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di Giulietto Chiesa – Megachip
Sarà una coincidenza, ma è opportuno rilevare che, a partire dal 15 maggio, nei pressi della frontiera tra Giordania e Siria, si svolgerà una delle più grandi esercitazioni militari che siano state effettuate in Medio Oriente.
Vi partecipano, per un mesetto circa, ben 12.000 soldati e ufficiali, provenienti da 17 diversi paesi. Ci sarà anche l”Italia, con un piccolo contingente di 47 unità . Ma non saremo noi i protagonisti. Il comando della task force internazionale è affidato, guarda caso, al generale Ken Tovo dell”US Special Operations Central Command, che verrà affiancato dal generale Mohammed Jeridad, del comando per l”addestramento delle truppe giordane.
L”esercitazione prevede il coinvolgimento di reparti terrestri, di forze aeree di vario tipo e di mezzi della marina militare. Il tutto, naturalmente, non prevede la partecipazione della Siria, sebbene, sempre casualmente, la Siria sia a pochi passi dal luogo dove i 12.000 militari sperimenteranno le loro capacità offensive.
Il tema dell”esercitazione, a quanto è dato sapere, concerne l”addestramento alla “guerra irregolare”, alle “operazioni speciali” e alla “contro-insorgenza”. Espressione quest”ultima che sembra indicare operazioni governative funzionali a liquidare formazioni di combattimento non regolari. Diciamo brutalmente: “stroncare insurrezioni”.
Qualche maligno ha voluto mettere in relazione questa assai tempestiva esercitazione con la guerra civile in corso in Siria da diversi mesi. Ma l”illazione è stata prontamente smentita dalle fonti americane che hanno dato notizia dell”evento prossimo venturo. Il cui scopo sarebbe semplicemente quello di “integrare” le truppe giordane nel dispositivo generale di sicurezza dell”area approntato dagli Stati Uniti con la collaborazione dei comandi Nato del Mediterraneo. Che ci stiano a fare gli altri quindici paesi, Italia compresa, non è del tutto chiaro. E non è al momento noto neppure l”elenco dei paesi partecipanti.
L”esercitazione si chiamerà “Eager Lion 2012”. È un cordiale gesto di amicizia che Amman ha sentito il bisogno di fare nei confronti del finanziatore americano, che ha sganciato negli ultimi cinque anni almeno 2,4 miliardi di dollari di “aiuti”, grande parte dei quali è andata in acquisti di armamenti di produzione statunitense.
Alla frontiera turca si ammassano i contingenti delle truppe irregolari della liberissima armata insurrezionale “siriana”, guidata dagli ex membri della cosiddetta Al Qaeda libica. Che sarebbero quelli che stanno facendo esattamente ciò che, sulla frontiera giordana, i militari di USA, Nato, Giordania stanno sperimentando come disinnescare. Solo che, in questo caso specifico, gli uni e gli altri fanno parte della stessa tenaglia, il cui scopo è quello di abbattere il regime siriano.
Ma, sia chiaro, è solo una coincidenza.
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