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'La tortura israeliana dell''acqua'

'La tortura israeliana dell''acqua'
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7 Agosto 2012 - 21.01


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distruzidrL”IDF confisca le cisterne d”acqua ai Palestinesi e ai Beduini nella Valle del Giordano.

di Gideon Levy*Ha”aretz.

Avi è un coordinatore di sopralluoghi dell”Amministrazione Civile: il regime di occupazione, per parlare senza eufemismi. Presumibilmente ad Avi piace il suo lavoro. Forse ne è addirittura orgoglioso. Non si preoccupa di menzionare il suo cognome nei moduli che firma. Perché dovrebbe? La sua svolazzante firma “Avi” è sufficiente ad attuare i suoi ordini. E quelli di Avi sono tra gli ordini più brutali e inumani impartiti da queste parti.

Avi confisca le cisterne che approvvigionano (d”acqua, n.d.t.) centinaia di famiglie palestinesi e beduine che vivono nella Valle del Giordano. Le cisterne sono l”unica fonte di acqua per queste persone. Nelle ultime settimane, Avi ha confiscato circa una dozzina di cisterne, lasciando assetate dozzine di famiglie con bambini nel caldo soffocante della Valle del Giordano.

I moduli che si è sforzato di compilare, nel suo stile curato, dicono: «C”è motivo di sospettare che abbiano utilizzato il summenzionato materiale per compiere un reato». I capi di Avi sostengono che il “reato” sia rubare l”acqua da una tubatura. Questo è il motivo per cui le cisterne sono state sequestrate – senza inchiesta né processo. Benvenuti nella terra dell”illegalità e del male. Benvenuti nella terra dell”apartheid. Israele non permette a migliaia di questi disgraziati di collegarsi alla rete idrica. Quest”acqua è solo per gli israeliani. Anche il più grande propagandista di Israele non riuscirebbe a negare la separazione nazionalista e diabolica che sta avvenendo qui.

L”asse del male è situato a circa un”ora di macchina da casa vostra. Ma a livello emotivo è lontano e distante dal cuore, non ispira nessuna “protesta sociale”. E sulla scala dei mali di Israele, è uno dei peggiori.

Sostenuto da formalismo e burocrazia, applicato da ispettori apparentemente nonviolenti, non causa nemmeno una goccia di sangue, ma non ne lascia nemmeno una di acqua.

Si suppone che l”Amministrazone Civile si prenda cura delle necessità delle persone. Ma non si limita al sistema maggiormente deprecabile del privare le persone e il bestiame dell”acqua durante la terribile calura estiva, per raggiungere l”obiettivo strategico di Israele: far sì che queste persone abbandonino le loro terre e “purgare” la valle dai residenti non ebrei.

Il furto di acqua, che avvenga o meno, ovviamente è solo la scusa. Anche se fosse vero, che scelta hanno queste persone? Le autorità non permettono loro di collegarsi alla rete idrica che passa attraverso le loro terre; rete idrica la cui acqua scorre per irrigare i campi e le vigne dei coloni.

La settimana scorsa ho incontrato le persone a cui Avi aveva confiscato le cisterne, lasciandoli assetati. Neonati, una giovane ragazzina handicappata, un ragazzino appena operato, donne e anziani e, ovviamente, le pecore, unica fonte di reddito qui.

Abitanti senza acqua, in Israele, non in Africa. Acqua per una sola nazione, in Israele, non in Africa.

Ma questo non è l”unico spartiacque. Pochi giorni da, l”IDF ha deciso di tenere esercitazioni in questa zona. E cos”ha fatto?

Ha sfrattato i residenti dalle loro case per 24 ore. Non tutti però: solo i Palestinesi e i Beduini. Non è successo a nessuno di scacciare i residenti di Maskiot, Beka”ot or Ro”i. Le autorità non la chiamano nemmeno apartheid.

Ma verso che luogo l”IDF li ha sfrattati? Ovunque il vento li porti. Così circa 400 persone sono state costrette a lasciare le loro capanne e tende e a passare un giorno e una notte sull”arido terreno sul ciglio della strada, esposti agli elementi.

Amjad Zahawa, un bambino di due giorni, ha passato il suo terzo giorno di vita sotto il sole cocente, senza alcun riparo sulla testa. Auguri Amjad; benvenuto nella realtà della tua vita.

Avi, come abbiamo già detto, ama il suo lavoro e ne è orgoglioso. Un sacco di altri come lui stanno facendo lo stesso spregevole lavoro. Ma non sono gli unici a sbagliare. Dietro di loro ci sono milioni di israeliani che non sono per nulla toccati da tutto questo. Guidano allegramente sulle strade della valle, senza prestare nessuna attenzione all”argine senza fine lungo la strada, che imprigiona i residenti e impedisce loro l”accesso alla strada.

Cӏ un cancello di ferro, ogni tanto. I soldati, rappresentanti del misericordioso occupante, si fanno vedere ogni pochi giorni per aprire il cancello per un momento. A volte se ne dimenticano, a volte sono in ritardo. A volte perdono la chiave, ma che importa?

L”occupazione è illuminata, Israele ha ragione, l”IDF è il più morale degli eserciti, e l”apartheid è semplicemente un”invenzione di chi odia Israele. Andate nella Valle del Giordano a vedere con i vostri occhi.

 

Tratto da: http://desertpeace.wordpress.com/2012/07/09/israeli-water-torture

(9 luglio 2012)

Traduzione di Elena Bellini.

per “We are all on the Freedom Flotilla 2” – https://www.facebook.com/groups/WeAreAllOnTheFreedomFlotilla2/

gideonlevy-2012* Gideon Levy è un giornalista israeliano. Scrive per il quotidiano «Ha”aretz» dal 1982, ne è stato vicedirettore per quattro anni ed è membro del comitato editoriale del giornale.

E” autore del supplemento settimanale «Twilight Zone», sull”occupazione israeliana in Cisgiordania e Gaza negli ultimi 25 anni, e di editoriali politici.

Vincitore del Premio Giornalistico Euro-Med 2008, del Leipzig Freedom Prize 2001, del Israeli Journalists” Union Prize nel 1997 e del Premio delle Associazioni per i Diritti Umani in Israele nel 1996.



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