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Libertà dove sei? Non in America né in Europa

'Considerazioni ai tempi di Syriza. La FED e la BCE hanno riportato l''Occidente al tempo in cui un gruppetto di aristocratici era padrone di tutto [Paul Craig Roberts]'

Libertà dove sei? Non in America né in Europa
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30 Gennaio 2015 - 21.46


ATF

di Paul Craig
Roberts
.

Quando
l”ex dirigente della Goldman Sachs, che ora dirige la Banca centrale
europea (BCE), ha annunciato che stava per stampare 720 miliardi di
euro all”anno con cui acquisire crediti inesigibili dalle grandi
banche collegate politicamente, la moneta europea è andata a fondo e
il mercato finanziario e il franco svizzero hanno avuto un’impennata.
Come negli Stati Uniti, l’alleggerimento quantitativo (QE) serve ad
arricchire chi è già ricco. Non ha alcun altro scopo.

Le
ricche istituzioni finanziarie che hanno acquisito a prezzi bassi il
travagliato debito pubblico di Grecia, Italia, Portogallo e Spagna
ora ne vendono i titoli alla BCE a prezzi elevati. E nonostante il
livello di recessione, la disoccupazione in gran parte dell”Europa
nonché l’austerità imposta ai cittadini, il mercato finanziario è
cresciuto in previsione del fatto che gran parte dei 60 nuovi
miliardi di euro che saranno creati ogni mese troverà la sua strada
nelle quotazioni dei capitali: la liquidità alimenta il mercato
borsistico.

Dove
mai può andare il denaro? Un po’ va in franchi svizzeri e un po’
va in oro finché l”oro è ancora disponibile, ma la maggior parte la
BCE la sta stampando allo scopo di aumentare la ricchezza dell’un
per cento dei possessori di titoli. La Federal Reserve (FED) e la BCE
hanno riportato l’Occidente al tempo in cui un gruppetto di
aristocratici era padrone di tutto.

Le
borse sono bolle gonfiate dalla creazione di moneta della banca
centrale. In base a un ragionamento tradizionale non cӏ un motivo
sensato di possedere capitali azionari, perciò gli investitori
sensati li hanno evitati.

Ma
non si va da nessun’altra parte: così, poiché le banche centrali
sono gestite dai ricchi per i ricchi,
un modo sensato di ragionare lo si è voluto dimostrare come un errore nel corso degli ultimi sei anni.
Questo dimostra che la corruzione può prevaricare i principi di base
per un periodo indeterminabile.

Come
ho definitivamente dimostrato nel mio libro del 2012 The
Failure of Laissez Faire Capitalism
and Economic Dissolution
of the West
[“Il fallimento del capitalismo
liberista e il deterioramento economico dell’Occidente”, NdT],
prima la Goldman Sachs ha ingannato i finanziatori con prestiti
esagerati [overlending] al governo greco, poi suoi ex
dirigenti hanno assunto il controllo degli affari finanziari della
Grecia e costretto all”austerità la popolazione per evitare perdite
a carico dei creditori stranieri.

Questo
ha stabilito un nuovo principio in Europa, che il Fondo monetario
internazionale (FMI) ha inesorabilmente applicato ai debitori
dell”America Latina e del Terzo Mondo. Il principio è che quando
i creditori stranieri commettono errori e prestano in eccesso ai
governi stranieri, caricandoli di debiti, gli errori dei banchieri
sono rimediati derubando le popolazioni povere
. Pensioni, servizi
sociali e pubblico impiego sono tagliati, risorse preziose vengono
svendute agli stranieri per pochi spiccioli e il governo è costretto
a sostenere la politica estera statunitense. Confessioni
di un sicario dell”economia
[Minimun Fax, 2004] di John
Perkins descrive perfettamente il processo. Se non avete letto il
libro di Perkins, avete solo una vaga idea di come sono corrotti e
senza scrupoli gli Stati Uniti. Infatti, Perkins dimostra che
l”eccesso di prestiti è fatto apposta per preparare il paese al
saccheggio
.

Questo
è ciò che Goldman Sachs ha fatto in Grecia, intenzionalmente o
meno.

I
greci hanno impiegato molto tempo per accorgersene. A quanto pare, il
36,5 per cento della popolazione è stato svegliato da un aumento
della povertà, della disoccupazione e dei suicidi. Tale cifra, poco
più di un terzo dei voti, è bastata a portare al potere Syriza
nelle elezioni greche appena concluse e a cacciare il corrotto
partito Nuova Democrazia, che ha sempre venduto il popolo greco alle
banche estere. Tuttavia, il 27,7 per cento dei Greci − se il dato
elettorale è corretto − ha votato per il partito che ha
sacrificato il popolo greco ai bankster (banchieri gangster).
Anche in Grecia, un paese abituato a manifestazioni popolari nelle
strade, una percentuale significativa della popolazione ha subìto un
lavaggio del cervello sufficiente a farla votare contro i suoi stessi
interessi.

