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La Crimea accoglie a braccia aperte il Made in Italy

'Nel momento in cui finiranno le sanzioni, la Crimea potrà stabilire degli scambi commerciali con l''Italia, una benedizione in tempi di crisi economica stagnante. '

La Crimea accoglie a braccia aperte il Made in Italy
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18 Maggio 2016 - 12.56


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di Margherita Furlan

Il Sindaco di Jalta,
Rostenko è convinto: “Noi faremo in un anno e mezzo quello che l’Ucraina
faceva in 10 anni, puntando allo sviluppo delle infrastrutture.
Accogliamo con il massimo favore, la più viva collaborazione e i minimi
impedimenti burocratici tutte le iniziative imprenditoriali che l’Italia
vorrà sviluppare, anche nell’agricoltura.”

La
Crimea era universalmente nota al mondo greco almeno fin dal V secolo
a.C., grazie a Erodoto, che nelle sue “Storie” parla della Tauride e dei
suoi abitanti, sarmati e sciti, e a Euripide, che proprio qui ambientò
la sua Ifigenia, destinata a godere di lunga vita nella drammaturgia
occidentale. Da allora, nella bella penisola sul Mar Nero sono passati
molti popoli, lasciando le loro tracce peculiari nell”architettura e
dando vita a un vero mosaico di culture: accanto a russi, ucraini e
tatari, le tre etnie maggioritarie, si contano anche armeni, caraimi,
ebrei, greci, bulgari. Da Sebastopoli verso Jalta la costa si fa aspra e
selvaggia, ma anche affascinante. Dopo chilometri di pianura, si
innalzano rilievi montuosi che arrivano ai 1545 metri e si gettano
subito in mare, slabbrandosi in penisole, faraglioni e piccole
insenature.

È questa la Crimea cantata da Majakovskij: “Io
viaggio per la costa meridionale della Crimea. Non è la Crimea, ma la
copia di un antico paradiso…”

A
Jalta, celebre località balneare di moda fra ”800 e ”900, si è
conservata quasi intatta una piacevole atmosfera da Belle Epoque. Una
decina di chilometri a est di Jalta, il piccolo, antico abitato di
Gurzuf cala ripido in un golfo, su cui si affaccia la dacia di Cekhov,
orlato da una lunga spiaggia sabbiosa, in stagione sempre affollata di
bagnanti che la sera riempiono i semplici localini sul lungomare dove si
possono degustare specialità di sapore levantino.

La
Crimea è dunque meta per eccellenza del turismo balneare, apprezzata
anche dai viaggiatori dei Paesi europei. Ma ora troppo è cambiato dal 16
marzo 2014, giorno in cui il popolo della Crimea scelse di
ricongiungersi con la Federazione Russa. In mancanza del riconoscimento
della legittimità del voto, l”Unione europea ha imposto immediatamente
forti restrizioni alle relazioni economiche con la Crimea e Sebastopoli,
comprendenti il divieto d”importazione di beni, di sviluppo degli
investimenti nonché dei servizi turistici nella penisola del Mar Nero.
Sono vietate anche le esportazioni di beni essenziali, tra cui le
attrezzature per l”esplorazione, la prospezione e la produzione di
petrolio, gas e risorse minerarie. Il 19 giugno 2015 il Consiglio
europeo ha prorogato tali misure fino al 23 giugno 2016.


Dal 12 al 15 maggio Sputnik Italia ha accompagnato la delegazione
di parlamentari italiani in Crimea giunti fino nel sud della penisola
per una visita conoscitiva e di amicizia. La delegazione italiana era
composta dai Senatori Bartolomeo Pepe e Ivana Simeoni appartenenti al
Gruppo Misto, dalla senatrice Paola De Pin del movimento Alternativa per
l”Italia, dal Deputato Nicola Ciracì, del gruppo Conservatori e
Riformisti e da Gabriele Sani, ex consigliere comunale di Empoli insieme
al noto giornalista Giulietto Chiesa.

I
parlamentari hanno incontrato i massimi rappresentanti della Crimea, di
Sebastopoli, Simferopoli e di Yalta e, nonostante il breve soggiorno,
sono immediatamente giunti alla conclusione che le informazioni diffuse
dai media europei sulla Crimea sono fortemente distorte. L”onorevole
Nicola Ciracì rientra in Italia con la convinzione che il popolo
crimeano ha scelto liberamente di entrare a fare parte della Federazione
Russa, con un referendum legittimo e dall”ampio consenso popolare.

