Il Talmud, gli islamofobi e lo sguardo antropologico | Megachip
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Il Talmud, gli islamofobi e lo sguardo antropologico

Il Talmud, gli islamofobi e lo sguardo antropologico
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12 Luglio 2012 - 07.15


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talmud-3di Miguel Martinez – kelebeklerblog.com.

Esistono persone che si definiscono cattoliche, ma non sanno distinguere tra l”immacolata concezione e il concepimento verginale di Gesù. Eppure sanno citare a memoria brani di testi islamici, di un tipo che urta la sensibilità contemporanea occidentale. 

Questo fenomeno ebbe un illustre parallelo il secolo scorso, quando tanti europei e americani sembravano diventati esperti dei brani più oscuri del Talmud ebraico, magari redatti in lingua aramaica.

 

Gli apologeti musulmani ed ebrei tendono a rispondere scandalizzati, oppure citando altri brani, che dovrebbero rappresentare quello che, a loro insindacabile giudizio, sarebbe il “vero” Islam o il “vero” giudaismo: brani ovviamente più conformi alla sensibilità contemporanea occidentale. Il lettore medio di Repubblica, o del Giornale (che tra di loro sono molto più vicini di quanto vorrebbero ammettere) viene rassicurato: l”eterno musulmano come l”eterno ebreo, nel Trecento come oggi, crede ai più moderni dei Valori Moderni.

Pensate alla fatica che devono fare questi apologeti per giustificarsi davanti a una cultura che cambia giorno per giorno. Nemmeno fanno in tempo a spiegare agli occidentali che le loro fedi esaltano le Virtù Maschili e Femminili e rigettano ogni Effeminata e Levantina Decadenza, che arriva la moda del Gay Pride. E tra vent”anni?

Una parte del materiale usato contro musulmani ed ebrei è palesemente falso, oppure talmente mal interpretato da essere facilmente scartato. Resta però, in entrambi i casi, un solido nucleo di cose autentiche che se qualcuno le scrivesse su Facebook, ci scaperebbe un articolone di denuncia per leso liberalismo in prima pagina su tutti i quotidiani nazionali.

Ora, quando vedo certi brani del Corano o del Talmud, mi viene solo da dire, e allora?

Perché qualunque dispositivo – l”Islam, il cattolicesimo, il giudaismo, il nazionalismo, il liberalismo, la “legalità” che attualmente commuove i cuori – tende a occuparsi di tutto. Infatti, serve (anche) a ordinare la vita umana in un grande sistema, con confini delimitati con il fuoco, infernale o militare.

E non può relativizzarsi, pena diventare inutile.

Chi è dentro il dispositivo, si sente necessariamente nel giusto e superiore agli “altri”, chiunque siano.

Inoltre, quei dispositivi che chiamiamo “religiosi” (anche se il termine non mi convince proprio) non hanno ascoltatori esterni e non devono badare alla loro sensibilità; devono anzi confortare i “credenti” offrendo loro un senso di missione e di giustificazione.

La grande maggioranza degli italiani non esita un attimo a pensare che quell”incomprensibile ragnatela anonima chiamata “diritto“, in cui viviamo invischiati, debba prevalere sempre e ovunque su ogni altra forma di regolamentazione dei rapporti umani. Ciò che dà fastidio di altri sistemi è semplicemente la loro pretesa di esistere.

Chi ha lo sguardo antropologico, osserva con un certo divertito distacco tutta la variopinta giostra di dispositivi con cui gli esseri umani fanno e disfanno il mondo.

Quello che segue è un bellissimo esempio di scontro tra l”approccio letteralista/demonizzante e l”approcco antropologico.

Michael Hoffman è un serioso evangelico americano che si batte per il cristianesimo e la morale protestante contro il giudaismo; per farlo ha saccheggiato una quantità impressionante di fonti alla ricerca esclusivamente di ciò che può sostenere la sua tesi.

Insomma, è un parente povero di Robert Spencer di Jihadwatch, che da anni fa lo stesso lavoro con l”Islam.

Israel Shamir è uno scrittore israeliano che  vive a Giaffa.

