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Satira senza sconti

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21 Settembre 2012 - 19.18


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dariofo 20120921

di Gisella Orsini

L”articolo di Paolo Bartolini, Satira e Potere, pubblicato su Megachip, apre un dibattito su un argomento di notevole importanza sui rapporti che intercorrono tra questi due ambiti, e le ripercussioni che esse hanno sul mondo esterno.

Dichiaro subito la mia posizione, sono argomentazioni che mi trovano totalmente distante. Spiego il perché.

L”autore espone un ragionamento contraddittorio quando da un lato intende difendere strenuamente la libertà d”espressione nel momento in cui scrive che:

le evoluzioni della scienza e della ragion critica hanno ampliato gli spazi di libertà e di espressione, indebolendo i vincoli tradizionali e le pretese di verità avanzate dalle religioni organizzate. Questo processo ha avuto i suoi aspetti positivi (da difendere strenuamente contro le pretese di chi vorrebbe imporre a tutti, per legge, determinati orientamenti e scelte etiche),

però poi aggiunge che bisogna stare attenti perché proprio in nome di essa, questa libertà, rischia di essere messa al servizio del dominio capitalistico o più genericamente del Potere che si intende combattere, infatti mette nero su bianco:

ma ha anche le sue ombre, soprattutto laddove i “fanatici della modernità” – mi piace chiamarli così – fanno finta di non vedere i giochi di potere e i rapporti di forza che segnano l”attuale situazione geopolitica mondiale.

e conclude poi con:

la satira, da nemica giurata del Potere, può facilmente trasformarsi in una sua fedele alleata. Oggi sta capitando proprio questo, in nome della libertà di espressione.

Mi pare evidente la discordanza di tale esposizione.

Aristofane, Moliere, Plauto, Bill Hicks e tanti altri maestri di satira, impallidirebbero di fronte a tali riflessioni.

La satira è un genere letterario libero, non ha regole. È questa la sua natura.

La satira non accetta regole, vincoli o paletti, poichè libera.

La satira, in quanto espressione di libertà, non esisterebbe non potendo esserci una libertà di espressione e di pensiero.

La satira consente allo spettatore di mettere in prospettiva il fatto stesso e quindi di comprenderlo, ha un alto valore educativo per le coscienze. Ovvio che infastidisca qualcuno, e che qualcun”altro possa strumentalizzare quel fastidio. Ma il problema sta nella strumentalizzazione, non nel fastidio opportunamente creato dalla critica dissacrante, che invece, fortunatamente, assume un alto valore pedagogico.

A causa della disinformazione che viviamo, spesso le persone hanno pochi strumenti per giudicare le notizie e per valutarle. L”autore satirico offre un aiuto, decodifica e semplifica un determinato messaggio.

Ora, sembra, secondo le conclusioni dell”articolo de quo, che ricordare certi fatti ai cittadini in una democrazia sia comunque pericoloso.

Scherziamo? Continuando di questo passo si arriverà a una forma di censura preventiva, in cui il comico si auto censura.

L”effetto collaterale dei paletti auspicati indirettamente da Bartolini è che la satira dentro i paletti è satira “permessa”, quindi non è più satira.

Lo invito dunque a riflettere perchè nessuno può arrogarsi il diritto di decidere il limite che non bisogna superare affinchè non si venga cavalcati dal potere, altrimenti questa oltre che censura e becero servizio per il lettore/ascoltatore,  si risolve in un plagio per le menti.

Concludo citando l”immenso Dario Fo:

Quindi la satira puo” agire anche sulla Storia, in qualche modo?”

Dario Fo: “Spesso. Basti pensare al timore, al panico che hanno avuto sempre i potenti davanti ai problemi della satira. Perchè la satira in molti casi ha determinato la presa di coscienza della gente, soprattutto delle classi inferiori. Ha fatto capire di avere il potere di ribaltare le situazioni, di avere il coraggio.”


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