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È qui la festa?

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1 Maggio 2012 - 18.16


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primo maggio 2 20120501

di Anna LamiMegachip

La festa di questo Primo Maggio è completamente offensiva per quelli che come noi da festeggiare non hanno proprio nulla.

Il loro concertone, il loro mega palco allestito da un”azienda che si è presa 43 mila euro, ironia della sorte, per mancato rispetto di alcune norme di sicurezza sul lavoro (ma sarebbero “irregolarità fisiologiche”, secondo l”impresa), cosa raccontano a noi studenti e lavoratori under 30, precari, disoccupati, di che cosa ci vogliono parlare?

I loro fatti ci spiegano bene con quanta cura, con quanto amore e rispetto per le vecchie e giovani generazioni si occupano dei lavoratori. Le loro parole hanno il sapore amaro delle menzogne dette da chi confida nella propria perenne impunità, degli inganni definiti nei pranzi domenicali e firmati all”interno dei loro palazzi ministeriali.

Mentono confidando che non verrà mai il momento in cui saranno i loro figli a guadagnare 500 euro al mese lavorando in un supermercato part-time con la laurea in economia e commercio in tasca, mentono quando ci spiegano che comunque fanno tutto per noi, che fanno tutto perché le conseguenze di questa crisi devono pagarle tutti e non si può pretendere di conservare quegli odiosi privilegi che un tempo si chiamavano diritti.

Anzi se c”è la crisi e lo stato è indebitato dicono sia anche colpa di quei diritti troppo generosamente concessi ai lavoratori delle generazioni che ci hanno preceduto. Visto dove si finisce quando i lavoratori sono troppo tutelati e pretendono di vivere al di sopra delle loro possibilità? È ora di invertire la rotta, il tempo delle pretese è finito. Forse era troppo pretenzioso anche Roberto di Maria, operaio di San Martino in Rio, caduto mentre sostituiva una lampada di emergenza. E chissà quante aspirazioni avrà avuto anche Matteo Armellini, ucciso dal crollo del palco di Reggio Calabria che stava montando per il concerto di Laura Pausini.

Francesco Pinna, 20 anni e 5 euro l”ora il prezzo della sua vita, così come Matteo non è “una stella in cielo, ma solo un altro operaio morto”.

Gianni Alemanno, dopo aver litigato con i sindacati Cgil Cisl Uil sulla spartizione del costo del concertone ha ben pensato di dedicare ai lavoratori morti il suo personale omaggio occasionale.

Le loro fidanzate saranno senz”altro rincuorate. Napolitano, il golpista che ha sempre la bocca piena di rigore ed austerità, l”uomo dei “moniti severi”, ha deposto una corona per le morti bianche, con la faccia tosta di chi trascorre la vecchiaia tra fasti lussi ed onori, perché è il capo dello stato ed il capo di questo stato è un po” come il Padre Eterno. Di sicuro la sua vecchiaia è ben differente rispetto a quella di Nunzia C., 78 anni, che si è lanciata dal balcone della sua casa di Gela.

Quello che conta è abbandonare nostalgismi e sguardi al passato. Tanto questo giro non conquistate o concertate proprio nulla cari miei, siamo nel 2012 ed il tempo delle lotte dei lavoratori è trascorso, oggi è il tempo della lotta dei potenti nel caso non ve ne foste accorti. Non hanno nemmeno la decenza di starsene nelle loro belle case, non perdono l”occasione per insultare e sbeffeggiare protetti da cordoni di sicurezza. Ma forse è perché come sbuffa spesso Marchionne, sono lavoratori anche loro. E tra di loro si difendono e s”indignano se qualcuno a sfilare alla testa dei lavoratori non li vuole vedere. Si portano reciproca solidarietà (Bonanni a Fassino) ed accusano di squadrismo chi osa contestarli. Squadrismo è diventato sinonimo della rabbia di chi non ha nulla, ed ovviamente mai si parla di squadrismo e violenza quando con la forza dei decreti legge, disegni legge, emendamenti costituzionali e revisioni costituzionali si mette in mora la democrazia e i valori fondanti della costituzione.

Il fiscal compact, il pareggio di bilancio in costituzione, lo stupro dell”art. 18, le privatizzazioni, il nuovo contratto farsa per chi inizia a lavorare ed i tagli feroci agli ultimi brandelli di stato sociale non sono violenza ma misure necessarie per salvarci dal default. Perché ne sono sicuri, i lavoratori si possono, anzi si devono prendere in giro perché non hanno mica studiato alla Bocconi o alla London School of Economics, quindi cosa volete mai che ne capiscano dell” “interesse del paese”.

Chissà come festeggiano il primo maggio il 9.7% di cittadini disoccupati. Probabilmente niente gita fuori porta, hanno tutti i giorni della settimana a disposizione, denaro permettendo.

E chissà quanta allegria ci sarà stata nel primo maggio di chi ha lavorato vent”anni e rientra nella categoria “esodati”, né lavoratore né pensionato, signor nessuno insomma.

Purtroppo però in molte città italiane il Primo Maggio è stato un giorno come un altro, e le poche iniziative di lotta radicale sono state naturalmente silenziate dai mezzi di informazione intenti a seguire i backstage dei musicisti che suonano a Roma. In questo primo maggio 2012 per il popolo lavoratore non c”è niente da festeggiare, da domani è necessario lottare per riconquistarsi diritti sociali e un futuro degno.

 

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