Nato in Russia e vissuto per un periodo in Svezia, è riuscito a far venire una quantità di crisi isteriche e colpi apoplettici ai cultori d”Israele, che lo hanno classificato come “ebreo odiatore di sé” anche per la sorridente ironia con cui demolisce i pilastri del sionismo. E di riflesso, Shamir ha anche goduto di una certa simpatia negli ambienti antiebraici.

Critici e ammiratori si sono concentrati su aspetti marginali ma fortemente simbolici del discorso di Shamir, che è un autore che si diverte a non concedere mai un centimetro al politicamente corretto o ai luoghi comuni, e non si pone alcun problema a dialogare con chiunque.

Ma critici e ammiratori sono entrambi ugualmente incapaci di cogliere l”immensa elaborazione filosofica di Israel Shamir, che ha creato una sorta di sintesi fluida di mille cose che ci sono nell”aria. Marxismo, Qabbalah, cristianesimo ortodosso, terzomondismo, platonismo, universalismo socialista e reazioni localiste: l”elemento veramente interessante del pensiero di Israel Shamir, il tentativo di trovare gli antidoti negli stessi veleni che distruggono il mondo, va molto oltre il ristretto campo del confitto israelo-palestinese.

E adesso guardate cosa succede quando uno sguardo ampio incontra uno sguardo ristretto.

Inutile aggiungere che i ristretti si sono subito alterate, e oggi ritengono che Israel Shamir sia la dimostrazione vivente che gli ebrei sono sempre inaffidabili.

Ringrazio Pino Mamet per la traduzione.



Il Talmud Impalato,

recensione di Israel Shamir

del libro “Judaism Discovered” di Michael Hoffman *

Pubblicato in Culture Wars, marzo 2009

A un rabbino venne portato un pesce per determinare se fosse kosher: lui lo controllò per bene, e dichiarò: “Per essere kosher è kosher; ma che puzza!”. Questo esempio di umorismo ebraico mi è tornato alla  mente durante la lettura del grosso volume di Michael Hoffman.

Hoffman è preoccupato che la sua visione critica venga considerata come “fanatico odio razzista antisemita”. Sono pronto a rilasciargli un certificato di buona salute in questo senso: non è un fanatico, nè un razzista, nè un anti-semita; e il suo punto di vista dottrinale è piuttosto ortodosso e non dovrebbe causare molta preoccupazione ai  cristiani. Egli respinge correttamente il  pregiudizio razzista antiebraico come inaccettabile per i cristiani. Professa molto  amore per gli ebrei, che vorrebbe salvare. È anche solidamente anti-sionista, e questa è certamente una buona qualità. Tuttavia, questo non è sufficiente per fare del suo libro uno studio valido, affidabile e leggibile.

Il suo è un lavoro polemico, quasi un pamphlet, una critica  alle credenze degli ebrei (Hoffman preferisce trasformare un aggettivo, “giudaico”, in un sostantivo, e scrive di “giudaici sventurati”, al fine di evitare l”ormai sovraccarica parola che inizia con la E).
(nota: in inglese il corrispettivo sia di “ebreo” che di “giudeo”, in senso etimologico e non spregiativo, è “jew”; questa è appunto la “parola che inizia con j” che Hoffman vuole evitare usando al suo posto il termine “judaic”, anche se questo procedimento in italiano avrebbe poco senso.)

E questo va bene: il politically correct, vietando le dichiarazioni negative sui concorrenti, ha reso irrilevante gran parte della teologia .

C”è sicuramente un posto per uno studio critico dell”Ebraismo; per un libro che tenga conto dei precedenti voluminosi studi e ci porti a una migliore comprensione di questa fede e dei suoi seguaci. Tuttavia il libro di Hoffman appare datato, nonostante sia fresco di stampa. Libri come questo sono stati scritti da fieri protestanti anglo-sassoni  nel 19°secolo, riguardo, per dire, la fede degli Indù o anche quella dei cattolici (“papisti”, per Hoffman). Più che altro questo libro è una valanga di insulti: “pagani, religione pagana, diabolica, culto satanista, contraffazione, finzione, oscenità, razzismo, superstizione, inganno”. Oppure “il Talmud pagano costituito da abominevole malvagità, prodigiosa sporcizia e superlativa bassezza”.

