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di Massimo Mazzucco – LuogoComune
La medaglia d”oro della sirenetta cinese è andata di traverso a mezzo mondo – il mondo occidentale, ovviamente – scatenando un vergognoso rigurgito mediatico, con accuse più o meno velate di doping che ormai si inseguono da una testata all”altra senza più ritegno. È la classica reazione dei perdenti, che non vogliono ammettere la batosta ricevuta ed accusano il vincitore di aver truccato le carte.
Ma siccome agli esami antidoping Ye Shiwen è risultata perfettamente negativa, nessuno può lanciare accuse apertamente, e lo fa quindi “citando” voci anonime, con le classiche ambiguità di cui i giornalisti mainstream sono ormai maestri impareggiabili.
Scrive ad esempio l”ANSA: “Sul conto della teen-ager più veloce di Michael Phelps continuano le insinuazioni e i veleni: dopo il doping e le manipolazioni genetiche, le scuole della tortura.”
Segue un articolo pieno di insinuazioni e veleni che in questo modo – guarda caso – “continuano” a circolare.
“Corpi da flettere e menti da piegare: lo straordinario exploit, attribuito dalla cinesina al ferreo allenamento ricevuto fin da bambina, ha riportato alla ribalta le “Guantanamo sforna-ori” di Pechino.”
In poche righe queste “scuole della tortura” sono passate da vaga “insinuazione” a dato di fatto acclarato, trovando anche un”etichetta che le condanna senza speranza: “Guantanamo”.
“Scuole in cui fin dalla più tenera età Pechino produce giovanissimi atleti utilizzando metodi al limite della tortura.”
E quali sarebbero questi metodi “al limite della tortura”, signora giornalista? Forse parla delle fotografie pubblicate dal Daily Mail – articolo dal quale lei ha riciclato le peggiori insinuazioni – dove si vedono ragazzini cinesi che soffrono mentre fanno allenamento?
Guardate invece come gode l”atleta occidentale sotto a sinistra, mentre solleva l”equivalente di mezza Mercedes turbodiesel. E cosa avrà fatto la ragazzina a destra, per avere dei polpacci del genere? Se li sarà fatti crescere ascoltando Chopin?
“Ye e le sue compagne di squadra sono prodotte come robot su una cinica catena di montaggio umana […]. Diete ferree e allenamenti massacranti”.
Invece gli atleti occidentali mangiano lardo e cotechino in quantità industriale, si allenano mezz”ora al giorno, e poi corrono subito a sniffare, trombare e bere wiskey.
Mesi e mesi lontani dalle famiglie: “Gli viene fatto il lavaggio del cervello: il loro unico obiettivo è vincere l”oro”
Invece in occidente l”allenatore olimpico viene a vivere in famiglia, cerca di non interferire con i ritmi quotidiani, e non parla mai di vincere nemmeno se lo pagano. Anzi, al ragazzo da allenare ripete trenta volte al giorno “quel che conta è partecipare”.
“… è stata ”infornata” nella sua ”Guantanamo” quando era appena all”asilo: prescelta perché aveva un fisico inusualmente mascolino con mani e piedi molto grandi e arti extra-long…
Invece in USA le nuotatrici le scelgono solo dopo i diciotto anni, e cercano quelle che al posto dei piedi hanno due punte di ombrello, con le spalle strette e le braccia corte, appena due tenagliuzze attaccate direttamente alla spalla sottile sottile. (È così che imparano a nuotare con le labbra).
“Ye e le sue compagne erano costrette ad allenarsi per ore uscendo dalla piscina solo quando “era necessario pulirla… “
Quando Phelps passò cinque anni consecutivi in piscina senza perdere un solo giorno, uscendo dall”acqua solo per andare a dormire, fu definito un eroe nazionale ed un fulgido esempio di dedizione sportiva. Paese che vai, tortura che trovi. (Forse a lui la piscina la pulivano di notte).
“… è stata separata dalla famiglia e costretta a vivere con altre cinque speranze del nuoto in un dormitorio spartano della Chen Jinglun Sport School di Hangzhou.”
Sai che sfiga. Invece di crescere in sedici metri quadrati alla periferia di Pechino – quelli invece non sono spartani, sono solo lusso e comfort – con i genitori che ti rompono i coglioni dal mattino alla sera, sta in collegio con le sue amiche, respira sport 24 ore al giorno, e comincia già ad adocchiare i ragazzini con cui fra qualche anno uscirà di nascosto a sbaciucchiarsi senza avere il padre alle calcagna.
Ma ora, signori, arriva la sorpresa: “Ma dai media cinesi la ”bambina-pesce” è descritta come una ragazzina ”normale”: tutta tv, libri gialli e punto a croce (un hobby popolare tra le coetanee) oltre che il nuoto. Ye, che si dipinge le unghie e parla a un cellulare rosa shocking …” Ma allora non è schiava dei cattivi cinesi! È come noi! Anche lei si dipinge le unghie e parla al cellulare!
Ah no, aspettate, c”è un errore. Se andiamo a guardare l”articolo originale, ci accorgiamo che la nostra giornalista copia-e-incolla ha fatto un piccolo pasticcio. La frase originale era: “We are told, again by state-controlled newspapers, that she is never happier than when painting her mother”s toenails, reading detective stories, and chatting to friends on her pink mobile.” E cioè “I giornali controllati dallo stato ci dicono che lei non potrebbe essere più felice di quando dipinge le unghie della madre, legge libri gialli e parla al suo cellulare rosa.”
A parte che le unghie erano quelle della madre e non le sue (quindi è comunque schiava e non padrona), ma sono i giornali “controllati dallo stato” ad averci detto queste cose. E noi mica siamo fessi, lo sappiamo bene che questi mentono spudoratamente: lei non può essere felice. Lei non può andare più forte di Phelps negli ultimi 50 metri. Lei non può aver battuto il record mondiale a sedici anni. Lei non può parlare liberamente al cellulare….
Altrimenti il nostro splendido mondo di cartapesta dove va a finire?
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Fonte: http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4050.
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