‘
di Roberto Renzetti
È molto grave che a 70 anni di distanza si debba ancora discutere delle responsabilità criminali di un personaggio come Rodolfo Graziani. Eppure è così. Il tutto inizia con la notizia che in un paesino della provincia di Roma, Affile, si è inaugurato l”11 agosto 2012 un monumento (“Onore e Ordine”), con parco di Radimonte annesso, dedicato alla memoria del suddetto criminale che aveva scelto per adozione quel piccolo centro. Per sommo sfregio, il tutto è costato alla comunità tra i 130 ed i 180 mila euro.
Da chiarire fino in fondo come sono arrivati i soldi alla giunta di destra di Affile. Il sindaco dice che i soldi per il parco sarebbero stati deliberati dalla ex giunta della Regione Lazio presieduta da Marrazzo (resta da capire se per il solo parco o anche per il monumento) con determinazione del febbraio 2010 per il «completamento del Parco Radimonte». Alcuni quotidiani hanno sostenuto invece che il finanziamento sia stato deliberato dall”attuale giunta Polverini.
Il sindaco è un furbetto perché avrebbe chiesto fondi per un monumento al Soldato senza specificare che ad Affile il Soldato è Graziani. Il sindaco è anche un nostalgico che ignora i trascorsi del truce Graziani affermando che è stato pluridecorato. E poiché coloro che ignorano in Italia sono la maggioranza, ogni tanto occorre rinfrescare la memoria a cominciare dal perché Graziani non è stato impiccato come i suoi sodali a Norimberga.
Infatti se in Germania qualcuno si azzardasse a commemorare appena con una lapide Goering o Rommel, verrebbe subito arrestato e gettato in prigione. Perché? Perché in quel Paese, finita la guerra si fece chiarezza con il Processo di Norimberga: da una parte i nazisti assassini, criminali da impiccare e dall”altra i cittadini che dovevano sapere quali erano i crimini di chi li aveva guidati per 12 anni.
In Italia niente Norimberga. Eppure di criminali ne abbiamo avuti! Caspita se ne abbiamo avuti! Ma chiarezza, appunto, non è stata mai fatta così che le italiche genti, ignoranti e smemorate, non sanno proprio cosa è accaduto, chi fu il criminale persecutore, chi il perseguitato. Ma perché da noi non si è fatta, non dico una Norimberga ma almeno una Frascati o una Valmontone? Perché i prodi e vigorosi americani avevano rapporti stretti con il Fascismo e con la Mafia.
Lo sbarco in Sicilia fu possibile senza gravi perdite perché guidato da Lucky Luciano. L”esercito USA avanzava preceduto da un carro armato su cui sventolava una bandiera azzurra. Era il segno di riconoscimento di Luciano ai picciotti. Gli yankee debbono passare e basta. E la mafia siciliana si organizzò perché nessuno si azzardasse a reagire. Per altri versi gli USA ebbero stretti rapporti con il fascista Junio Valerio Borghese, il comandante della X MAS (quel delinquente golpista del 1970, ricordate?). Doveva essere la testa di ponte che legava esercito USA e Fascisti.
Ma perché? Perché in Italia, contrariamente a quanto avvenne in Germania, vi era un forte movimento di resistenza a maggioranza comunista. Se l”Italia fosse stata liberata in queste condizioni e con i fascisti impiccati, come si sarebbe dovuto fare (come in Germania del resto), il Paese sarebbe diventato quasi certamente a guida comunista. Gli USA, prevedendo questo scenario e protetti dalla spartizione di Yalta, hanno difeso, sostenuto, foraggiato i fascisti (questo è il motivo della fucilazione immediata di Mussolini e gerarchi . gli USA volevano quel prigioniero ma i partigiani sapevano di losche manovre che prevedevano addirittura un Mussolini reintegrato al potere).
