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Una campagna elettorale originale

Due domande ai parlamentari: 1) dobbiamo tenerci in casa le bombe nucleari già installate dagli USA? 2) Vuole che l'Italia continui a essere colonia USA? Risposte su PandoraTV [Giulietto Chiesa]

Una campagna elettorale originale
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26 Ottobre 2017 - 10.17


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di Giulietto Chiesa.

 

È quella lanciata nei giorni scorsi dal “Comitato No Guerra No Nato” in previsione delle elezioni parlamentari che sono ormai sicuramente collocate nei prossimi mesi di marzo o aprile.

Il CNGNN esiste da oltre due anni e sta prendendo forza su scala nazionale. È già presente, con suoi rappresentanti, in circa 30 località dello Stivale e delle isole, dove ha già raccolto (visibili in parte su Change.org) circa 30.000 firme. Gli scopi di questo comitato sono trasparenti e il nome stesso li indica, ma si vanno precisando di giorno in giorno.

L’idea, emersa nel corso del Quarto Coordinamento Nazionale, tenutosi a Firenze, nella storica casa del Popolo di Peretola è stata quella di andare a stanare tutti i candidati futuri alla Camera e al Senato, con due precise richieste. Stanare “vuol dire esigere che ognuno/a dei futuri eletti dal popolo, dichiari preventivamente e con tutta chiarezza se intende sostenere con il suo voto la realtà attuale”. Cioè (prima domanda) “Lei ritiene che dobbiamo tenerci, in casa nostra, le bombe nucleari che gli Stati Uniti hanno già installato e stanno modernizzando?” E (seconda domanda) “Lei è favorevole a che l’Italia  continui ad essere una colonia americana?”

Le due domande saranno formulate mentre qualcuno inquadrerà i volti e girerà le immagini corrispondenti. Subito dopo, quelle immagini inonderanno il web, accompagnate dal nome e cognome dell’interrogata/o. A sua volta Pandoratv.it, la maggiore rete televisiva indipendente del web italiano, creerà una apposita rubrica permanente, che fornirà al pubblico, con la massima precisione e tempestività, gli orientamenti dei candidati/e parlamentari.

Ovviamente aggiungendo l’indicazione di voto: chi avrà risposto affermativamente anche a una sola delle due domande, ovvero chi avrà rifiutato di rispondere alla domande degli elettori, sarà additato come candidato/a da non votare.

In tal modo si permetterà agli elettori italiani di conoscere con maggior precisione, e preventivamente, gli orientamenti in materia di guerra e pace e di sovranità di coloro che potrebbero andare a sedere in una delle due decisive assemblee dei rappresentanti del popolo.

I temi in questione sono divenuti più sensibili per l’opinione pubblica italiana quando è emerso che la circa 60 bombe atomiche attualmente dislocate nelle due basi Nato di Aviano e di Ghedi sono in corso di “modernizzazione”. In altri termini le nuove bombe — ribattezzate B61-12 — vengono trasformate in missili di media gittata e potranno essere “sparate” dai famosi F-35 che volano a distanza di centinaia di chilometri dai bersagli nemici (cioè russi), divenendo in tal modo armi da “attacco preventivo”, molto più difficilmente intercettabili e quindi tremendamente più efficaci in caso di conflitto.

L’opinione pubblica è generalmente molto poco informata di questi problemi, ma è tutt’altro che insensibile quando riceve l’informazione adeguata. Anche grazie all’azione del CNGNN è riemerso — è letteralmente il caso di usare questo termine — che l’Italia, lo stato italiano, cioè tutti i suoi cittadini, firmò nel 1969 il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e lo ratificò solennemente nel 1975. Quel Trattato dice che l’Italia s’impegna “a non ricevere da chicchessia armi nucleati o altri congegni nucleari esplosivi, né il controllo su tali armi, direttamente o indirettamente”. Tutto molto chiaro. Evidentemente in quel periodo l’Italia era ancora relativamente sovrana e poteva permettersi di assumere impegni che oggi le sono vietati dall’alleato principale della Nato, cioè dagli Stati Uniti. Tuttavia, come si usa dire, “pacta sunt servanda”, cioè gl’impegni devono essere mantenuti.

Ed è appunto su questo che si sta discutendo. Il goveno Gentiloni ha già ripetutamente fatto capire di non volere prendere alcuna decisione in tal senso. In pratica nessuno dei partiti attualmente rappresentati in Parlamento ha dato segno di voler aprire questa battaglia politica. L’iniziativa del CNGCNN si è pertanto mossa per stimolare e promuovere una qualche spinta “dal basso”, facendo esprimere, dove possibile, i consigli regionali e comunali, le comunità di base, la società civile. È ben vero che le comunità locali non sono la sede per definire gl’indirizzi della politica estera del Paese. Tuttavia i segnali che vengono, appunto, “dal basso”, non mancano. Mozioni che chiedono il rispetto del TNP sono state approvate dai Consigli Regionali toscano e pugliese, dal Consiglio Comunale di Firenze e di Ancona come dal Comune di Rosignano Solvay; mozioni per il disarmo nucleare in sono state presentate al voto — seppure con diversa fortuna — nei Comuni di Pisa, di Empoli, di Sesto Fiorentino, di Casole d’Elsa, di Bergamo e della sua provincia, di Ragusa e Vittoria, in Sicilia.

È come tentare di svuotare iil mare con un secchiello, soprattutto tenendo conto che la stragrande maggioranza dei 61 milioni di italiani non sa neppure cosa sia la Nato, quanto ci costa e a quali pericoli espone la vita dei cittadini. Eppure qualcosa si muove. Le “interviste” ai futuri parlamentari saranno lo strumento per far conoscere come stanno le cose.

 

Fonte: https://it.sputniknews.com/opinioni/201710145139064-opinione-no-suerra-no-nato/.

 

 

 

 

 

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