‘di Joe Weisenthal – Business Insider.
Questa settimana alcuni membri del Congresso hanno sfidato Obama sulla legalità della guerra in Libia, dato che le azioni hanno superato il periodo di 60 giorni durante il quale la Casa Bianca non ha bisogno dell”autorizzazione del Congresso per un”azione militare soggetta al War Powers Act (“legge sui poteri di guerra”, NdT), dopo di che le truppe hanno a disposizione 30 giorni per l”uscita di scena.
La risposta della Casa Bianca: Non abbiamo bisogno dell”approvazione del Congresso, perché questa non è tecnicamente una azione ostile (poiché non abbiamo le truppe di terra in Libia).
Stasera il «New York Times» ha in serbo una grande bomba: due avvocati di grido – Jeh C. Johnson, avvocato generale del Pentagono, e Caroline D. Krass, capo ad interim dell”Ufficio Legale del Dipartimento della Giustizia – avevano detto il contrario alla Casa Bianca.
Perfino il procuratore generale Eric Holder si è schierato con la Krass.
Ma invece di ascoltare i loro consigli, Obama si è accordato con due avvocati dalle vedute a lui più favorevoli: Bob Bauer (che è interno alla Casa Bianca), e il consulente del Dipartimento di Stato Harold Koh.
Tutto ciò è sorprendente.
I presidenti hanno l”autorità legale di ignorare le conclusioni giuridiche dell”Ufficio del consulente legale e di agire in un modo che sia contrario al suo parere, ma è estremamente raro che ciò accada. In circostanze normali, l”interpretazione della legge da parte dell”ufficio è giuridicamente vincolante sul ramo esecutivo.
Non c”è dubbio che questo non farà che incoraggiare il gruppo bipartisan di parlamentari che ritengono che la guerra a questo punto sia illegale.
E, naturalmente, si può solo immaginare il modo in cui notizie come questa sarebbero andate giù sotto l”amministrazione Bush.
Detto questo, Obama ha il sostegno di avvocati seri, e lui stesso è stato un avvocato costituzionale, per cui l”idea che solo perché Johnson e Krass si sono opposti a questa decisione di per sé non le pone fine.
Tuttavia ciò risulta tuttora difficile.
Per certi aspetti di contesto, si veda questa storia apparsa su «American Conservative» (dal giugno scorso) in merito alla filosofia di guerra di Harold Koh, un rinomato giurista liberale che ha anche una sua storia di giustificazioni di attività ostili.
Alla fine di marzo, Harold Koh, avvocato di punta al Dipartimento di Stato, ha usato il suo intervento alla conferenza annuale della American Society for International Law per fare un annuncio: l”uso di velivoli senza pilota per uccidere sospetti terroristi è legale. I bombardamenti con i droni in Pakistan e in Afghanistan sono legali perché, spiegava Koh, sono eseguiti solo per autodifesa nazionale, la loro proporzionalità è sempre calibrata con precisione, e distinguono accuratamente i civili dai combattenti.
Ci sono degli aspetti sia in più sia in meno affrontabili in merito, ma l”argomentazione giuridica è di per sé di scarsa importanza. Ciò che conta è che Koh l”abbia detto. Harold Hongju Koh: noto avvocato per i diritti umani; eminente teorico del diritto internazionale (che, come vi avrebbero volentieri detto i congressisti dell”ASIL, è molto più civile della semplice legge nazionale); fino all”anno scorso preside della Facoltà giuridica di Yale e pertanto papa ufficioso del sistema legale americano, ed ex direttore della scuola Orville H. Schell Jr. Center per i diritti umani internazionali; nonche l”incaricato di Obama che è stato accusato da Glenn Beck e dagli urlatori che la pensano come lui di voler introdurre surretiziamente la shari”a nei tribunali statunitensi. Tutto ciò per dire: se un leone liberal come Harold Koh sostiene che gli attacchi dei droni sono leciti, che cosa volete di più?
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Fonte: http://www.businessinsider.com/obama-overruled-two-top-lawyers-on-libya-2011-6.
Per saperne di più: http://www.businessinsider.com/obama-overruled-two-top-lawyers-on-libya-2011-6#ixzz1PflygONj.
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Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
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