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di Danilo Lollobrigida
Una nuova parola, “esodato”, nasconde straordinarie vicende umane individuali sotto la bruttezza di un termine, in fondo a una valanga di numeri: cifre che ammassano decine e centinaia di migliaia di persone, che assorbono vite preziose, e infossano per il loro troppo volume il ricordo dei nomi, il valore delle professioni, le storie.
Come la storia raccontata in questo bel cortometraggio di 9 minuti realizzato da Piero Pagliani, che racconta in prima persona la storia della sua vita professionale. Pagliani per molti anni svolge contemporaneamente il ruolo di intellettuale – in veste di autore di decine di libri e di pubblicazioni – e quello di consulente informatico, con contratto metalmeccanico, presso importanti società . Fin quando, in occasione di una ristrutturazione interna, l”ennesima, Pagliani viene “esodato” dalla propria azienda.
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http://www.youtube.com/watch?v=dCQtLNl-fOQ
Grazie alle proprie competenze, Piero ha il privilegio di venire invitato da anni in un Paese “del Terzo Mondo” come l”India per partecipare a convegni culturali e scientifici, nei quali viene ascoltato, apprezzato e gli viene data opportunità di incontrare rappresentanti del governo e della cultura. Per contro, nel nostro Paese è costretto a vivere la condizione di impiegato metalmeccanico disoccupato ultra-cinquantenne, che – nonostante le proprie capacità – non riesce ad avere opportunità per trovare una nuova occupazione, né come informatico né come intellettuale.
Il video ci rammenta l”inaccettabile stato dei lavoratori di intelletto ultracinquantenni, trattati come rifiuti non riciclabili dal “mercato del lavoro”, ma contemporaneamente evidenzia la condizione drammatica della nostra cultura, della nostra ricerca scientifica e del nostro lavoro intellettuale, dimostrando che la conoscenza, la competenza e soprattutto una testa indipendente non offrono opportunità nel nostro Paese.
Un messaggio terribile ma realistico non solo per le persone più mature, ma ancora di più per i giovani italiani: studenti, precari o disoccupati. Gli emigranti di un tempo erano la fascia proletaria di origine contadina, poverissima e culturalmente molto bassa, ora fuggono all”estero i nostri neolaureati, i nostri ricercatori, la nostra gioventù di maggior livello intellettuale, culturale, artistico e scientifico. Fugge il nostro futuro.
Piero Pagliani coinvolge lo spettatore realizzando un gioiellino amaro e ironico, usando con sapienza una tecnica semplice: il montaggio di spezzoni di propri filmati alternati con foto ed estratti di filmati di avvenimenti storici e di classici della cinematografia.
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