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di Giulietto Chiesa.
Trascrizione del videoeditoriale a cura di Libreidee.
Stiamo uscendo dal porto e si comincia a ballare – per fortuna. Il terremoto c”è stato, in Sicilia, e continuerà in tutto il paese. La destra sta collassando. Il Palazzo – tutto il Palazzo – è nel panico: andiamo a una ricomposizione complicata e tumultuosa delle forze politiche. La spallata del “Movimento 5 Stelle” c”è stata – noi l”avevamo prevista e l”abbiamo appoggiata – ed è molto importante: cambia il quadro della situazione. Ma gli effetti sono, per ora, molto incerti: i rapporti di forza attuali – quelli di oggi, in questo momento – ci dicono che, se si rivota con il “Porcellum”, avremo un “governo-inciucio” tra il Pd, l”Udc, Sel e rottami vari che si aggregheranno. Avremo un governo delle banche, che avrà una maggioranza schiacciante (con il premio di maggioranza) e potrà fare quello che vuole. Un governo che ci manterrà nella posizione di colonia, a sovranità zero. E subito dopo, non dimentichiamolo, ci sarà un presidente della Repubblica che si chiama Mario Monti. Appunto: il presidente delle banche, che ci porterà in guerra a breve termine.
Bisogna dunque insistere e andare al sodo: c”è la possibilità concreta di togliere al Partito Democratico il premio di maggioranza, quale che sia.
Basta guardare alla situazione delle astensioni, che continuano ad essere moltissime: quasi metà del corpo elettorale. E basta osservare che il Pd ha sì vinto, si fa per dire, il governatore in Sicilia, ma è un partito screditato, non meno che la destra. Come ha detto giustamente Marco Travaglio, ha fatto “un sorpasso in retromarcia”. Dunque, per raggiungere questo obiettivo bisogna riflettere: cosa dobbiamo fare? Io credo che la prima considerazione riguardi Beppe Grillo: prima di tutto, Grillo deve capire che questo è possibile.
Ho sentito il suo discorso, dove ha preso atto di essere un capo, e di essere un capo alla testa di una forza politica nazionale. Questo è un buon segno. Ma deve rendersi conto che può e che deve porsi anche come forza di governo. E” un obbligo, un dovere.
Capisco e giustifico la sua prima presa di posizione, a caldo, che chiude immediatamente la porta all”assalto degli opportunisti: è ovvio che ci saranno, in un paese così moralmente corrotto; sarà pieno di gente che cerca di salire sul suo carro, e credo che abbia fatto molto bene a chiudere. Ma non credo che, così, possa funzionare a lungo. Ci vuole ben altro, per guidare quello che – comunque lo si voglia chiamare – diventerà un partito: e potrebbe anche diventare un grande partito. Ci vuole ben altro, ed è una questione che dovrà essere risolta non fra uno-due anni, come sembra pensi Grillo, ma subito, immediatamente. Grillo dice che non ci saranno patti, accordi con partiti, gruppi, movimenti, e che convergenze ci potranno essere solo su – cito – “votazioni su punti condivisi”. Anche questo lo capisco, ma riguarda il “dopo”, il dopo-elezioni. E prima, che facciamo?
Per togliere al Pd il premio di maggioranza e cambiare il governo del paese occorrono delle alleanze, è evidente: nessuno può pensare realisticamente, in queste condizioni, di pigliare da solo la maggioranza. Non propongo un “inciucio”; non propongo un”alleanza di vertice; non propongo qualcosa di deleterio, che richiami la pratica che vogliamo cacciare via tutti insieme, ma un”alleanza dev”esserci: un”alleanza che offra una maniglia alla voragine dei non-rappresentati, a milioni e milioni di persone che potrebbero andare al voto. E questo deve essere costruito. Dunque, credo che questa questione debba essere messa nell”agenda di tutti noi, a cominciare da Beppe Grillo. Dico “a cominciare da Beppe Grillo” perché è chiaro che la maggiore responsabilità politica è ormai la sua, e il suo maggior peso lo obbliga a questa decisione.
E lo dico anche a tutti gli altri, fuori dalla “casta”, ma che esistono – perché non solo non sono spariti, ma si stanno rafforzando: il “No-Monti Day” del 27 ottobre ha mostrato che esistono, in Italia, le basi per un”opposizione politica. Che, certo, non è Grillo (è diversa da Grillo) e non ha ancora una fisionomia elettorale di nessun tipo, ma può portare – con Grillo – ad una svolta del paese. Abbiamo tutti un”immensa responsabilità : se questi due torrenti che stanno crescendo andassero separati, ci dovremmo tenere al governo una coalizione atlantica, nemica, corrotta. Avremo un”opposizione in Parlamento, è ormai certo. Ma non sarà sufficiente, perché avremo perduto il treno.
Il mio appello è dunque al realismo, perché questi due torrenti trovino un”intesa che fissi alcuni punti essenziali. E” possibile, perché – conoscendo le posizioni di Grillo – si può trovare un accordo anche con il resto della “voragine”, o comunque con le forze decisive del resto della “voragine”. Pace, lavoro, democrazia, diritti: io credo che questo si possa fare, e che potrebbe darci la vittoria – a tutti, non a Beppe Grillo, certamente non a me (“Alternativa”); potrebbe dare la vittoria agli italiani che vogliono una democrazia nuova e una condizione sociale equa, dignitosa e giusta. Si può fare, si deve fare. E noi lavoreremo per questo.
(Giulietto Chiesa, testo del video-editoriale “Si balla, siamo in mare aperto” pubblicato da “Megachip” il 1° novembre 2012).
http://www.youtube.com/watch?v=prUJ3YPU82I
Fonte: http://www.libreidee.org/2012/11/giulietto-chiesa-appello-grillo-possiamo-salvare-litalia/.
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