Al tempo della supremazia WASP, questo stile era  considerato de rigueur, e senza dubbio era quello utilizzato dai missionari inglesi e americani in India o in Polinesia. Ma oggi si suppone che si siano fatti passi avanti. Alcuna della migliore arte e letteratura è stata creata da “pagani incivili”, da Omero al Mahabharata. “Sudiciume, bassezza, oscenità“: tutte queste accuse sono state rivolte a Boccaccio e a Joyce, e oggigiorno ci fanno ben poca impressione. Tutto considerato io sono per dire pane al pane e vino al vino, ma Hoffman la butta troppo in caciara.
(nota: l”espressione inglese è “chiamare vanga una vanga”, to call a spade a spade, mentre Hoffman la trasforma in “a bloody shovel”, “un dannato badile”, diciamo; ho tentato di mantenere più o meno il senso).

Per questo motivo, Peter Myers, il nostro amico cattolico australiano, ha rifiutato di recensire libro, scrivendo: “Il motivo per cui non mi occupo di Judaism Discovered è che Hoffman racchiude la sua tesi in una manipolazione (nota: “spin”, o “rotazione” che sarebbe l”effetto dato a una palla da gioco per ingannare l”avversario) protestante. Egli condanna l”Ebraismo come un ritorno anti-biblico al paganesimo babilonese.

Questo tipo di linguaggio mi lascia freddo: Babilonia, l”Egitto e la civiltà dell”Indo sono  i tre centri da cui arriva la nostra civiltà, perlopiù per mezzo di prestiti. Mi ha sempre stupito la fioritura protestante negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti si trovano in un”alterazione temporale, e persino alcuni studiosi autentici basano la loro visione delle antiche civiltà antiche nei termini pieni di odio  della Bibbia “.

Di fatto, “deformazione temporale” è la parola giusta per descrivere questo libro di Hoffman: è come se non avesse mai letto Mircea Eliade o Guenon o anche “Il ramo d”oro” di Frazer; non è a conoscenza di studi comparativi sulle religioni. Se il linguaggio della fede fa riferimento al pene, Hoffman si mostra scioccato come una scolaretta. “Vagina” lo manda KO completamente. L”unione sessuale non dovrebbe essere menzionata affatto, a suo parere. La parola “pagano” è usata in tutto il libro come un marchio di deprivazione morale e degrado. Un confronto con il Buddhismo e l”Induismo (nel caso della credenza esoterica nella reincarnazione) dovrebbe sigillare definitivamente la dannazione della fede ebraica, agli occhi di Hoffman. Dubito che questo libro possa essere letto al di fuori della Bible Belt, dove un linguaggio e un atteggiamento di questo genere è  ancora considerato valido.

Questa deformazione temporale è un fenomeno americano, o anglo-americano. Hoffman si riferisce (con un tocco di invidia) a una moltitudine di libri anti-musulmani  con titoli sensazionalistici come “Il lato oscuro dell”Islam” o “Guida politicamente scorretta all”Islam” o “La guerra dell”Islam contro il mondo”. Di fatto  ogni critica al libro di Hoffman è altrettanto (o anche più) valida nei riguardi di queste diatribe anti-islamiche. Provo molta simpatia per Michael Hoffman quando dichiara: fate con l”Ebraismo quello che hanno fatto con l”Islam, e il vostro nome verrà cancellato. Questo è vero: provocare i musulmani è consentito, ma agli ebrei ci si può riferire solo a bassa voce in tono adorante.

Per questo motivo credo che il libro di Hoffman abbia un qualche valore positivo come contrappeso agli attacchi ebraici a Islam e Cristianesimo. Può insegnare una certa modestia agli ebrei, e anche questo è un obiettivo meritevole. Ideologicamente, posso approvare un po” dell”atteggiamento combattivo di questo libro, o il desiderio di Hoffman di portare la luce di Cristo agli ebrei. Tuttavia, questo non lo rende un libro buono, o persino leggibile.