Syriza
può fare qualcosa? Si vedrà, ma probabilmente no. Se avesse preso
il 55%, il 65% o il 75% dei voti, sì, ma una maggioranza del 36,5%
non rappresenta un paese compatto, consapevole della propria
condizione e spoliazione per mano di ricchi banchieri gangster. Il
voto dimostra che una percentuale significativa dei greci appoggia il
saccheggio estero del paese.

Inoltre,
Syriza è contro i pezzi grossi: le banche tedesche e olandesi che
detengono i crediti verso la Grecia e i governi che sostengono le
banche; l”UE che usa la crisi del debito pubblico per distruggere la
sovranità dei singoli paesi membri della stessa unione; Washington
che sostiene il potere sovrano dell’UE sui singoli paesi, in quanto
è più facile controllare un solo governo piuttosto che un paio di
decine.

I
“presstitutes” [giornalisti di regime, NdT] finanziari
occidentali stanno già avvertendo Syriza di non mettere in pericolo
la sua adesione alla moneta comune deviando dal modello di austerità
imposto esternamente ai cittadini greci con la complicità di Nuova
Democrazia.

A
quanto pare, c’è una carenza di mezzi formali per uscire dall”UE e
dall”euro, ma comunque la Grecia può essere minacciata di venir
buttata fuori. È una cosa di cui dovrebbe rallegrarsi. Uscire
dall”UE e dall”euro è la cosa migliore che possa capitare alla
Grecia, perché un paese senza una propria moneta non è un paese
sovrano, è uno Stato vassallo di un altro potere. Un paese senza una
propria moneta non può finanziare i propri bisogni. Anche se è
membro dell”Unione europea, il Regno Unito ha mantenuto la sua
propria moneta e non è soggetto a controllo da parte della BCE. Un
paese senza il suo denaro è impotente, è niente.

Se
gli Stati Uniti non avessero il proprio dollaro, non avrebbero
nessuna importanza sulla scena mondiale.

L”Unione
Europea e l”euro sono stati solo trucchi e inganni. I paesi hanno
perso la loro sovranità, alla faccia dei concetti occidentali di
“autogoverno”, “libertà“, “democrazia”:
tutti slogan senza contenuto. In tutto l”Occidente non troviamo
nient’altro che persone derubate da quell’1% che controlla i
governi.

In
America il saccheggio non si basa sull’indebitamento perché il
dollaro è la valuta di riserva e gli Stati Uniti possono stampare
tutto il denaro necessario per pagare i conti e riscattare il debito:
in America il depredamento è stato fatto attraverso l’offshoring,
cioè la delocalizzazione del lavoro.

Grandi
aziende americane hanno scoperto − e se non l’avessero fatto
sarebbero state invitate da Wall Street a trasferire fuori i conti o
a essere rilevate − che avrebbero potuto aumentare i profitti
spostando all”estero le loro attività di produzione. Il minor costo
del lavoro ha determinato maggiori profitti, valori delle azioni più
elevati, enormi bonus manageriali basati su “prestazioni”,
guadagni in conto capitale per gli azionisti. Negli Stati Uniti
l’offshoring ha notevolmente aumentato la disparità nel reddito e
nella ricchezza: il capitale è riuscito a depredare il lavoro.

Laddove
fossero in grado di trovare lavori sostitutivi, i ben pagati operai
manifatturieri che hanno perso il posto lavorerebbero part-time a
salario minimo da Walmart e Home Depot.

Economisti
− ammesso che siano degni di essere chiamati così − come Michael
Porter e Matthew Slaughter hanno promesso agli americani che
l”immaginaria “New Economy” avrebbe prodotto posti di
lavoro migliori, con stipendi più alti e più puliti dei lavori
dalle “unghie sporche” che fortunatamente le nostre aziende
stavano delocalizzando.

Come
ho definitivamente dimostrato, dopo anni non vi è alcuna traccia di
questi posti di lavoro “new economy”. Ciò che abbiamo è
invece un forte calo del tasso di partecipazione della forza lavoro,
come i disoccupati che non riescono a ricollocarsi. Gli impieghi
sostitutivi dei posti in fabbrica sono principalmente lavori
part-time per servizi domestici, e la gente deve mantenere due o tre
di questi lavori per sbarcare il lunario.