 

“Pertanto” prosegue il deputato del gruppo
Conservatori e Riformisti “le sanzioni non hanno più ragione di essere
soprattutto perché colpiscono non solo il governo di Mosca ma il popolo
della Crimea, tanto che gli abitanti non possono prendere un volo aereo
per nessun Paese europeo. La Crimea, nota Ciriacì, è un Paese in cui le
opportunità economiche sono tantissime perché  il regime di Kiev, che ha
governato la regione durante 23 anni, non ha colto le potenzialità
commerciali e turistiche. In realtà, la Crimea, sottolinea l”onorevole, è
ricca di bellezze naturali che per noi europei sono importantissime dal
punto di vista dell”approdo turistico e agroalimentare. Nel momento
in cui finiranno le sanzioni la Crimea avrà bisogno dell”Italia quanto
noi, soffocati da una crisi economica oramai stagnante. Le sanzioni
dunque non fanno bene a nessuno e sono strumento oramai obsoleto per
un”antica democrazia qual è l”Europa.”


Secondo
il sindaco di Jalta, Andrej Rostenko, “la situazione è cambiata
bruscamente dopo il referendum perché tutti i legami precedenti con
l”Ucraina si sono interrotti rapidamente nonché in termini ostili.
All”inizio è stato difficoltoso spiegare alla gente quello che stava
accadendo; persino alcuni dirigenti politici non avevano ben analizzato
cosa avrebbe comportato un cambio radicale, quale il passaggio da un
Paese ad un altro in pochi mesi. Le prime difficoltà si sono avute sotto
il profilo dei rapporti bancari e monetari perché tutto è stato
modificato ma, grazie al consistente aiuto finanziario da parte di
Mosca, alla fine del 2014 abbiamo risolto i problemi legati al cambio
monetario. Noi abbiamo cambiato direzione, aggiunge con orgoglio
Rostenko, invertendo tutti i nostri rapporti  e cominciando da subito a
reintegrarci nella giurisprudenza e nella legislazione russa. Ma per
quanto concerne la situazione interna e l”ordine pubblico non abbiamo
avuto problemi di nessun tipo per merito della grande compattezza della
popolazione”.


Il
Sindaco di Jalta spiega anche dei gravi contraccolpi economici che ha
subito il turismo. “Prima del 2014 il principale flusso proveniva
dall”Ucraina, seguita da Russia, Bielorussia ed Europa. Qui arrivavano
200 navi da crociera all”anno, con circa 80mila passeggeri. Ora nemmeno
una nave approda nei nostri porti. Noi non possiamo andare in visita
in Europa ma nemmeno gli europei possono venire qui. Nel frattempo,
abbiamo dovuto cambiare tutti i parametri della comunicazione non solo
nei porti, dove le navi ferme non sono più utilizzabili, ma abbiamo
dovuto ripensare al trasporto stradale e aereo. Inoltre l”Ucraina ha
aggravato la situazione chiudendo tutti i traffici ferroviari. Oggi la
ristrutturazione degli aeroporti di Simferopoli e di Sebastopoli
dovrebbe portare un flusso di 5milioni di turisti dalla Russia e dagli
ex Paesi sovietici. Il ponte di Kerch che stiamo costruendo per
avvicinarci a Mosca cambierà radicalmente la situazione ma naturalmente
abbiamo bisogno di trasformare tutto il sistema di trasporto terrestre
per evitare strozzature almeno finché la situazione politica
internazionale non si modificherà“.


Rostenko è convinto: “Noi faremo in un anno e
mezzo quello che l”Ucraina faceva in 10 anni, puntando allo sviluppo
delle infrastrutture. Ma, aggiunge il Sindaco di Jalta, accogliamo con
il massimo favore, la più viva collaborazione e i minimi impedimenti
burocratici tutte le iniziative imprenditoriali che l”Italia vorrà
sviluppare, anche nell”agricoltura, come sta già avvenendo per il
progetto della produzione di mozzarelle di bufala”.

È questo un invito all”esportazione del Made in Italy. Speriamo l”Italia lo sappia cogliere in tempo.

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