Il libro è poco curato: l”ortografia non è uniforme, nella stessa riga si possono trovare chacham e khokhem (saggio), la pronuncia ashkenazita e quella sefardita si alternano confusamente. Sono valide entrambe, ma bisogna decidersi. Ci sono molti inserti con caratteri diversi, la cui provenienza non è chiara al lettore. È pieno di ritagli diversi e citazioni da giornali e siti internet, non armonizzati o organizzati in modo corretto. Alcune pagine sono lasciate in bianco: gli stampatori hanno fatto un pessimo lavoro. Un editor professionale, un editore e un revisore potrebbero migliorare moltissimo questo prodotto amatoriale; magari anche renderlo leggibile.

Il pruriginoso Hoffman è inorridito da molte regole del Talmud che prescrivono certi comportamenti in bagno e in camera da letto. La prende troppo sul personale, ecco che c”è. Potrebbero essere divertenti bocconcini da intenditori: se i rabbini pensassero o meno che uno debba sforzarsi quando è al bagno, o se paragonassero il colore del sangue mestruale a quello dei pidocchi schiacciati, o se uno possa fornicare in presenza di topi e gatti (ahimè, questa se l”è persa). Si può essere affascinati o disprezzare simili curiosità del VI secolo, scritte millequattrocento anni fa in Iraq; ma Hoffman ne è  sconvolto come se fossero state scritte dai suoi dipendenti durante l”orario di lavoro, al posto del loro report annuale.

Riporta diffusamente i costumi ebraici di niddah, impurità mestruale, e sembra esserne scioccato. Sono sicuro che ogni libro moderno di consigli alle donne mestruate potrebbe essere altrettato scioccante: ma queste sono appunto istruzioni per uso interno.

Hoffman è talmente privo di senso dell”umorismo che a leggerlo si sta male per lui. Cita dei divertenti elementi di folklore ebraico: “il coso” di Nabucodonosor divenne lungo centocinquanta metri di lunghezza nel vedere l”ultimo re della Giudea, mentre quello di Assuero era lungo  sei metri quando vide Esther. A me, ricorda Mae West con la sua immortale “Hai una pistola in tasca o sei solo contento di vedermi?” Ma Hoffman va in crisi isterica e condanna “la follemente sporca malizia del Talmud”.

Le fiabe ebraiche su Metatron, il gigantesco angiolone ciabattino che unisce i mondi, non lo affascinano, ma sono descritti come “inconcepibile iperbole e continua menzogna”. Mi chiedo se abbia  mai letto Jack e il fagiolo magico da bambino- o non avrà piuttosto rifiutato i racconti per bambini come una “continua menzogna”? Del resto se li avesse letti avrebbe trovato un sacco di analogie: il fagiolo magico cresce anche di più del cazzo di Nabucodonosor, e l”orco sentiva l”odore umano di Jack dalla stessa distanza da cui Metatron poteva annusare  Enoch.

Più fastidiose sono le sue diatribe da leguleio di provincia; è una specie di avvocato di Little Rock, che lancia un”accusa dopo l”altra senza preoccuparsi troppo della loro coerenza. Salta a conclusioni infondate, troppo velocemente e troppo spesso. Per esempio, cita dal Talmud Rabbi Johanan: “un gentile che studia la legge merita la pena di morte”; e salta a una strana conclusione: “Gesù Cristo. non aveva il diritto di studiare la Legge e ha pagato il suo studio con la sua vita”. Ma Gesù non era un gentile, era un discendente legittimo del re Davide e di altri grandi re. Aveva certamente il diritto di studiare la Legge, anche ritenendo che un tale divieto esistesse ai tempi di Cristo.

Hoffman nota la passione talmudica per i trucchi della casistica e per lo smontare le regole tramite le “clausole di salvaguardia”. Porta alcuni esempi divertenti di come i rabbini riuscissero ad aggirare un comandamento diretto mediante sotterfugi. Così, per  giustificare l”atto di corrompere un  giudice è sufficiente affermare che vi è ragione di credere che il giudice stia  cercando di trattare ingiustamente  un imputato ebreo, così lo scopo della tangente diventa quello di livellare il campo di gioco, o di ottenere clemenza al posto di un verdetto corrotto.

