumento del capitalismo, ci siamo appropriati di questi spazi. I grandi mezzi di comunicazione del nostro paese fanno capo ad un duopolio, a due grandi famiglie golpiste che servono gli interessi della destra e delle grandi imprese. Così, ovviamente, il messaggio che trasmettono è molto funzionale ai loro interessi e questo ci ha spinti verso una specie di contro-cultura o contro-egemonia, la cui chiave sono le reti sociali. Ci permettono di ottenere costantemente ed in modo oggettivo informazioni sul movimento e sui dibattiti in corso che il mainstream non ci dà .
Utilizziamo anche le radio comunitarie e gli spazi pubblici. I social network sono stati fondamentali per noi, però non è grazie a loro che abbiamo costruito un movimento, il movimento ha iniziato a svilupparsi molti anni prima del loro avvento. Bisogna sfatarel”idea che grazie ai social network si sta costruendo il movimento, non è così. Sono uno strumento dinamizzante che consente una socializzazione più rapida dei dibattiti e di alcune conoscenze, convocazioni più veloci e con minore anticipo, dinamizzano il movimento, ma non sono la base per costruire un movimento sociale.
Io in particolare ho utilizzato blog, Twitter, Facebook, ma non sono fondamentali, lo strumento principale è il lavoro fisico corpo a corpo, faccia a faccia con gli altri studenti, con la gente, così si costruisce veramente nel modo più autentico il movimento sociale.
Traduzione di Raffaella Spina per Megachip.
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