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Gianfranco Fini e la religione civile del Dominio

Gianfranco Fini e la religione civile del Dominio
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1 Febbraio 2010 - 12.17


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finikippahdi Miguel Martinez – kelebek.splinder.com.

“Per la terza volta nella storia del parlamento italiano, un estraneo è stato invitato a parlare solennemente alla Camera. Non so di chi si trattasse la prima volta; la seconda volta fu, ovviamente, il Papa. La terza volta, si è trattato di Elie Wiesel, romanziere rumeno-statunitense che da giovane fu operaio-schiavo ad Auschwitz, dove perse anche la madre e una sorella”

 

 

Commentando il mio post sul Giorno della Memoria, un lettore ha fatto una riflessione a prima vista non peregrina:

“è vero come dice Miguel che il ricordo della Shoah è assurto a mito fondativo e religione civile condivisa dell”Occidente contemporaneo, ma è anche vero che in questa epoca storica il ricordo della Shoah è anche il mito fondativo e la religione civile migliore che l”Occidente può permettersi.”

Ho risposto velocemente e forse un po” confusamente. Qualche ora dopo, mi è arrivato il resoconto di una cerimonia al Parlamento, che chiarisce perfettamente perché non sono d”accordo con il commentatore.

Per la terza volta nella storia del parlamento italiano, un estraneo è stato invitato a parlare solennemente alla Camera. Non so di chi si trattasse la prima volta; la seconda volta fu, ovviamente, il Papa. La terza volta, si è trattato di Elie Wiesel, romanziere rumeno-statunitense che da giovane fu operaio-schiavo ad Auschwitz, dove perse anche la madre e una sorella.

Wiesel, ormai ottantenne, era presente nel ruolo di reduce-bandiera, che caratterizza ogni simile manifestazione; ma il vero protagonista dell”evento era Gianfranco Fini, assieme a Silvio Berlusconi e Giorgio Napolitano.

Gianfranco Fini, con un lungo discorso introduttivo, diede il senso alla cerimonia. Attivando il generatore automatico di frasi fatte, Gianfranco Fini prima produsse l”immancabile cortina fuffogena e sentimentale:

“sono onorato e commosso…  più alte autorità istituzionali… sono particolarmente grato… doverosamente… magnifica capacità dell”essere umano… guardare con viva preoccupazione… preciso dovere di tutti…  tenere desta la coscienza… non dimenticare… intendiamo seguire l”insegnamento”

e così via. Che pensare a un Fini commosso, viene da ridere.

Comunque, la retorica generale nasconde un nucleo concreto, che ci spiega perché è stata montata tutta la sceneggiata:

“L”odio antiebraico si indirizza oggi, in particolare, contro lo Stato di Israele. L”antisionismo nega la fonte ispiratrice dello Celebrazione del Giorno della Memoria, lo Stato ebraico, attaccando ieri le ragioni della sua nascita e oggi quelle della sua sicurezza. Lo ha di recente ricordato il Presidente Napolitano, affermando che l”antisemitismo va combattuto anche quando esso si traveste da antisionismo.

Dobbiamo essere consapevoli che oggi, quando si parla di distruggere Israele, si parla nuovamente di sterminare gli ebrei: lo dimostra una quantità di inquietanti episodi, a partire dai proclami, non solo di tante organizzazioni estremiste e integraliste, ma purtroppo anche di Capi di Stato, nei confronti dei quali – è mia personale opinione – è troppo flebile la protesta della comunità internazionale.”

Lasciamo perdere la palese menzogna: chi dice che lo Stato d”Israele un giorno sparirà dalla carta geografica non invoca lo sterminio di nessuno, più di quanto lo abbiano fatto coloro che hanno negato il valore eterno dello Stato austroungarico (“prigione di popoli”, si diceva in Italia) o di quello jugoslavo.

Il fatto importante è un altro: Auschwitz è successo prima che nascesse Israele, e il lontano Iran non interessava minimamente né ai carcerieri né ai prigionieri.

Ma i morti vengono fatti rinascere, per riadattarli, attraverso qualche cavillo, a esigenze politiche contemporanee. E” il destino di tutti i morti politicamente commemorati, di ogni epoca, e in questo senso la religione civile dell”Olocausto non ha niente di peggiore, ma nemmeno niente di migliore, rispetto a tutte le altre.

Nel flusso di Fini-Berlusconi-Napolitano-Wiesel, i morti servono per sacralizzare e rendere indiscutibili alcuni concetti.

Il primo riguarda Israele.

Israele è uno stato dichiaratamente razziale, dove una parte della popolazione gode per nascita di ogni diritto, e l”altra parte non ha alcun diritto, con in mezzo una parte che gode di mezzi diritti; dove una parte della popolazione può rinchiudere un”altra in un immenso campo sigillato, che viene periodicamente bombardato.