Questo è un argomento interessante, e ci sarebbe  molto da aggiungere agli esempi di Hoffman. Per esempio, la Bibbia postula che i debiti devono essere annullati ogni sette anni. Il Talmud lo trasforma  in un diritto del debitore, che ha diritto di rifiutarsi di pagare il debito, ma può ancora pagare. In altre parole, dopo il settimo anno, ogni debito diventa come un debito d”onore, vale a dire non imponibile. A questo punto, il Talmud dà al creditore il permesso di legare il debitore e tenerlo legato fino a quando pagherà “volontariamente”  il debito annullato.

Questo sistema viene utilizzato anche dai tribunali rabbinici, al fine di costringere un uomo a concedere il divorzio alla moglie, visto che una donna non può divorziare dal suo uomo secondo la legge ebraica: solo un uomo può divorziare da sua moglie con un atto di libera volontà.

Così il giudice ordina l”arresto e la carcerazione dell”uomo fino a che non pronunci le parole “voglio il divorzio!”

Perversione della parola di Dio? Certo, ma questi trucchi legali  non sono certo il monopolio degli ebrei. Nell”Odissea di Omero veniamo a sapere che Ermes ha insegnato ad Autolico, nonno materno di Ulisse, a “blandire ogni vivente con il suo spergiuro “. Autolico era “il nobile padre della madre di Ulisse, ed eccelleva tra i mortali/ in ruberia e spergiuri”, dopo aver ottenuto questo maestria dal dio Ermes stesso (Omero, Odissea 19,396). Gli ebrei sono mercuriali, come ha detto Slezkine, e così naturalmente sono bravi nell”eseguire questi trucchetti.

Nel villaggio palestinese di Taybe ho sentito la storia di un raffinato spergiuro che farebbe la gioia di ogni mercuriale: c”erano alcuni beduini del sud che erano venuti a vivere vicino a Taybe, e sostenevano di avere titolo legittimo a possedere quella terra. Gli fu richiesto di giurare in nome di Allah e del Profeta che fosse proprio così; e quelli giurarono che stavano  in piedi nella propria terra. I loro avversari dissero poi che avevano portato un sacco pieno della propria terra dal sud e se l”erano versata  dentro gli stivali, e così ci stavano “in piedi” mentre giuravano.

Lontano dal Mediterraneo semitico, si può trovare un altro celebre esempio di un giuramento ambiguo in Tristano e Isotta. Isotta si fece una cavalcata sulle spalle di Tristano, così da poter essere in grado di giurare che nessun altro uomo era mai stato tra le sue cosce.  È un peccato che Hoffman non possa offrire altri esempi simili provenienti da altre culture: comprometterebbe la sua lista di accuse, ma aumenterebbe il piacere del lettore.

La comprensione di Hoffman delle leggi ebraiche relative al rapporto sessuale è oscurata dal suo desiderio di condannare. Sostiene che l”ebraismo “istituzionalizza le molestie su minori” e porta molte citazioni per sostenere il suo argomento. Tuttavia le citazioni che espone non riescono a raggiungere lo scopo che vorrebbe da loro. In realtà si riferiscono alle definizioni. In generale, il diritto ebraico considera i rapporti sessuali come rapporti tra due persone mature. Un ragazzo è considerato maturo all”età di nove anni, quindi se un bambino di otto anni  “fa sesso” con una donna, non è considerato “rapporti sessuali”. Successivamente, la donna non è costretta a sposare il bambino di otto anni, lei non è imprigionata, lui non è ucciso, e le prospettive matrimoniali di lei non vengono diminuite- anche se probabilmente sarebbe stata pesantemente disapprovata in una società tradizionale.

Tutto questo può sembrare strano a un lettore moderno americano, ma lo sono anche altri costumi stranieri. Per esempio, io trovo strano che la legge americana consideri l”unione di Romeo e Giulietta come un atto di violenza [statutory rape].
(nota: per la legge americana “statutory rape” fa riferimento a tutte le attività sessuali, di qualunque genere, anche consensuali, con persone minori, mentre “forcible rape” è lo stupro vero e proprio)
Ci si potrebbe mettere a spiegare le ragioni di questo o quell”altro atteggiamento, ma andremmo fuori dalla portata di questa recensione.

