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La conversione di uno scettico sul cambiamento climatico

La conversione di uno scettico sul cambiamento climatico
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20 Agosto 2012 - 05.48


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richard muller 20120820

di Richard Muller* – NYT

Traduzione, note e didascalie di Antonino Bonan**

Chiamatemi uno scettico convertito. Tre anni fa identificai dei problemi nei precedenti studi climatici che, nella mia mente, gettavano dubbi sull”esistenza reale del riscaldamento globale. L”anno scorso, a seguito di un intenso sforzo di ricerca che coinvolgeva una dozzina di scienziati, ho concluso che il riscaldamento globale era reale e che le precedenti stime della velocità di riscaldamento erano corrette. Ora sto facendo un passo avanti: gli Umani sono quasi interamente la causa.

La mia totale giravolta, in un tempo così breve, è il risultato di un”analisi attenta ed obbiettiva attraverso il progetto Berkeley Earth Surface Temperature [1], che io ho fondato con mia figlia Elizabeth. I nostri risultati mostrano che la temperatura media delle terre emerse è cresciuta di un grado centigrado e mezzo negli ultimi 250 anni, comprendendo un aumento di 0.9 gradi nei 50 anni più recenti.

Inoltre, appare probabile che essenzialmente tutto questo aumento risulti dall”emissione umana di gas ad effetto serra.

Questi risultati sono più solidi di quelli dell”IPCC, il gruppo dell”ONU che definisce il consensus scientifico e diplomatico sul riscaldamento globale. Nel suo rapporto del 2007, l”IPCC concluse che solo metà del riscaldamento dei 50 anni precedenti fosse attribuito agli umani. C”era l”eventualità, secondo il consensus stabilito dall”IPCC, che il riscaldamento prima del 1956 potesse essere a causa di cambiamenti nell”attività solare, e che anche una parte sostanziale del riscaldamento più recente potesse essere naturale.

muller bonan 1Il nostro approccio di Berkeley Earth ha usato sofisticati metodi statistici largamente sviluppati dal nostro scienziato dirigente, Robert Rohde, che ci ha permesso di determinare la temperatura delle terre emerse molto indietro nel tempo. Abbiamo studiato attentamente le questioni sollevate dagli scettici: effetti sistematici originati dal calore urbano (abbiamo riprodotto i nostri risultati usando i soli dati rurali), dalla scelta dei dati (i gruppi precedenti sceglievano meno del 20% delle stazioni di temperatura disponibili; noi abbiamo usato quasi il 100%), dalla scarsa qualità delle stazioni (abbiamo analizzato le stazioni di scarsa e buona qualità separatamente) e dall”intervento umano ad aggiustare i dati (il nostro lavoro è completamente automatizzato e non soggetto ad intervento dell”operatore). Nei nostri articoli abbiamo dimostrato che nessuno di questi effetti potenzialmente fonte di problemi ha provocato un”indebita influenza sistematica sulle nostre conclusioni.

L”andamento storico della temperatura che abbiamo osservato ha salti bruschi che corrispondono alle emissioni di note eruzioni vulcaniche esplosive; i particolati emessi da tali eventi riflettono la luce solare, favoriscono bei tramonti e raffreddano la superficie terrestre per un po” di anni. Ci sono piccole, rapide variazioni attribuibili a El Niño e altre correnti oceaniche come la Corrente del Golfo[2]; a causa di tali oscillazioni, l””appiattimento” del recente aumento di temperatura che alcune persone affermano non è, dal nostro punto di vista, statisticamente significativo. Cos”ha provocato il graduale ma sistematico innalzamento di un grado e mezzo? Abbiamo provato a far corrispondere la forma della curva attraverso semplici formule matematiche (esponenziali, polinomiali), all”attività solare e perfino a funzioni crescenti come la popolazione mondiale. Di gran lunga la miglior corrispondenza è stata con la serie di dati sull”anidride carbonica in atmosfera, misurati da campionamenti atmosferici e aria intrappolata nel ghiaccio polare.

muller bonan 2

Cosa giusto altrettanto importante, la nostra serie di dati è abbastanza lunga che abbiamo potuto cercare l”impronta della variabilità solare, sulla base della serie storica delle macchie solari. Quell”impronta è assente. Nonostante l”IPCC permettesse l”eventualità che le variazioni nella luce solare potessero aver posto fine alla “Piccola Era Glaciale”, un periodo di raffreddamento dal XIV secolo a circa il 1850, i nostri dati mostrano solidamente che l”innalzamento di temperatura degli scorsi 250 anni non può essere attribuito a cambiamenti solari. Questa conclusione è, a posteriori, non troppo sorprendente; abbiamo imparato dalle misure satellitari che l”attività solare cambia molto poco la luminosità del sole.

Quanto è definita l”attribuzione agli umani? La curva dell”anidride carbonica fornisce una corrispondenza migliore di qualsiasi altra cosa noi abbiamo provato. La sua grandezza è consistente con l”effetto serra calcolato – riscaldamento incrementato dalla radiazione termica intrappolata. Questi fatti non dimostrano causalità e non dovrebbero por fine allo scetticismo, ma alzano l”asticella: ad esser seri, una spiegazione alternativa deve corrispondere ai dati almeno tanto quanto fa l”anidride carbonica. Aggiungere il metano, un secondo gas ad effetto serra, alla nostra analisi non cambia i risultati. Inoltre, la nostra analisi non dipende da modelli climatici globali grandi e complessi, gli enormi programmi informatici che sono famosi per le loro assunzioni nascoste e i loro parametri aggiustabili. Il nostro risultato è basato semplicemente sullo stretto accordo tra l”andamento dell”innalzamento di temperatura osservato e l”aumento dei gas a effetto serra conosciuto.