Ora
che questo fatto − che i polemici ci credano o no − si è
dimostrato del tutto vero, gli stessi prezzolati portavoce di chi ha
rubato il lavoro e di chi ha distrutto i sindacati sostengono, senza
uno straccio di prova, che i posti di lavoro delocalizzati stanno
tornando a casa.

Secondo
questi propagandisti, ora abbiamo quello che viene chiamato
“reshoring” (rimpatrio della produzione).

Un
propagandista del rimpatrio della produzione dichiara che la crescita
di “reshoring” nel corso degli ultimi quattro anni è del
1775%, un aumento pari a 18 volte.

[http://www.manufacturingnews.com/news/2015/A.T.Kearny-No-Data-Supporting-Reshoring-0112151.html]

Non
vi è alcuna traccia di questi presunti posti di lavoro rimpatriati
nelle statistiche mensili BLS (Bank Lending Survey: indagine sul
credito bancario) sugli impieghi regolarmente retribuiti.

Il
reshoring è solo propaganda per compensare la constatazione tardiva
che gli accordi di “libero scambio” e delocalizzazione del
lavoro non erano vantaggiosi per l”economia americana né per la sua
forza lavoro, ma lo erano solo per i super-ricchi.

Come
è capitato alle persone nel corso della storia, gli americani sono
diventati servi e schiavi perché gli sciocchi credono alle bugie che
gli si dà in pasto. Si siedono davanti a Fox News, CNN e roba del
genere, leggono il New York Times. Se volete imparare come gli
americani sono serviti male dai cosiddetti mezzi d’informazione,
leggete Storia
del popolo americano dal 1492 ad oggi
[1980, 2003] dello
storico Howard Zinn e guardate la serie di documentari The
Untold History of the United States
[2012] di Oliver Stone e
Peter Kuznick.

I
media aiutano il governo, e gli interessi privati che traggono
profitto controllando il governo controllano il lavaggio pubblico del
cervello. Dobbiamo invadere l”Afghanistan perché una fazione che
lotta per il controllo politico del paese protegge Osama bin Laden,
che gli Stati Uniti accusano senza alcuna prova di infastidire i
potenti Stati Uniti con l”attacco dell’11 settembre. Dobbiamo
invadere l”Iraq perché Saddam ha “armi di distruzione di
massa”, che lui ha sicuramente nonostante le relazioni contrarie
da parte degli ispettori dell’Onu. Dobbiamo rovesciare Gheddafi a
causa di una lista di menzogne che è meglio dimenticare. Dobbiamo
rovesciare Assad perché ha usato armi chimiche, anche se tutte le
prove dicono il contrario. È la Russia la responsabile dei problemi
in Ucraina: non perché gli Stati Uniti hanno rovesciato il governo
democraticamente eletto ma perché la Russia ha accettato il 97,6%
dei voti del Referendum per il ricongiungimento della Crimea alla
Russia, della quale era stata provincia per centinaia d’anni prima
che un leader sovietico ucraino, Krusciov, unisse la Crimea
all’Ucraina, allora parte dell”URSS insieme alla Russia.

Guerra,
Guerra, Guerra, questo è tutto ciò che Washington vuole.
Arricchisce il connubio esercito/sicurezza, la voce più importante
del PIL americano e il maggior contribuente, insieme con Wall Street
e la lobby israeliana, delle campagne politiche USA.


Chiunque o qualsiasi
organizzazione che opponga la verità alle menzogne è demonizzato.
La settimana scorsa il nuovo capo della Broadcasting Board of
Governors (BBG: l’agenzia governativa indipendente responsabile per
tutti i mezzi di comunicazione non militari), Andrew Lack, ha
indicato il servizio Internet TV russo Russia Today come
l”equivalente di Boko Haram e dei gruppi terroristici dell’ISIS.
Quest’accusa assurda è un preludio alla chiusura di RT negli Stati
Uniti proprio mentre il governo britannico, fantoccio di Washington,
ha chiuso la rete televisiva iraniana Press TV.

In
altre parole, gli anglo-americani non consentono notizie diverse da
quelle che sono state loro servite dai “loro” governi.

Questo
è lo stato della “libertà” oggi in Occidente.

Dr.
Paul Craig Roberts
è
economista, commentatore ed ex-Assistant Secretary of the U.S.
Treasury for Economic Policy ed editore associato del the Wall Street
Journal. Ha scritto su Business Week, Scripps Howard News Service, e
Creators Syndicate. Ha parecchi incarichi universitari e i suoi
scritti su internet attraggono lettori da tutto il mondo. I suoi
ultimi libri sono
The Failure of Laissez Faire Capitalism and Economic Dissolution of theWest e
How
America Was Lost
.

Traduzione per
Megachip a cura di Emilio Marco Piano.

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