Tutto questo non avrebbe nulla di eccezionale: in Liberia è successo anche di peggio, e l”Italia ha fatto cose analoghe in Libia e in Slovenia in passato.

Il problema è che il Parlamento italiano sente la necessità di risvegliare i morti per proclamare l”inviolabilità di questa situazione, il suo collocarsi in uno spazio magico che è al di sopra di ogni discussione.

Un secondo punto viene introdotto, nel suo discorso, da Wiesel. Che smuove i morti per chiedere al governo italiano di approvare una legge che dichiari l”attentato suicida un “crimine contro l”umanità“. Guarda caso, l”attentato suicida è quasi l”unica arma che possiede chi si trova dalla parte sbagliata dell”arsenale globale dei dominanti. Noi per fortuna abbiamo altre possibilità; ma una gran parte dell”umanità si trova costretta a scegliere tra farsi saltare in aria e subire. La richiesta di  Wiesel smaschera la sua preoccupazione puramente politica: infatti, gli attentati suicidi sarebbero stati  forse l”unica possibilità di resistenza, almeno simbolica, per i detenuti nei lager nazisti.

Anche a voi fa sorridere l”idea di processare gli attentatori suicidi, ma è evidente il significato simbolico: uccidere delle persone è un semplice reato; farlo nel contesto di una resistenza al dominio è il delitto supremo, la bestemmia assoluta. E” come quando, in tempi passati, si bruciavano al rogo i resti di quegli eretici che avevano avuto l”ardire di morire anzitempo.

Il terzo punto, presentato da Fini e da Wiesel, è la richiesta di azioni contro l”Iran. Wiesel chiede che ne venga rapito e processato il presidente, per “incitamento a crimini contro l”umanità“; mentre Fini trova “flebile” l”attuale pressione contro l”Iran.

Se ci sarà o no un attacco militare all”Iran, non dipende certamente da Gianfranco Fini. Lui non sa ancora quali ordini gli arriveranno, e quindi non si sbilancia.

Ma se ci sarà l”attacco, il bombardamento di un paese che non ha mosso guerra a nessuno, il rovesciamento del suo governo eletto e la presumibile successiva occupazione militare saranno certamente giustificati in base ai morti nei lager nazisti.

Credo che le parole di Fini rispondano ampiamente a ciò che ha detto il nostro commentatore. Non esistono religioni civili buone o cattive. Esistono uomini che usano le religioni civili per sacralizzare i propri interessi e porli al riparo della critica: chi non è d”accordo con i progetti di Gianfranco Fini insulta sei milioni di morti, forse li ha uccisi lui stessi

Nei lager, un gran numero di persone semplici furono deportate, sfruttate e uccise da una potente macchina industriale-politica.

Sessantacinque anni dopo, questi disgraziati vengono fatti velocemente risorgere per santificare:

  1. uno stato razziale e il suo diritto a tenere soggiogata la popolazione autoctona
  2. la criminalizzazione del diritto di resistenza contro occupanti dotati di arsenali superiori
  3. il bombardamento e l”invasione di un paese del Terzo Mondo che dà troppi segni di autonomia.

Ogni sistema mitico-religioso è ambiguo, nel senso che può essere usato per molti scopi. Per un Hernán Cortés che rivendicava il Messico al re di Spagna in nome di Gesù, c”era un Bartolomé de Las Casas che usava il Vangelo per condannare gli occupanti spagnoli.

Così, accanto a mille Fini che scagliano Auschwitz contro i palestinesi o contro l”Iran, c”è qualche estremista di sinistra che dice che Israele è nazista o che Bush agisce come Hitler.

A parte la totale sproporzione di forze tra il Presidente della Camera e l”Impero cui obbedisce da una parte, e qualche collettivo di volantinatori dall”altra, trovo assurdo un simile approccio. Perché si accetta la legittimità di un discorso portato avanti a forza di paralleli mitologici, e si entra in una spirale urlata di teologici cavilli su somiglianze e differenze, che fa perdere di vista ciò che conta davvero: il presente.

Vi ripropongo quindi una cosa che scrissi quasi un anno fa, proprio mentre terminava la grande strage di Gaza:

Molto dall”alto, come corrucciati angeli tra le nubi, le cravatte un po” strette, guardano se stessi rovesciati nell”oscuro specchio del mondo.

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Nella loggia del palco reale (da sinistra): il Presidente della Camera Gianfranco Fini, il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e la signora Clio, il Presidente Francesco Cossiga, il Ministro degli Esteri Franco Frattini, l”Ambasciatore d”Israele Gideon Meir, il Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, e la consorte dell”Ambasciatore d”Israele Prof.ssa Amira Meir. (Fonte)


Sotto, una strada a Gaza.

Fonte: kelebek.splinder.com.

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