La sodomia nella legge ebraica è un atto tra due maschi consenzienti che sanno quello che stanno facendo. L”Ebraismo è molto severo per quanto riguarda la sodomia, e la sua cura preferita a riguardo è la pena di morte. Tuttavia il discorso della legge ebraica sulla sodomia non copre altri comportamenti che nel diritto americano sarebbero considerati sodomia, molestie a minori o “statutory rape”. Le molestie a minori, diverse dalla sodomia, sono considerate in alcuni casi “spreco di seme” affine alla masturbazione; e possono portare alla pena di morte.

Inoltre, Hoffman cita un testo che sottolinea l”estrema pruderie del Giudaismo: è meglio tagliare la mano che lasciarla toccare un pene. Perciò è a conoscenza di una certa tendenza anti-erotica dell”Ebraismo, anche se non capisce che questa causa la sublimazione, o erotizzazione dei sentimenti religiosi, che lo sciocca così tanto. E ancora, Hoffman sostiene che questa differenza nelle definizioni legali costituirebbe una “istituzionalizzazione delle molestie su bambini”! E questo è decisamente ingiusto anche da parte di uno sceriffo del Selvaggio West!

Hoffman cerca di sovvertire il significato del responso  di R. Ilai “R. Ilai disse, se uno è fortemente tentato, lo si lasci andare via dove non è conosciuto; fategli mettere abiti sordidi, indossare uno mantello sordido e fategli fare l”atto sordido che il suo cuore desidera, piuttosto che profanare il nome del Cielo apertamente”. Il testo è abbastanza chiaro: un rabbino sessuofobo, puritano, ma uso di mondo, capisce che un uomo non sposato possa essere tentato di fare sesso con una prostituta, così lo manda a farlo altrove e in abiti sordidi, piuttosto che a esibire con orgoglio la sua tendenza. Questo atteggiamento è molto lontano dalla cultura delle sfilate del “gay pride”: un uomo moderno avrebbe richiesto la legalizzazione dei bordelli e che ogni prostituta fosse fornita di un registro delle entrate ufficiale. I personaggi di Maupassant  non avrebbero capito il problema. Ma in una società tradizionale, si riteneva che alcune cose stessero meglio nascoste al buio.

Hoffman mal traduce la “tentazione della carne” come il “desiderio di fare il male”; quindi il consiglio mondano “va  a scopare da qualche altra parte, ragazzo” ne riceve una connotazione sinistra. R. Ilai non manda lo studente a uccidere, rubare, commettere adulterio, o qualsiasi altra cosa; soltanto ad avere un po” di sesso illecito, senza attirare l”attenzione e portare discredito alla sua posizione. Il suo consiglio è valido ancora oggi: per un senatore Vitter della Louisiana o uno Spitzer governatore di New York.
(nota: suppongo si tratti di esempi di scandali sessuali non diversi da quelli che hanno riguardato diversi politici italiani)

Hoffman non capisce neanche l”idea di isolamento. La legge ebraica proibisce che l”uomo e la donna stiano insieme soli, persino che usino un ascensore insieme. Tuttavia, è consentito che un uomo stia isolato con una bambina (al di sotto dei tre anni), per ovvie ragioni: lei potrebbe aver bisogno di attenzione, l”uomo può essere suo padre o suo fratello, e non può essere considerata un oggetto sessuale. Una donna infatti può stare appartata con un ragazzo al di sotto dei nove anni: potrebbe essere la sua balia, o “ragazza alla pari”, o la cuoca, o una parente. Nella mente sporca di Hoffman questa regola ragionevole significa “il permesso di avere rapporti sessuali con i bambini”. Nulla del genere viene inteso. Senza questi permessi, l”allevamento dei figli sarebbe stato semplicemente troppo difficile.

