Prima fetecchia: prendersela con i custodi che non aprono il Colosseo in una notte così importante. Innanzitutto io trovo volgare, non in questo caso, ma in tutti, prendersela con chi lavora: ma mi rendo conto che questa cosa l’hanno insegnata solo a me. I lavoratori del Colosseo sono, come in tutti i poli museali (ma voi lo sentite, che nome di merda?), sotto organico, e la rotazione dei loro turni fa sì che aprire la notte sia troppo faticoso. Ora, qua parliamo di gente che lavora TRENTASEI ore alla settimana per un salario MEDIO di 1200 euro al mese. A Roma, non in un borgo di provincia, e lo vorrei vedere a Gramellini a campare una famiglia con quella cifra per poi venire sfottuto da uno ricco come lui. Ma andiamo avanti. Gramellini li sfotte, dice che il più giovane di loro ha 58 anni, e che dovrebbero essere considerati anche loro, data la vetustà , monumenti nazionali. Ah Ah. Buona questa, me sto a scompiscia’. Non è che ce la pigliamo con chi (governi, ministri, sottosegretari) blocca le assunzioni facendo faticare la gente fino alla morte per consunzione, no. Non solo non assumiamo i giovani, sfottiamo i vecchi. Questa, signori miei, è classe.
Seconda fetecchia: il feticcio della gioventù. Dice il Nostro, ma i giovani lo farebbero. E qui, devo dire, ha pienamente ragione. Perché i giovani sono abituati ad essere sfruttati in silenzio, stanno lentamente assimilando l’idea che non sia necessario essere pagati per il proprio lavoro, e che qualsiasi cosa somigli a un diritto debba essere chiamato privilegio, così da poterglielo negare a prescindere. I giovani lo farebbero, ha ragione Gramellini. Perché i giovani so’ stronzi. I giovani che lo farebbero sono nati schiavi. I giovani che lo farebbero sono vittime della retorica (Giovinezza, giovinezza, primavera di bellezza) che hanno inventato i vecchi per tenerli al guinzaglio e farli marciare in fila come la massa di stronzi che non sono altro.
Per questo si sfottono i lavoratori, per questo si insinua che fare il custode al Colosseo sia un posto di riguardo. Dico, ma ci siete stati mai DUE ore al Colosseo? Migliaia di persone, quando c’è caldo ci sono ottanta gradi, quando fa freddo meno cento, matti che pisciano e alluccano dappertutto, uno smog che ti entra direttamente dal buco del culo e ti si deposita nei polmoni, che alla fine dici mai più. E questo, dopo un giro turistico, figuriamoci dopo un turno di lavoro di qualche ora. Poi, finito di faticare, prendi un autobus, o due, o tre, perché vicino al Colosseo TU lavoratore non ci puoi abitare, ci abita Scajola (o Gramellini, se volesse, il signore gli conservi a lungo queste belle possibilità economiche). Ma l’autobus non passa, perché l’azienda di trasporti è stata devastata dai politici di tutte le razze, e arrivi a casa dopo tre ore, ti butti morto sul divano, non vuoi nemmeno pensare alle bollette che devi pagare domani, perché TU guadagni 1200 euro, accendi la tv e trovi ministri, giornalisti, deputati, intellettuali che accusano TE di mandare in vacca il patrimonio artistico italiano. Accusano TE, che di straordinari avresti guadagnato, AL LORDO, nemmeno quello che basta per pagare un quinto del pieno dell’auto di chi ti sfotte in tv e sui giornali.
I dipendenti del Colosseo sono 30, tra dirigenti , archeologi e personale di custodia, rispetto ai 45 che dovrebbero essere; tengono aperto il monumento 11 ore al giorno per 362 giorni l’anno (praticamente sempre eccetto Natale, Capodanno e Primo maggio) e lavorano sei giorni su sette. Se ci mettiamo le ferie e i permessi questo significa che per ogni turno di lavoro sui due piani del monumento si dividono 7-8 custodi per monitorare tra le 15 e le 23 mila persone al giorno.
Questo nei giorni normali, quando c’è la luce del sole la gente tira fuori 12 euro a biglietto. «Immaginiamo che cosa può succedere quando in una fresca sera di maggio, peraltro di sabato, al Colosseo si può entrare con un euro – continua il sindacalista – potrebbero arrivare 50mila persone tutte insieme e noi siamo sempre quelli che siamo».
L’accordo preso per la notte dei musei, prevede fino a 15 unità a turno, attingendo ad altri comparti dell’amministrazione dei Beni culturali, ma almeno un terzo (5 persone) devono essere interne, perché sappiano come muoversi in caso di necessità .
Ma il problema è che 5 cinque non si sono trovati: chi si prende la briga di assistere una massa sterminata di visitatori, per giunta di notte? Ma le carenze di organico riguardano tutti i beni culturali, perché solo il Colosseo dovrebbe rimanere chiuso?
