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Intervista di Alessandro Bianchi a Giorgio Cremaschi.
“Si è trattata di una gigantesca autoconvocazione di protesta”. Così Giorgio Cremaschi, sindacalista e uno dei promotori della campagna per il “NO sociale” alla riforma costituzionale, ascoltato telefonicamente da l”AntiDiplomatico, ha definito la vittoria schiacciante del No. “Scelgo di utilizzare un termine sindacale per esprimere la straordinaria mobilitazione di massa del popolo italiano che ha voluto mandare due giganteschi NO: un NO a Renzi, ma anche un NO alla distruzione della Costituzione”.
Ha perso solo Renzi ieri o ci sono altri grandi sconfitti?
A perdere non è stato solo Renzi. La combriccola o l””accozzaglia” di banchieri, finanza, sinistra venduta, progressisti rinnegati, sindacalisti complici hanno perso tutti. Sono coloro che per il “cambiare” hanno distrutto in passato le pensioni. Sono coloro che per il “cambiare” hanno abolito l”art.18. Coloro che per il “cambiare” hanno colpito la scuola. Ecco, costoro fino ad oggi avevano sempre vinto. Ma sulla Costituzione hanno preso un bel “pugno sui denti” dal popolo italiano. Sono loro che hanno perso insieme a Renzi.
C”è una forza politica che più di tutte esce vincitrice?
Nessun partito o organizzazione può avocare a sé la vittoria. E” stata una risposta e mobilitazione popolare. Rispetto agli artisti di palazzo che dicevano di “votare si”, la popolazione ha gridato con una sola voce: “No io voglio la mia Costituzione”. Devo essere sincero fino all”ultimo momento ero molto scettico sull”esito del voto, non perché non avessi grande fiducia sul popolo italiano ma per la mole dei mezzi utilizzati dal SI.
Noi combattevamo con archi e frecce, loro ci mandavano contro gli F35. Ma, si sa, gli F35 esplodono anche in volo.
Nel complesso e perché ho lavorato con loro in campagna elettorale, mi sento di elogiare l”USB e altre componenti sindacali che non si sono arrese. Mi sento poi di elogiare i giovani che all”80% hanno votato NO, mandando al paese un messaggio meraviglioso di speranza. Io faccio parte di una generazione che ha votato purtroppo in maggioranza per il SI, una generazione di cui sono minoranza e che si è arresa alla distruzione dei diritti.
Lei è stato uno dei promotori della campagna del “NO SOCIALE”. Che futuro ora per la mobilitazione?
Dobbiamo ragionarci, ma ci deve essere un futuro. In campagna elettorale ho spesso utilizzato la frase “basta un si per rovinarci”, ma ora dobbiamo chiarire che il “NO non basta”. E” solo il punto di partenza. In questi mesi, se ci pensate, siamo diventati tutti costituzionalisti e abbiamo appreso che abbiamo la Costituzione più bella del mondo, come diceva qualcuno, ma che resta inapplicata sul tema dei diritti. La sfida in questo momento è quella di trasformare il NO sociale alla distruzione della Costituzione in un NO chiaro all”Unione Europea.
Perché l”applicazione della nostra Costituzione non è possibile all”interno dell”UE e della zona euro?
Certamente no. Per questo il 10 dicembre la piattaforma Eurostop, anima del NO sociale, si riunirà e immagineremo insieme il cammino da perseguire. Del resto, il voto di ieri ci ha detto in modo definitivo che Scahuble e la Costituzione italiana sono del tutto antitetici.
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