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Anche noi abbiamo i nostri “there is no alternative”

Anche noi abbiamo i nostri “there is no alternative”
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17 Dicembre 2012 - 22.51


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lavori-apidi Pier Luigi Fagan Megachip.

«Negli ultimi 10 anni il reddito è cresciuto così poco che in termini di Pil pro capite siamo ora intorno ai livelli del 1994-1995. Ci siamo bruciati 18 anni, sia in termini di disoccupazione che di reddito.» afferma Enrico Giovannini, presidente ISTAT intervistato da Il Fatto.[1]

Come chiamare questo fenomeno? Recessione? Contrazione? De-crescita? Nei fatti è il movimento contrario all”espansione. Vi congiura la redistribuzione della ricchezza, in aumento presso i Pochi e in decremento presso i Molti. Ma anche il fenomeno conosciuto come “crescita (degli anni passati) senza occupazione”. Ed anche lo sbilancio demografico tra persone sempre più anziane che escono dal mondo del lavoro sempre più tardi, impedendo l”accesso ad un lavoro che si va contraendo, alle nuove generazioni. La contrazione dell”economia materiale e di quella occidentale.

 

 

Disoccupati cronici fuori statistica, più disoccupati iscritti alle liste, più occupati saltuari e precari, più sottooccupati. Ex lavoratori dell”economia materiale, giovani, donne ed abitanti dell”Italia meridionale i più colpiti. Molti di questi fatti si sono rivelati negli ultimi anni di crisi, ma le ragioni che ne determinano il fenomeno sono trend di medio e persino di lungo periodo.

Possibilità di invertire il corso di questa tendenza alla contrazione? Apparentemente nessuna. Non è prevista crescita consistente nei prossimi anni, da nessuno (Fmi, OCSE, nessun economista neanche mainstream). Non ci sono esplosioni di nuovi mercati o nuove tecnologie, feedback ambientali e dai limiti delle risorse anzi dovrebbero inasprire la competizione aggravata anche da un eccesso sistematico di produzione mondiale e della più generale contrazione dei sistemi occidentali in favore dell”espansione non solo dei BRICS. Il dovuto riassorbimento dell”enorme ricchezza nominale inventata dalla finanziarizzazione aggraverà il quadro.

Soluzioni? Il primo passo per fare di una contrazione una decrescita è la redistribuzione. Certo la decrescita è un sistema molto più ampio e complesso, ma qui ci stiamo occupando della realtà contingente immediata, dell”urgenza, del singolo dato: lavoro-reddito.

Redistribuire, come? In Italia, l”occupato medio, lavora mediamente circa 400 ore/anno più che in Germania ed Olanda, si lavora in pochi e si lavora di più. 300 ore/anno più che in Francia[2].

Quindi, dovremmo abbandonare le litanie su “più lavoro” perché ce n”è sempre meno e sempre meno ce ne sarà[3].

Dovremmo tacitare le invocazioni di fede sulla “crescita” perché non ce n”è e sempre meno ce ne sarà.

Nell”immediato, l”unica cosa sensata che la realtà concreta ed immediata ci suggerisce e redistribuire, lavoro e reddito. Sul reddito si può agire in termini generali, politici e sindacali, fiscali e reddituali. Sul lavoro, l”unica via che appare possibile davanti a noi è ridurre l”orario di lavoro (non il reddito) e redistribuire quello che c”è. Non si capisce perché lo si faccia in economie più performanti della nostra e qui nessuno lo invochi.

Il 2013 sarà l”anno socio-economico più brutto e difficile per il nostro Paese dal dopoguerra. Chi ha sinceramente a cuore l”equilibrio della giustizia sociale, dovrebbe fare i conti con questa realtà. Dovremmo porre nel dibattito politico, l”urgente questione del lavorare tutti e quindi tutti un po” di meno. Cominciamo anche noi ad usare i nostri “there is no alternative”.

 


 

[1] http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/17/crisi-giovannini-ripresa-si-ma-ridotta-e-non-portera-certo-occupazione/447974/

[2] http://stats.oecd.org/Index.aspx?DatasetCode=LEVEL#

[3] Vanno anche bene le esortazioni alle riconversioni produttive in senso ecologico, quelle sulla riconsiderazione sul lavoro socialmente utile, le nuove economie solidali e di prossimità ed anche nuovi impegni economici promossi da parte dello Stato. Ma neo-ecologisti e neo-keynesiani relativamente al concetto reddito-lavoro, dovrebbero anche fare i conti con la Storia. La convenzione mondiale sull”orario di lavoro ad 8 ore/giorno è del 1919! Quanto e come è cambiato il mondo dal 1919?

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