Sono ancora una volta loro, le tute blu, a dare un”indicazione all”intero paese sui problemi drammatici da affrontare. Dalle strade della piazze di cinque grandi città italiane, Roma, Milano, Firenze, Napoli e Palermo parlano alle forze politiche, al governo, alle istituzioni, alla controparte, a Cisl e Uil che hanno rotto l”unità anche sul piano del contratto di lavoro.
Â
Duecentocinquantamila nei cortei che vedono la partecipazione di lavoratori di più regioni, dal Nord al Centro, al Sud, tutti alle prese con una crisi che riempie la cassa integrazione, con la chiusura di piccole e medie imprese, con grandi aziende che “dislocano”, chiudono e portano all”estero, nei paesi poveri il lavoro, perfino la ricerca. Assemblee, manifestazioni anche in tante altre città . Uno sciopero forte, proclamato dalla sola Fiom, con un significativo consenso dei metalmeccanici che vogliono contare nelle scelte che li riguardano e che non sono disponibili ad affidare la loro rappresentanza a chi non si sente neppure in obbligo di consultarli e di tener conto del loro parere. Democrazia sindacale, un tassello fondamentale della democrazia senza aggettivi, i cui valori sono scritti nella Costituzione. Grande questione, oggi, di fronte ad un attacco senza precedenti alla nostra Carta fondamentale.
Neppure ai tempi della polizia di scelbiana memoria, poi negli anni seguenti, il luglio 1960 e ancora verso giorni più vicini a noi, quando non solo venivano caricati i lavoratori che manifestavano ma si sparava contro di loro e si uccidevano. Era una repressione brutale che fu combattuta e sconfitta. Oggi siamo in presenza di un fascismo strisciante dove le libertà e i diritti vengono attaccati, compressi, con un parlamento del tutto esautorato e si tenta di delegittimare gli organismi di garanzia costituzionale, come la Consulta che non obbedisce ai voleri di Berlusconi e non ci pensa due volte ad aprire una crisi istituzionale con le parole violente e volgari rivolte contro il Presidente della Repubblica, accusato di non aver corrotto i giudici della Corte Costituzionale per fare un favore al premier terrorizzato di doversi presentare da imputato ai processi contro di lui come un qualsiasi altro cittadino. Con i metalmeccanici si coniuga la questione democratica con la questione sociale.
Lavoro, libertà , eguaglianza diventano i tre cardini di una battaglia che ha bisogno del contributo di tutte le forze di progresso, riformatrici, della sinistra, e non solo del Pd, che ha perso i rapporti con il mondo del lavoro, prima di tutto del sindacato, di un sindacato come la Fiom Cgil. Qualche giorno fa erano stati i giornalisti a rivolgersi al ” popolo” per difendere la libertà dell”informazione. In trecentomila hanno risposto riempiendo Piazza del Popolo e tutte le strade del centro di Roma. Una giornata importante. Il segno di un risveglio, che la cultura berlusconiana non ha intorpidito le coscienze. Ma il cammino da percorrere è lungo e arduo. Ancora dalla tute blu viene un segnale allarmante. Centinaia di migliaia di lavoratori in lotta in tutta Italia per combattere la crisi, difendere il posto di lavoro, i contratti, le condizioni di vita, sono invisibili, per i media non esistono. Un”informazione che non fa conoscere avvenimenti importanti come un grande sciopero e imponenti manifestazioni di lavoratori, non è libera. Non a caso, cosi come ormai molti anni fa, i metalmeccanici sono tornati davanti alla Rai. Per farsi carico di un problema di fondo, della questione democratica.