di Pier Francesco De Iulio – Megachip
Alla fine Beppe Grillo ce l’ha fatta. Superando anche la migliore delle aspettative il Movimento 5 Stelle è il primo partito nella prossima legislatura repubblicana. Il partito che non c’è.
Ogni considerazione fatta nei giorni precedenti il voto, sulle reali possibilità di successo dei grillini, sul voto utile e le alternative a sinistra è stata messa a tacere sotto il peso delle cifre. Lo scrutinio dei voti parla chiaro: il M5S ottiene alla Camera il 25,55% (108 seggi), al Senato il 23,79% (54 seggi).
Le dimensioni dell’affermazione di Grillo e del M5S sarebbero state ancora più importanti se alla Camera non fosse venuto in soccorso alla disastrata coalizione di centrosinistra il Porcellum.
Ma cosa accadrà adesso?
Ingovernabilità . È la parola che è rimbalzata sin dalle prime proiezioni di voto da una televisione all’altra, sul web e oggi su quasi tutti i giornali.
I commentatori politici e la grancassa dei media di regime pensano già all’individuazione dell’uomo super-partes che riesca a mettere insieme i cocci. Contro l’avanzata della Casaleggio & associati non c’è antiberlusconismo che tenga. Bisogna correre ai ripari.
Fuori gioco Mario Monti, che se non fosse “salito in campo” – e miseramente caduto – molto probabilmente sarebbe stato candidato a prendere la via del Colle per un rinnovato mandato, già si invoca un governo di “salvezza nazionale”. Si parla di governo “a tempo” che faccia soltanto il necessario per tornare a votare il più presto possibile. E magari nel mezzo continui e acceleri l’opera di distruzione morale, sociale ed economica del Paese già avviata nella precedente legislatura. C’è perfino chi adombra per il ruolo di traghettatore la figura “autorevole” del Dottor sottile (Cirino Pomicino dixit), il “probo” Giuliano Amato che nel 1992 mise le mani nelle tasche degli italiani e dei loro conti in banca. In perfetta linea coi tempi verrebbe da dire.
Malgrado la grande tenuta – e forse anche la rinascita – di Berlusconi e i suoi sodali, le urne elettorali hanno sancito una verità incontestabile: una larghissima parte degli italiani vuole un’inversione di rotta. Una politica nuova in grado di agire e di mettersi in sintonia con la realtà in modo totalmente diverso dal passato. La débâcle di Rivoluzione Civile è lì a dimostrare che non basta rifarsi il trucco e cambiare il primo attore se poi sulla scena si torna con la stessa compagnia dei miracoli.
Beppe Grillo, e con lui gli uomini e le donne del M5S che si apprestano ad entrare in Parlamento, ha ora una grande responsabilità . Portare avanti con convinzione le idee di rinnovamento propugnate in questi ultimi anni nei social network e nelle tante piazze d’Italia. Colpire dall’interno il presidio dei signori della casta e fare saltare il loro castello di carte. Se questo verrà fatto la società civile non starà a guardare e si farà parte attiva in un grande processo di rinnovamento morale e di reale cambiamento.
Dai loro studi super tecnologici con schermi al plasma gli anchorman in giacca di cachemire e belletto, coi loro stipendi milionari continueranno ad ammannire la vulgata del potere. È realistico pensare che probabilmente riusciranno nella loro opera. Troppo grande è ancora il divario delle forze in campo. Ma qualcosa sta cambiando. Qualcosa è già cambiato.