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Ahmadinejad incontra Raul Castro

Ahmadinejad incontra Raul Castro
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22 Gennaio 2012 - 21.31


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cuba 20120122

di Lello Stellettiwww.ibtimes.com

Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, sta per completare il suo tour di visite diplomatiche in America Latina. Dopo le tappe in Venezuela e Nicaragua, il capo di Stato dell”Iran ha incontrato il leader cubano, Raul Castro. In seguito al ripristino dei rapporti nel 1975 e alla Rivoluzione islamica del 1979, Tehran e l”Havana hanno intensificato le loro relazioni. Per questo motivo, Ahmadinejad è venuto a riscuotere sostegno e appoggio per i programmi nucleari iraniani. Se a Managua, il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, aveva ricordato che “i Paesi hanno diritto di sviluppare l”energia atomica”, con il venezuelano Hugo Chavez, il presidente iraniano si è lasciato andare a battute ironiche contro gli Stati Uniti, a detta di entrambi i leader, terrorizzati dalla proliferazione nucleare di Venezuela e Iran. Il tour si concluderà con la visita in Ecuador.

L”incontro cubano, ufficializzato da una conferenza nell”aula magna dell”Università dell”Havana, è servito, invece, anche per parlare di futuri rapporti commerciali tra i due Paesi. La visita si è svolta in concomitanza con l”attentato contro uno scienziato nucleare iraniano, il quarto in due anni, e mentre alla sede dell”Onu, quattro ambasciatori occidentali accusavano Tehran di “aver nuovamente violato la risoluzione del Consiglio di Sicurezza”: secondo le parole dei diplomatici, infatti, l”uranio iraniano sarebbe stato arricchito sino al 20%.

La propaganda d”isolamento iraniana procede spedita, e questa sembra fondamentalmente la motivazione di questo giro di visite di Ahmadinejad in Sud America: non tanto l”intento di ottenere nuove forniture di uranio, quanto più rinsaldare vecchie amicizie in un momento di pesante solitudine nel panorama internazionale. Riguardo la morte di Mustafa Ahmadi Roshan, il vicedirettore dell”ufficio commerciale dell”impianto di arricchimento dell”uranio di Natanz, l”Iran ha deciso comunque di ribattere alle parole di Usa e Israele, i quali hanno negato un coinvolgimento nell”attentato. Le autorità di Tehran, infatti, hanno inviato una lettera al Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sottolineando che gli incidenti che hanno ucciso quattro scienziati iraniani dal 2010 a oggi sono tutti identificabili come attentati terroristici. A confermare questo punto di vista è stato l”ambasciatore iraniano presso l”Onu, Mohammad Khazaee, che in un”intervista alla Cnn, ha dichiarato la pianificazione di questi attacchi da parte di Paesi stranieri: “Crediamo che questi atti terroristici siano supportati da alcuni elementi, specialmente all”interno del regime israeliano, ma anche in altri ambienti di tutto il mondo”.

Il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha respinto le accuse iraniane negando il coinvolgimento statunitense. Stessa linea seguita anche dal portavoce delle forze di Difesa israeliane, il generale Yoav Mordechai, il quale ha aggiunto che “non verserà una lacrima” per la morte dello scienziato.

Intanto, la Russia si è schierata apertamente a favore di Tehran. In un”intervista all”agenzia Interfax, il segretario del consiglio di sicurezza russo ed ex capo del Fsb, Nikolaij Patrushev, ha dichiarato che Washington vuole cambiare il regime in Iran, confermando il rischio di un conflitto militare. “C”è la probabilità di una escalation del conflitto militare, al quale gli americani sono spinti da Israele” ha sostenuto Patrushev. A suo dire, infatti, l”obiettivo americano è trasformare il nemico iraniano in un “fedele alleato”, cambiando regime “con qualsiasi mezzo, dal blocco economico al sostegno massiccio delle forze di opposizione” seguendo il modello delle Rivoluzioni colorate avvenute negli ex Paesi dell”Urss.

Secondo Patrushev, inoltre, l”Iran è realmente in grado di bloccare l”export di petrolio che passa attraverso lo Stretto di Hormuz in caso di attacco militare americano. L”ex direttore del Fsb, infine, ha lanciato un monito diretto all”Unione europea, sottolineando che se Bruxelles decidesse di unirsi alle sanzioni petrolifere contro Tehran, la scelta sarebbe controproducente per la propria situazione socio-economica. “Se la Ue seguisse gli americani, con l”embargo dell” acquisto di petrolio iraniano e il rafforzamento delle sanzioni contro Teheran, sarebbero gli europei stessi a soffrire e non gli Usa, che hanno abbastanza petrolio proprio”. La questione avrebbe un riflesso negativo anche per la Russia, e questo a causa dei problemi del debito presenti nell”Eurozona

Fonte: http://it.ibtimes.com/articles/26635/20120112/ahmadinejad-cuba-usa-russia.htm

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