«Avrebbero solo dovuto controllare il carico e poi farlo arrivare a Gaza» | Megachip
Top

«Avrebbero solo dovuto controllare il carico e poi farlo arrivare a Gaza»

«Avrebbero solo dovuto controllare il carico e poi farlo arrivare a Gaza»
Preroll

admin Modifica articolo

2 Giugno 2010 - 20.01


ATF

terra_promessaIntervista a Avraham Burg, ex presidente della Knesset.

«Siamo di fronte a un incrocio a T: verso la pace o verso un”altra guerra nella regione». Avraham Burg è un pacifista israeliano. Uno di quelli con tutte le credenziali in ordine: è stato deputato laburista, presidente della Knesset, il parlamento israeliano, presidente dell”Agenzia ebraica e del Movimento sionista mondiale, vice presidente del Congresso ebraico mondiale ed era fra i fondatori di Peace Now. È sconvolto.

 

«Preferisco parlare subito del futuro più che di quanto è accaduto. E voglio sperare che tutte le forze in campo, in primo luogo quelle israeliane, decidano di imboccare la strada verso la fine del conflitto. Israele non deve scendere ancora di più in trincea, Hamas non deve sfruttare quello che è accaduto, e i palestinesi non devono allontanarsi da quel poco di negoziato che esiste».

 

Dell”azione militare contro i pacifisti, cosa pensa?

«Abbiamo un caffè nero in Israele che si chiama “boz”, ossia fango. E c”è troppo fango in quello che è stato fatto ieri per poterlo bere».

 

Due domande. Israele altre volte ha fatto passare le navi pacifiste dirette a Gaza. Perché questa volta, no? Israele dice di avere inviato reparti “anti-sommossa”. Non sarebbe stato meglio inviare la polizia?

 

«Mi chiede di spiegare l”inspiegabile. Io sono convinto che Israele, in un modo o nell”altro, deve dialogare con Hamas. Io non considero l”assedio di Gaza tollerabile. E non si può impedire alla gente di protestare contro il blocco della Striscia».

 

Quante persone in Israele la pensano come lei?

«Nei primi momenti, tante, ma con la campagna governativa per screditare i pacifisti direi che alla fine della giornata torneremo alla solita cifra di 70 per cento a favore delle azioni militari» e il 30 per cento contro. Ma direi che come al solito Netanyahu e Barak hanno sbagliato tutto. Se si trattava di fermare dei civili, bisognava inviare forze specializzate di polizia e non reparti d”élite dell”esercito. Ma l”errore è stato ancora più grosso. Di fronte alla sfida dei pacifisti era sufficiente aprire le porte di Gaza alle merci, controllare che non fossero presenti armi o altre cose pericolose, e chiedere anche all”Egitto di fare la stessa cosa».

 

In mancanza di una trattativa seria con i palestinesi e la crescente tensione israelo-siriana, come può pensare a una svolta positiva?

«Netanyahu è stato invitato alla Casa Bianca. Dopo quello che è successo ha annullato la visita per rientrare a casa. Forse Obama lo avrebbe potuto accogliere con poche parole del tipo: “La situazione è impossibile, speravo di vedere da te un comportamento diverso. Torna in Israele e risentiamoci quando avrai le idee più chiare”».

 

C”è aria pesante nella Regione, si parla della possibilità di una nuova guerra. In passato quando Israele si è trovato con le spalle al muro, ha reagito aggravando la situazione.

«È vero anche il contrario. Dopo l”imbarazzo per la guerra del 1973, abbiamo fatto la pace con l”Egitto nel 1977; dopo la prima Intifada cominciata nel 1987, Rabin ha stretto la mano ad Arafat nel 1993».

A cura di E.Sal. – «Il Messaggero», 1 giugno 2010.

 

 

Native

Articoli correlati