Essere opportunamente scettico è un dovere dello scienziato. Io trovo ancora che molto, se non la maggior parte, di quanto si attribuisce al cambiamento climatico è speculativo, esagerato o proprio del tutto sbagliato. Ho analizzato alcune delle affermazioni più allarmistiche, e il mio scetticismo su di esse non è cambiato.

L”uragano Katrina non può essere attribuito al riscaldamento globale. Il numero di uragani che colpiscono gli Stati Uniti è diminuito, non aumentato; idem per i tornado intensi [3]. Gli orsi polari non stanno morendo per il ghiaccio che arretra [4], e i ghiacciai himalayani non saranno fusi prima del 2035 [5]. Ed è possibile che noi attualmente non abbiamo più caldo di quanto avevamo un migliaio d”anni fa, durante il “Periodo Caldo Medievale” o l””Optimum Medievale”, un intervallo di condizioni calde noto da serie storiche e prove indirette come gli anelli degli alberi. E succede che il recente incantesimo caldo [6] negli Stati Uniti sia più che compensato dal raffreddamento altrove nel mondo, così il suo legame col riscaldamento “globale” è men che tenue.

L”attenta analisi della nostra squadra è sfociata in 5 articoli scientifici ora pubblicati su BerkeleyEarth.org. Quel sito mostra anche il nostro grafico della temperatura dal 1753 ad oggi, con la sua chiara impronta di vulcani e anidride carbonica, ma che non contiene componenti in corrispondenza ad attività solare. Quattro dei nostri articoli sono stati soggetti ad esteso esame da parte della comunità scientifica, e quello più nuovo, un articolo con l”analisi della componente umana, è ora pubblicato sul sito, assieme ai dati e ai programmi informatici usati. Tale trasparenza è il cuore del metodo scientifico; se trovate implausibili le nostre conclusioni, diteci qualsiasi errore di dati e analisi.

 

(28 luglio 2012)

Figure: http://berkeleyearth.org/results-summary/

Fonte: http://www.nytimes.com/2012/07/30/opinion/the-conversion-of-a-climate-change-skeptic.html?pagewanted=all07/30/opinion/the-conversion-of-a-climate-change-skeptic.html?pagewanted=all

* Richard A. Muller, professore di Fisica all”University of California, Berkeley, e già ricercatore della MacArthur Foundation, è l”autore, più recentemente, di “Energy for Future Presidents: The Science Behind the Headlines” (“Energia per i futuri presidenti: la scienza al di là dei titoli”).

** Antonino Bonan, meteorologo - Alternativa Veneto.



[2]  El Niño è la corrente che periodicamente (a fine anno, in media uno ogni 5) porta acqua calda del Pacifico verso le coste sudamericane, dove l”aumentato afflusso di umidità è associato a precipitazioni abbondanti; in generale questo fenomeno (come il suo speculare detto La Niña) induce oscillazioni sulla circolazione atmosferica globale, che però nel complesso sono piccole. La “Corrente del Golfo” è quella che ad ogni semestre freddo dell”emisfero Nord porta acqua calda dal Golfo del Messico verso le coste atlantiche dell”Europa, mitigandovi i rigori dell”inverno; anche in questo caso, l”effetto si ripercuote a scala globale con perturbazioni di vario segno ma nel complesso relativamente piccole.

[3]  Questa affermazione può anche sottintendere la seguente interpretazione fisica: il riscaldamento rende più frequente e diffusa la presenza di condizioni instabili vicino al suolo, ma al contrario rende meno frequente l”arrivo di aria fredda in alta quota tale da innescare i fenomeni violenti a partire da quell”instabilità. I modelli climatici non possono ancora stabilire, dappertutto nel mondo, se sia dominante l”uno o l”altro di questi effetti opposti. I modelli meteorologici, usati per le previsioni del tempo a breve e medio termine, in certa misura prescindono dalla presenza di un”anomalia climatica pluriennale: dunque, anch”essi non possono dare una risposta.

[4]  O meglio, probabilmente, secondo l”autore il ghiaccio artico arretra sempre di più ad ogni estate ma non è la causa principale delle difficoltà degli orsi polari. Del resto chi potrebbe dirci con sicurezza, che problemi analoghi o speculari non si siano presentati anche in epoche passate quando i ghiacci non arretravano?

[5]  Tra i molti documenti dell”IPCC, c”è n”è uno (non passato ad una vera peer review come gli altri) in cui venne fatta un”affermazione errata. Si sovrastimava grossolanamente la fusione dei ghiacci himalayani, stimando una loro completa estinzione per il 2035. Parecchi “scettici” approfittarono dell”errore, gridando alla menzogna da parte dell”intero impianto IPCC. In effetti, i ghiacciai dell”Himalaya mediamente arretrano davvero sin da qualche anno, come gran parte di quelli del mondo intero. Non inizieranno a farlo solo nel 2035 ma, pur avendo già iniziato, si esauriranno probabilmente ben dopo il 2035. Magra consolazione, comunque…

[6]  Si direbbe più propriamente “ondata di calore”. Se non ho sbagliato la traduzione, probabilmente in ambito giornalistico USA si sta usando una fraseologia più colorita e mitizzante. Poco diverso da come si fa da noi…

[7]  L”autore parla di “spettro”, probabilmente intendendo con ciò che nel campo di politica e diplomazia si ha a che fare con un”umanità relativamente varia, dove le possibilità di scelta sono molto più ampie rispetto a chi si deve conformare al solo metodo scientifico. Finchè non si sbatte la testa contro i Limiti…

 

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