«Perché è delicato, fragile e illuminato solo in parte: immagini la folla su per scale ripide, con molti angoli bui. D’altronde il Colosseo, dalla fatidica notte del 2003, non è stato più aperto di notte. E poi qui ai Beni culturali, dove non si assume da decenni, siamo tutti vecchi: l’età media è più vicina ai 60 che ai 50, e l’esperienza ci dice che gestire grandi masse di gente senza un’adeguata sicurezza è un rischio troppo grande».
A fronte, peraltro, di un riconoscimento economico (1.200 euro di stipendio) che non aiuta a compiere gesti di coraggio. E’ vero che la notte del 17 maggio verrebbe retribuita con 60 euro lordi (che vuol dire 40 netti), ma chissà quando si vedranno quei quattrini, perché mentre gli stipendi corrono regolarmente, le voci aggiuntive vengono saldate quando Pantalone ha i soldi.
Non è inutile tornare sulla questione dell’assemblea al Colosseo, anzi. Anche perché voci autorevoli si sono levate contro i lavoratori. Ora, il fatto è che autorevole, in Italia, è diventato sinonimo di risibile. Prendiamo i titoli del Corriere della Sera di oggi, che rilancia un proclama del governo: il Colosseo diventerà come gli ospedali. La battuta è talmente telefonata che ci arrivano anche Staino e Giannelli, se si applicano, per dire. E che dire della Sottosegretaria di Stato ai beni culturali e al turismo (MiBACT), Francesca Barracciu, che twitta che l’assemblea sindacale al Colosseo è (testuale eh) “1 reato”? E poi precisa, dall’alto del suo ruolo nel Governo italiano, che intendeva reato in senso lato? La sottosegretaria è nota alle cronache, (tralascio quelle giudiziarie) per un gustoso episodio che potete leggere qui: in sostanza, durante un convegno, ha confuso Salvatore Satta e Sebastiano Satta. La colpa, va detto, se l’è presa il suo addetto stampa (bella scelta, sottosegretaria, lei sì che sa quali menti assumere), perché, ebbe a dichiarare la Barracciu: Non ho potuto scrivere io l’intervento per i saluti perché impegnata in questi giorni a Lisbona. Probabilmente, aggiungo io, impegnata a capire la differenza tra baccalà e stoccafisso. Certo che richiama alla mente quella scena di Sua eccellenza si fermò a mangiare nella quale un ministro fascista(il compianto Raimondo Vianello) inaugura una lapide intitolata all’eroe Gino Petazzoni, senza ovviamente avere la più pallida idea di chi sia, questo Gino Petazzoni, anzi confondendolo con tale Maria Pocchiola ( qui il link, dall’ 1:04). Ma è ovvio che non si possa pretendere che un sottosegretario alle politiche culturali abbia competenze di questo tipo: sarebbe 1 ingiustizia.
Ed è ovviamente ridicolo il governo, che invece di pagare il dovuto ai lavoratori si mette a pepetiare sull’immagine pubblica da offrire ai turisti: bei turisti di merda che ci portiamo in casa, se si adontano per un Colosseo chiuso e non perché i lavoratori che dovrebbero tenerlo aperto avanzano un anno e mezzo di straordinari non pagati. Senza contare il fatto che io, se fossi un turista e vedessi scritto bello grande che, per restaurare il Colosseo ci sono voluti i soldi di un privato, perché il governo se lo è fatto passare per il cazzo, di prendersi cura di uno dei suoi monumenti più famosi, penserei che il governo italiano ha fatto una enorme figura di merda. E senza contare il ridicolo, sempre del governo, che invece di mettersi in regola con i pagamenti, come dovrebbe fare non dico ogni governo, ma come fa ogni singolo giorno ogni persona decente di questo paese, si mette a strillare e ad accusare i suoi creditori di indegnità esattamente come quel ridicolissimo personaggio di Alberto Sordi.
Eppure vi dirò, che questo copione è scontato.
Quelli che non capisco, francamente, sono i giornalisti. Ma veramente credete che, fiancheggiando questi inadempienti incompetenti del governo, ci guadagnerete qualcosa? Certo, le grandi firme si salveranno, se non altro per i loro conti in banca, ma voi altri? Quelli normali, quelli a stipendio? Voi che aggredite con violenza i lavoratori, che impapocchiate, che mistificate, come direbbe De Crescenzo: vi siete fatti bene i conti? Vi conviene? A parte l’intrinseca indegnità umana di concetti tipo c’è gente che il lavoro di quelli del Colosseo lo farebbe a un terzo del prezzo, lo sapete, sì, che i prossimi siete voi?
Dice e lo sappiamo sì, ma dobbiamo pur sbarcare il lunario, anche se prima o poi toccherà a noi. Appunto, dico io. Non è questo un buon motivo per mettersi, una volta tanto, dalla parte della ragione?
Dobbiamo morire tutti, prima o poi: perché, dunque, aspettare la morte con i calzoni pieni di merda e una bugia in bocca?
Fonte 1: http://www.amlo.it/?p=4394.
Fonte 2: http://www.amlo.it/?p=4783.