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No alla precarietà, sì al futuro

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10 Marzo 2012 - 06.49


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fiom 9marzo 20120310

di Anna LamiMegachip

Evidentemente la Fiom ha ancora molto da dire, e soprattutto molto da fare, o per lo meno lo credono le decine di migliaia di persone che ieri [9 marzo 2012] hanno sfilato a Roma da Piazza della Repubblica a San Giovanni. Lavoratori del settore metalmeccanico e cittadini che, come ha sottolineato il Segretario Maurizio Landini, hanno rinunciato ad un giorno di stipendio per scioperare ed essere presenti.

Peggio ancora chi il lavoro l”ha perso, come i lavoratori della Jabil, azienda di Cassina De” Pecchi di Milano, con una storia cinquantennale alle spalle, che tre anni fa era uno stabilimento modello ed a dicembre ha licenziato tutti i 325 dipendenti. Ma gli operai non si sono arresi e hanno deciso di occupare la fabbrica, per impedire che l”azienda porti via tutto. In questi mesi sono divenuti il simbolo di una conflittualità radicale e non rassegnata. Roberto Malanca, Rsu, dice che “lo sciopero di oggi è stato fantastico. Io sono un lavoratore licenziato di una fabbrica che è stata chiusa non per mancanza di lavoro ma per un mero interesse economico, perché oggi conviene più chiudere le fabbriche che farle produrre. Con me oggi ci sono parenti ed amici, anche loro licenziati. Noi siamo in presidio da mesi, abbiamo occupato la fabbrica che era stata chiusa, stiamo facendo produzione ed andremo avanti su questa strada perché quella fabbrica non ce la potranno portare via e noi la vogliamo riaprire. Ma non può essere sempre e solo la Fiom a lottare, speriamo che tutti i lavoratori, aldilà dell”appartenenza sindacale, capiscano che non c”è più tempo da perdere oggi.”

Marco Barile, del direttivo provinciale della Fiom di Modena, operaio Ferrari, sostiene che “oggi abbiamo rivendicato il diritto alla democrazia nei luoghi di lavoro, la libertà sindacale, siamo venuti qui contro l”art. 8 fatto dal precedente governo che deve essere cancellato, ma anche e soprattutto contro il proposito di Monti di rimuovere l”ultima delle grandi conquiste operaie che ci è rimasta, l”art. 18. Per questo oggi è stato importante essere in tanti ma adesso che la Fiom ha dimostrato di avere ancora decine di migliaia di lavoratori con sé, deve dimostrare anche di essere coerente e rompere in modo netto con la linea ambigua della Camusso e mettere in campo un conflitto reale. Lo pretendiamo dai nostri dirigenti.”

Non a caso il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, che ha dovuto sostituire Susanna Camusso impegnata a New York, è stato duramente fischiato e contestato per tutta la durata del suo intervento.

Tantissime le bandiere del movimento No Tav: è anche questa la risposta dei lavoratori all”assenza del Pd, che non ha gradito l”invito a parlare dal palco di un esponente della comunità montana valsusina, peraltro esponente dello stesso Pd. Un”assenza che pesa soprattutto per le tv nazionali, un po” meno per i lavoratori in piazza oggi che a dire il vero, quando chiediamo loro cosa ne pensano, affermano unanimemente che è stato meglio così, che non volevano esponenti di un partito che sostiene Monti e apprezza Marchionne. Tutti preferiscono la presenza dei valsusini a quella dei “piddini”.

Incassando la solidarietà dei metalmeccanici, Ezio Bertok, del movimento No Tav, sottolinea che “la resistenza della Val di Susa si unisce nei contenuti alla resistenza della Fiom. La resistenza No Tav è un no allo spreco di ingenti risorse pubbliche che vengono sottratte al lavoro, alla scuola, alla sanità. Inoltre si è posto un problema di democrazia, tanto in Val di Susa sulla questione Tav, che per la Fiom nei luoghi di lavoro, a cui rispondiamo fianco a fianco.”

Presente anche il movimento per l”acqua pubblica, perché “quello che fa la Fiom nei luoghi di lavoro è una battaglia per i diritti e per la democrazia e democrazia e partecipazione sono da sempre le parole d”ordine del movimento per l”acqua.” Ci ricorda Marco del comitato romano.

In piazza anche tanti studenti medi ed universitari. Decine di loro si staccano dal corteo per andare sotto la sede dell”Inps di Amba Aradam, dove attaccano uno striscone con scritto: “inventateve ”na proposta seria”. Unicommon chiede reddito per tutti, e respinge la “lotta tra poveri” ed il ricatto della precarietà.

Alessandro Mustillo, di Senza Tregua, afferma: “quello che sta facendo il governo in questo momento riguarda il nostro futuro: quando si parla di togliere l”articolo 18, di estendere precariato, tutto questo passa a nostro danno, perché gli studenti di oggi sono i lavoratori di domani e quello che fanno ai lavoratori di oggi riguarda noi lavoratori di domani. Hanno spacciato il governo Monti per governo tecnico mentre in realtà è un governo politico e che fa politiche di destra. È comunque necessario dare un”alternativa politica al governo delle banche e sono gli studenti ed i lavoratori a doverla costruire assieme.”

Numeroso lo spezzone del Comitato No Debito, che si prepara già per il prossimo importante evento, quello milanese del 31 marzo, “Occupyamo Piazza Affari“. Appuntamento su cui scommette anche Giorgio Cremaschi, Presidente del Comitato Centrale della Fiom.

Maurizio Landini dal palco grida che non è facilitando i licenziamenti che si risolverà il problema nel mercato del lavoro: si augura che sia possibile trovare un accordo sulla riforma, ma si attende che si cancellino tutte le forme inutili di precarietà.

E “se da lunedì non si avvierà una trattativa seria e non ci saranno risposte – promette – da questa piazza arriva la disponibilità ad una nuova mobilitazione anche fino allo sciopero generale”.

In serata, arrivano le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Napolitano, che chiede ai manifestanti di avere “un” atteggiamento aperto verso le modifiche, che sono mature, nel sistema delle relazioni contrattuali”. L”inquilino del colle non si smentisce mai.

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