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di Alessandro Bongarzone – dazebao.org –
ROMA, 23 ottobre 2009- Come al solito è guerra di cifre. Per gli organizzatori erano più di 150 mila le persone che questa mattina hanno sfilato per il centro di Roma, aderendo allo sciopero generale indetto da Cobas, SdL e RdB, al grido di “Unificare le lotte per non pagare la crisi”. Una cifra ben lontana dalla poco credibile (almeno a giudicare dal traffico) fornita dalla questura capitolina secondo cui in piazza i manifestanti sarebbero stati poco più di 5 mila ai quali andrebbero aggiunti i circa mille studenti.
Non ci sono, al momento, invece, contestazioni circa il numero dei lavoratori, che secondo gli organizzatori sarebbe stimato attorno ai 2 milioni. Molte le scuole e gli uffici pubblici rimasti chiusi oltre al blocco del trasporto ferroviario e locale andato in tilt.
Numerose le richieste alla base della protesta di oggi, che oltre ai trasporti hanno riguardato anche la scuola, la pubblica amministrazione, la sanità , i vigili del fuoco e il settore privato, per contrastare il blocco dei licenziamenti e la riduzione dell”orario di lavoro a parità di salario, gli aumenti di salari e pensioni e l”introduzione di un reddito minimo garantito per tutti.
A Roma e Milano si sono svolte le due manifestazioni nazionali anche se quella romana – di gran lunga la più partecipata – ha catalizzato le presenze dei numerosi lavoratori giunti dal sud.
Il corteo, partito da Piazza della Repubblica attorno alle 11, si è diretto verso Piazza San Giovanni, seguendo il percorso autorizzato da viale Luigi Einaudi, piazza dei Cinquecento, via Cavour, piazza dell?Esquilino, piazza Santa Maria Maggiore, via Merulana, a viale Manzoni per terminare a piazza San Giovanni.
In testa ha sfilato una “Banda Bassotti” molto particolare. Un infermiere e tre impiegati, con tanto di mascherine nere, si sono travestiti – imitando i celebri personaggi di Walt Disney – per rappresentare Brunetta, Tremonti, Confindustria e sindacati confederali CGIL, CISL e UIL. In mano quattro grandi sacchi neri: dignità , salario, diritti e democrazia.
Ma la più bersagliata dal corteo, ancor più che Brunetta e Tremonti, è stata – sicuramente – la ministra dell”Istruzione Maria Stella Gelmini. A lei era rivolto il manichino vestito da Santa Assunzione (tanto per replicare l”inflazionata Beata Ignoranza) con tanto di aureola con la scritta “Contratto a tempo indeterminato”.
Lo spezzone più numeroso era, ovviamente, quello degli insegnanti arrivati un pò da tutt”Italia, soprattutto dal sud: Sicilia, Sardegna e Calabria. Qualcuno di loro era vestito da pesce, qualche altro da marinaio dietro uno striscione che ne spiegava il motivo: “La Gelmini è uno tsunami e la scuola è in un mare di guai”.
Al traguardo finale a piazza San Giovanni si è svolto il comizio conclusivo in cui hanno preso la parola Paolo Leonardi, coordinatore nazionale delle Rdb-Cub, Piero Bernocchi portavoce nazionale dei Cobas e Fabrizio Tomaselli del SdL, sindacato molto attivo nel trasporto aereo. Unico partito che ha aderito è quello di Rifondazione comunista, con il segretario Paolo Ferrero che ha sfilato tra i cordoni del corteo.
“Abbiamo ricostruito – ha spiegato dal palco Piero Bernocchi – un”alleanza sociale importantissima tra insegnanti, lavoratori del pubblico impiego, dei trasporti e dei vigili del fuoco. Forse la presenza studentesca è ridotta rispetto allo scorso anno ma ci sono tanti, tanti lavoratori in più”.
Leonardi, invece, si è soffermato sulle più che giuste motivazioni dello sciopero generale che hanno portato, ha detto, alla “sua piena riuscita, con un”alta adesione nel trasporto pubblico locale, nella scuola e nella pubblica amministrazione”. “Molti uffici pubblici – ha sostenuto il leader delle Rdb-Cub – sono rimasti chiusi e in piazza si sono caratterizzati anche i rappresentanti di alcune fabbriche in lotta come l”Alfa di Pomigliano e quella di Arese”.
“S”intravede – ha concluso Leonardi – un nuovo soggetto sindacale capace di dare filo da torcere a CGIL, CISL e UIL con l”obiettivo di riunificare il mondo del lavoro e rilanciare il conflitto?.
Al termine della manifestazione circa 300 attivisti di RdB, Cobas, SdL, Blocchi Precari Metropolitani, Movimento di lotta per la casa e dei centri sociali, si sono recati in corteo davanti al ministero dell”Economia e Finanze e hanno vita a un presidio per rivendicare un welfare adeguato alle drammatiche necessità del paese.
Fonte: dazebao.org.
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