Allo stesso modo, Hoffman cita con grande enfasi queste parole: “Quando un uomo adulto ha un rapporto sessuale con una bambina non è niente, perchè quando la ragazza è inferiore a questo, è come se uno mettesse il dito nell”occhio”. Questa citazione è fuori contesto: se ci si prende il tempo di leggere il testo completo di Kethuboth 11, si capisce che questo testo si occupa di una specifica domanda: qual è lo status di una donna che è stata molestata quando aveva meno di tre anni. Può essere considerata ancora una vergine? Ha diritto al pagamento completo in caso di successivo divorzio? Può sposare un sacerdote? La legge ebraica stabilisce giustamente che una ragazza molestata in un”età così giovane sia considerata come una vergine, abbia diritto al risarcimento integrale, e possa sposare un sacerdote. La molestia non ha effetti per quanto riguarda il suo status, “come se uno mettesse il dito nell”occhio”. Questo testo non affronta la questione di cosa dovrebbe essere fatto al molestatore, solo ciò che dovrebbe essere fatto con la vittima in una società che dà un alto valore alla verginità.

La spinta di Hoffman a condannare l”ebraismo di tutte le possibili depravazioni lo spinge fuori dal seminato quando sostiene che la circoncisione è una “molestia omosessuale ai bambini”, mentre succhiare il sangue durante l”operazione sarebbe “fellatio”. Si può disapprovare questa usanza (che in realtà è ampiamente diffusa ed è praticata dai musulmani e anche dai cristiani etiopi), ma nessun uomo giusto e sano di mente sarebbe d”accordo con l”accusa di molestie di Hoffman.

Un confronto delle pratiche giudaiche nei confronti dei bambini con quelle di altri sistemi può anche mettere le cose nel giusto contesto: per esempio, nel diritto romano, il padre ha il diritto di uccidere i suoi figli per qualunque motivo. Nulla avrebbe distolto un signore romano dal prendersi il suo piacere con un maschio o una femmina di qualsiasi età; e il diritto romano (nella codificazione di Giustiniano) è contemporaneo del Talmud. Nella Grecia di Socrate, non c”erano tabù sui rapporti omosessuali: e l”Occidente è la progenie spirituale della Grecia e di Roma.

Hoffman è su un terreno più saldo  quando parla dell”atteggiamento ebraico nei confronti dei gentili. Questo tema è ben studiato, e sul Web si possono trovare alcune monografie in inglese, francese ed ebraico che se ne occupano. In effetti la legge ebraica è abbastanza terribile per un goy e a stento lo ritiene un essere umano. Hoffman ha anche ragione quando collega questa legge con l”assedio di Gaza di oggi, sicuramente un crimine contro l”umanità. Tuttavia, anche qui ci sarebbe un paragone da fare: gli antenati di Hoffman hanno ucciso milioni di nativi americani senza il consiglio ebraico, mentre i britannici hanno fatto scomparire i tasmaniani e ucciso milioni di indiani, africani e chiunque altro stesse sulla loro strada. È meglio essere un nativo palestinese sotto il dominio ebraico, o un nativo della Tasmania sotto il potere britannico protestante, o anche un nativo della Patagonia sotto il dominio spagnolo cattolico? Ahimè, non ci sono Tasmaniani né Patagoni a cui chiedere.

Non dico questo per incoraggiare gli ebrei a emulare l”esempio della Tasmania, o per farli sentire compiaciuti. Dio lo sa, gli ebrei sono già abbastanza compiaciuti di sé stessi. Ma il lettore ha il diritto di capire e imparare le cose, non solo di ricevere propaganda.

Le intenzioni di Hoffman sono buone, ma la sua conoscenza è limitata. Cerca di confutare un articolo apologetico di R. Shmuley Boteach sul Jerusalem Post (lo cita per intero – tutte e tre le pagine del testo del giornale) sul fatto che un ebreo deve salvare un gentile di sabato.

Israel Shahak ha scritto nel suo libro che vi è un divieto rabbinico di soccorso, come se questo rompesse l”osservanza del sabato. Shahak ha scritto di un ebreo osservante, che non gli avrebbe permesso di usare il suo telefono per chiamare un”ambulanza per un malore di un non-ebreo.