Ebbene, tra i criminali fascisti, militari, da impiccare vi era Graziani (insieme a vari altri, come Roatta, Robotti, Badoglio, .). Per quanto detto si salvarono, occorreva mantenere personaggi che avessero esperienza militare da usare eventualmente contro una sollevazione comunista.
Ma chi era Rodolfo Graziani? Molto in breve si può definire un macellaio con i deboli e dette sfoggio delle sue abilità a partire dalla Libia tra il 1921 ed il 1930 arrivando ad essere nominato da Mussolini in persona governatore della Cirenaica nel 1930 (incarico che mantenne fino al 1934). Si distinse per le deportazioni di massa e per sistemare centinaia di migliaia di libici, sospetti di collaborazione con la resistenza, in campi di concentramento (qui morirono decine di migliaia di persone per malattie e stenti e qui Graziani fu battezzato il macellaio di Fezzan.
Passò quindi a macellerie superiori durante la guerra d”Etiopia e la repressione della resistenza di quel Paese tra il 1935 ed il 1937. Utilizzò contro popolazioni inermi l”iprite, un gas micidiale, antesignano del napalm, del fosgene ed altri aggressivi chimici. Per titoli da carnefice conquistati sul campo fu nominato Maresciallo d”Italia e fu promosso viceré e comandante dell”esercito in Etiopia. Purtroppo scampò ad un attentato ma la sua tempra di valoroso si scatenò contro un monastero in cui presumeva si fossero rifugiati alcuni attentatori. Il risultato fu il massacro di circa 1500 monaci che seguì quello di varie migliaia di etiopi.
Tornato in Italia, nel 1938 firmò, insieme a Padre Agostino Gemelli e a tanti altri imbecilli, il Manifesto della Razza. Nel 1939 fu nominato da Mussolini Capo di Stato Maggiore dell”Esercito ed in questa veste inviato in Libia da dove ebbe l”ordine di invadere l”Egitto. Qui non si trattava più di combattere contro popolazioni male armate ma contro l”Esercito inglese. Ed infatti, nel 1940, fu duramente sconfitto per i suoi gravissimi errori tattici (oltre alle ingenti perdite, 130 mila dei nostri soldati furono catturati e tutto il materiale militare fu perduto). Nel 1941 fu destituito per incapacità e codardia. Fu messo sotto processo (che in Italia non porta mai a nulla se è contro i potenti) e dimenticato per due anni.
La sua vita pubblica si concluse nel modo più inglorioso possibile: fu nominato Ministro della Guerra della Repubblica Sociale Italiana (RSI). Impose l”arruolamento obbligatorio pena la fucilazione per chi non si fosse subito presentato e firmò un manifesto di condanna a morte per ogni partigiano. Si arrese a Milano al IV Corpo d”Armata USA alla fine di aprile del 1945. Fu fatto prigioniero e vagò per varie carceri gestite da alleati. Nel 1948 fu condannato da un Tribunale italiano a 19 anni di reclusione (accusa solo di collaborazionismo con i tedeschi) con un condono spettacolare di 17 anni! Ciò gli permise di uscire subito dal carcere. Gli americani e gli inglesi non fecero invece nulla contro Graziani perché non tennero in alcun conto tutta l”enorme quantità di documenti portati dal governo etiopico con particolare riferimento all”uso dei gas asfissianti (iprite).
Intanto Graziani aveva aderito al Movimento Sociale Italiano (MSI) costituitosi come erede del Fascismo nell”immediato dopoguerra. Nel 1953 divenne Presidente onorario di questo movimento ed in questa veste ricevette ad Affile, come no?, Andreotti, allora collaboratore di De Gasperi. I due si abbracciarono pubblicamente dando anche visiva mostra della continuità con il Fascismo.
In ogni caso le vicende del criminale Graziani meritano attenzione. Ho raccolto diversi articoli di vari storici e li propongo agli interessati: http://www.fisicamente.net/MEMORIA/index-1945.pdf.
Â
(6 settembre 2012)
‘