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Opporsi alla politica delle cannoniere

Opporsi alla politica delle cannoniere
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2 Marzo 2012 - 21.46


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qingsi 20120302
di Li Qingsiwww.voltairenet.org
 
Il veto cinese al Consiglio di Sicurezza non è una tendenza influenzata dalla Russia, ma il punto estremo di una lunga e dolorosa esperienza. È motivato principalmente dal cruccio di voler far rispettare le norme del diritto internazionale.
Il professor Li Qingsi ripone questa preoccupazione nel suo contesto storico immediato (i cambi di regime orchestrati in Nord Africa) e nel lungo periodo (l”occupazione della Cina da parte degli occidentali e le difficili relazioni fra Cina e Stati Uniti).


Dopo che la Russia e la Cina avevano posto il veto alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell”ONU, il 4 febbraio, l”Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che condannava le violenze in Siria. Sebbene non vincolante, essa farà aumentare ancora di più la pressione sul governo siriano e apre la porta a un intervento esterno nel futuro.
I conflitti settari, i fattori geopolitici e soprattutto la politica del «divide et impera» adottata dall”Occidente, hanno consentito l”emergere di acute contraddizioni in seno al mondo arabo, e gli scontri interni in Siria hanno fornito una scusa all”Occidente per immischiarsi.

L”attuale crisi in Siria non ha semplicemente ad oggetto la protezione dei diritti umani, come pretendono gli occidentali. Vogliono rovesciare l”attuale governo e rimpiazzarlo con uno che risulti filo-occidentale. La Siria è considerata un problema per la strategia mediorientale dell”occidente, per via dei suoi stretti legami con l”Iran e il Libano, ambedue ostili agli Stati Uniti.
Al fine di giocare un ruolo nel Vicino Oriente, la Lega araba è pronta a sostenere la strategia occidentale nella regione. Indubbiamente, dopo aver risolto il problema siriano in una maniera non pacifica, il prossimo obiettivo sarebbe l”Iran.

Il veto cinese non vuol dire che Pechino si schieri a fianco del governo siriano, o che sia cieco rispetto ai conflitti sanguinosi, bensì che non vuole che la Siria segua lo stesso tragitto disastroso della Libia, che ha portato infine a una situazione di guerra civile generalizzata.In veste di membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la Cina ha la responsabilità e l”obbligo di difendere la Carta delle Nazioni Unite, fonte del diritto e del codice di condotta internazionale, e quindi deve respingere qualsiasi risoluzione che violi questa Carta e i suoi principi.

Se la Cina, rendendosi conto che una risoluzione sia idonea a minacciare la sovranità di uno Stato e vada contro la giustizia, non facesse nulla, si tratterebbe di un grave errore. La risposta furiosa dell”Occidente ai veti russo e cinese dimostra che questi hanno svelato il vero obiettivo degli Occidentali – ossia cercare di dominare il Medio Oriente e di monopolizzare l”ONU – camuffandosi con cura dietro le loro nobili rivendicazioni sulla difesa dei diritti dell”uomo in Siria.

Il mondo è stato testimone di troppe invasioni di Stati sovrani e di troppe uccisioni di civili innocenti in nome dell”intervento umanitario. Gli interventi militari dalla fine della Guerra Fredda dimostrano che l”Occidente, intanto che sbandiera lo stendardo della protezione dei Diritti dell”uomo, non fa altro in realtà che perseguire i propri interessi strategici globali e regionali.
Che si tratti dei paesi invasi dopo gli attacchi terroristici dell”11 settembre 2001, o ancora di certi paesi musulmani che hanno subito le “rivoluzioni colorate” lo scorso anno, il fatto è che, invece della protezione dei Diritti dell”uomo, queste invasioni e queste “rivoluzioni” sono sfociate in un deterioramento della stabilità interna e della situazione umanitaria.

L”esperienza dimostra che, dopo la Guerra Fredda, quali che siano le divergenze che esistano fra di loro, i paesi occidentali serreranno le fila una volta che siano in conflitto con un paese non occidentale. Anche nell”era della globalizzazione, esiste tuttora una linea di demarcazione tra l”Occidente e il resto del mondo.
Per ragioni tanto storiche quanto pratiche, l”equilibrio di potere tra l”Occidente, in particolare gli Stati Uniti, e il mondo non occidentale, è diseguale. Allo stesso modo di un potere assoluto senza controllo o restrizioni in conseguenza della corruzione in seno a uno Stato, un potere che sia privo di contrappesi nella comunità internazionale diventerebbe anch”esso imperioso e spietato, divenendo pertanto una minaccia per la stabilità del mondo intero.

Dopo la Guerra Fredda, gli Stati Uniti sono riusciti a «avere una ferma presa sull”ONU per opprimere la comunità internazionale», mentre i Paesi piccoli e medi non osavano esprimere il proprio malcontento.
La reazione isterica degli Stati Uniti al veto cinese dimostra che non hanno capito l”evoluzione della Cina. In un momento nel quale la politica delle cannoniere è stata rimessa all”ordine del giorno, un approccio modesto e autodisciplinato della diplomazia sembra forse un po” fuori moda.

Se Cina e Stati Uniti potessero coesistere pacificamente, si tratterebbe di un successo senza precedenti. Ma la storia delle relazioni sino-statunitensi mostra che una simile cooperazione non può essere conseguita solo tramite il compromesso o una semplice richiesta, e che non bisogna sperare in un gioco a somma zero con il semplice tramite delle nostre buone volontà. La lotta senza rotture delle relazioni non deve essere la base dell”atteggiamento cinese verso gli Stati Uniti, perché solo quando saremo pronti a pagare il prezzo della rottura, allora saremo in grado di combattere senza lacerarci.

Qualunque sia la difficoltà della situazione esterna, la Cina non fermerà il suo sviluppo. Non prima che i diplomatici non smettano di fare appello al nostro buon cuore. Né finché sarà facile mettere sotto i propri piedi i sentimenti di 1,3 miliardi di cinesi, e non prima che la Cina non abbia la capacità di difendere la Carta e le norme delle Nazioni Unite, così come la pace e la giustizia nel mondo con i fatti e non con le parole.

In qualità di membro permanente del Consiglio di Sicurezza, la Cina deve assumersi la grande responsabilità di preservare la pace mondiale. Per preservare l”unità, la Cina è stata costretta a usare il suo diritto di veto.
Poiché è un membro della comunità internazionale, la Cina è consapevole che non può realizzare i propri interessi senza la cooperazione con il mondo esterno. Ma la Cina sarà altrettanto attenta a quei Paesi occidentali che vanno troppo lontano. Dopo essere stata invasa dalle potenze occidentali, la Cina comprende la sofferenza che ne deriva. La Cina che si risveglia non rifarà gli stessi errori, perché il popolo cinese ritiene che ciò che non volete che sia fatto a voi, non si debba farlo subire agli altri.

Traduzione per Megachip a cura di Pino Cabras.
 

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