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La Pitonessa va alla Scala

#Santanché fa dimenticare Verdi con i suoi panni verdi. Una strategia comunicativa che non lascia nulla al caso, per dare luce verde a un uomo. [Luisa Martini]

La Pitonessa va alla Scala
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9 Dicembre 2015 - 23.42


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di Luisa Martini.

Lo
sappiamo, c”è la guerra e c”è la crisi, ma si parla anche d”altro, e non sempre
le minuzie apparentemente frivole sono anche insignificanti. Prendiamo la prima
scaligera e l”immancabile passerella di Vip, ora che le battute sulla mise
scelta per l”occasione da Daniela Santanchè si sprecano. E giustamente, va
detto: l”effetto d”insieme è grottesco. Persino chi non segue né l”opera né la
moda né il gossip è costretto a sgranare gli occhi e guardare una seconda
volta, incredulo. L”immagine cattura l”attenzione, spinge alla condivisione
esclamativa, dilaga sui social network e persino su alcune prime pagine
nazionali. È dunque un”immagine potente, dal punto di vista comunicativo. Come
tutte le immagini potenti è ricca di messaggi, può essere letta a più livelli e
merita qualche spiegazione.

La
prima cosa che colpisce l”occhio è l”abbinamento cromatico: bianco e verde,
insolito per una prima così prestigiosa, insolito per il personaggio che
normalmente predilige uno stile ben diverso. Che dire: Verde Islam? Da
escludere, per una che fa
battute più islamofobe di Donald Trump
. Allora, verde prato? Verde
bandiera? Verde speranza? Verde pisello? Verde Lega? Si rimane interdetti. In
teatro, gli abiti verdi sono di solito associati ai ”cattivi”, per via del
riflesso sinistro che conferiscono all”incarnato (“chi di verde si veste, di
sua beltà si fida” si diceva in passato). Santanchè, si sa, ama recitare la
parte della ”cattiva”, purché sia una cattiva ricca, vincente. E su questi
dettagli, in assenza di gioielli vistosi (anche questa è una scelta precisa) ci
rassicurano sia la lucentezza del tessuto sia la pelliccia, tocco animalier
al quale non può certo rinunciare proprio la Pitonessa, che lo predilige sia in
pubblico che in privato. Lo mostra perfino l”arredamento della sua sontuosa
dimora milanese, esposta sulla rivista di sua proprietà Ville
e Giardini
, in un profluvio di particolari d”arredo dal significato
simbolico, pronti a essere decodificati dettaglio per dettaglio, ciascuno
disposto con una qualche funzione esoterico-magica leggibile da occhi esperti. Certe
case, certe persone, non lasciano nulla al caso.

E
l”abito? Subito dopo il verde, colpisce la sua linea. Il lungo è d”obbligo in quella
serata e Santanchè non può sottrarsi, ma ci gioca: fra tante gambe che in
simili occasioni occhieggiano dagli spacchi più o meno lunghi, la compagna del probabile
candidato sindaco di Milano tiene, per una volta, le sue completamente
(castamente?) coperte fino ai piedi, sotto un drappeggio svasato con fusciacca
che ricorda nella linea la gonna lunga e pesante delle popolane di un tempo. La
camicetta candida e accollatissima sottolinea la citazione. Persino la
pelliccia si adatta alla suggestione folkloristica, prendendo la forma di un
gilet. Il travestimento sarebbe completo, ma ecco il tocco diabolico: il
papillon, verde pure lui, ça va sans dire. Il papillon è la ciliegina sulla
torta. Dissonanza, diabolus in
musica
, porta dello sberleffo, canzonatura consapevole di tutti quelli che le
stanno intorno in quella serata. E di noi che guardiamo le foto il giorno dopo.

La
Pitonessa sa benissimo che soltanto un abito di cattivo gusto può attirare su
di lei l”attenzione in una serata nella quale Daniela Santanchè non è nessuno.
Non è un”artista, non è un”intellettuale, non è un mecenate, non ha incarichi
di governo. L”opera non le interessa, e nemmeno la vetrina le interessa più di
tanto, a lei interessa il potere, e usa in maniera consapevole ogni mezzo che
le permetta di ottenerlo, compresi vari tipi di vetrine, che siano uno studio
televisivo o il foyer della Scala non fa differenza. E ci è riuscita anche
questa volta, perché magari non sappiamo con quale opera si è aperta la
stagione scaligera, magari non sappiamo se il Presidente della Repubblica ha
assistito come di consueto dal palco d”onore, ma sappiamo che Daniela Santanchè
c”era. E all”ombra della sua gonna, illuminato da inquietanti riflessi verdi,
c”era un candidato sindaco di Milano.


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