Boteach, un abile e furbastro “rabbino da media”, ha negato in molte occasioni e ha accusato Shahak di essere un bugiardo. Hoffman dice che i cristiani (e non solo “i profanatori pagani della fede”, non solo “i romani con le loro persecuzioni feroci”, come sostiene l”apologeta talmudico) non sono considerati uguali agli ebrei. Questo è vero, ma non risponde alla domanda.

Questo non vuol dire che la ricerca di Hoffman sia completamente priva di valore. Per esempio dipana perfettamente la questione della pena di morte per un gentile che studia la Legge secondo R. Johanan, contraddetta con la lode del gentile che studia la Legge secondo R. Meir, e cita correttamente la regola di armonizzazione: una gentile è lodevole se studia le leggi noachidi ed è colpevole se supera questa linea. Ma questa piccola e divertente osservazione è diluita da un mucchio di epiteti offensivi: “nonsense intellettualmente disonesto”, “provocazione”, “apologisti”.

Hoffman giustamente si oppone alle “hate laws “, alla sottomissione della Chiesa ai desideri degli ebrei. Ha ragione quando predica contro la propaganda anti-gentile sull”odio eterno dei gentili verso gli ebrei. Infatti sono d”accordo con Hoffman che questo famoso odio, il cosiddetto “antisemitismo”, non sia che un”invenzione creata dai leader ebraici, al fine di mantenere i propri sudditi obbedienti. “I rabbini hanno ripetuto a  generazioni di bambini ebrei che il mondo li odia e che i veri cristiani cercano di tacitarli  e di ucciderli. Questo geniale stratagemma rabbinico” deve essere contrastato, spiega Hoffman. Denuncia  la persecuzione degli ebrei, in quanto una persecuzione violenta come quella di Hitler rafforza questo stratagemma.

Il suo trattamento della menzione di Cristo nel Talmud è abbastanza ragionevole, anche se non nuova. Infatti, il Talmud- e altri libri ebraici- contengono passaggi anti-cristiani, e questo è universalmente noto. La polemica di Hoffman con certi ecclesiastici cattolici e anglicani che difendono  il Talmud è come ci si aspetta solida e giustificata.

Il libro di Hoffman non è una lettura piacevole o facile, ma non è privo di ricompense. Oggi, a seguito del crollo finanziario, è interessante sapere che l”architetto del crollo, Alan Greenspan, ha prestato giuramento al Federal office  su un Talmud di fronte a Ayn Rand, la Satanista.

C”è la storia interessante del defunto William F. Buckley, la sua creazione di un “movimento conservatore kosher” e il suo rifiuto verso Joe Sobran, critico nei confronti del Sionismo, tratta dal giornale Wanderer di St. Paul, Minnesota. Hoffman racconta di roghi di libri da parte delle autorità ebraiche, tra cui la traduzione della Bibbia in tedesco di Mendelssohn e libri satirici di scrittori eretici ebrei fino al XIX secolo, e di altri libri ebraici ”irrispettosi” nel 2002.

È un peccato che Hoffman non possa scrivere educatamente. Mark Twain nel suo “Il Giornalismo del Tennessee” ha fornito un esempio dello stile di scrittura che Hoffman sembra aver scelto di seguire: “Mentre stava scrivendo la prima parola, e quella in mezzo, mentre stava mettendo i puntini sulle sue i e i trattini sulle sue t, mentre stava mettendo  il punto in fondo alla frase, sapeva che stava creando una frase che era satura di infamia e puzzolente di falsità“.

Per esempio, è ben noto che gli studiosi del Rinascimento credevano nella saggezza di Ermete Trismegisto, con le sue presunte  fonti antiche egiziane. Giordano Bruno apparteneva a questa categoria. Hoffman scrive che “Bruno ripete a pappagallo il racconto. mentre contorce la stessa bugia”, ecc. I personaggi di Mark Twain certamente erano ancora più brutali, ma difficilmente lo sarebbero stati  con un uomo che fu bruciato sul rogo 500 anni fa.

 

Fonte: http://kelebeklerblog.com/2012/07/10/il-talmud-gli-islamofobi-e-lo-sguardo-antropologico/

 

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