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Mali: rottura tra le fila dei ribelli islamici

Mali: rottura tra le fila dei ribelli islamici
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29 Gennaio 2013 - 21.55


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Il nuovo gruppo ribelle islamista chiede l”autonomia del Nord del Mali. Stretti contatti con i governi di Burkina Faso e Algeria.

tecnicamali

di Rita Plantera – Nena News. – Nena News.

 

Cape Town – Mentre le truppe francesi e maliane si preparano a sferrare il più grande attacco di terra dall”inizio dell”offensiva militare in Mali, al telefono da Kidal, roccaforte tuareg in mano ai ribelli islamici dallo scorso anno, Alghabass Ag Intallah – figura influente e membro di primo piano di Ansar Dine – ha annunciato la formazione di una nuova organizzazione, l”Islamic Movement of Azawad (MIA).  Una fazione dissidente che ha rotto con il gruppo dei ribelli di Ansar Dine e con le altre formazioni dell”alleanza islamico-alqaedista e si dice pronta, previo cessate il fuoco, a una soluzione negoziata del conflitto in corso.

Le richieste del nuovo gruppo ribelle, che ha fatto sapere di essere già in contatto con mediatori delle autorità del Burkina Faso e dell”Algeria, sarebbero per una larga autonomia del Nord del Mali più che per la sua indipendenza.

“Vogliamo combattere la nostra guerra e non quella di AQIM”, ha detto Ag Intallah per telefono all”agenzia Reuters, riferendosi ai ribelli di Al Qaeda in the Islamic Maghreb (AQIM), l”ala nord-africana di Al Qaeda.

Non è ancora noto al momento il numero di combattenti che sarebbero passati tra le file dell”Islamic Movement for Azaward (MIA), essendo ancora in corso la creazione di un elenco, ma stando a quanto dichiarato da Ag Intallah, la maggior parte dei combattenti maliani avrebbe lasciato Ansar Dine per unirsi alla nuova fazione.

Tra le file di MIA anche alcuni membri del National Movement for the Liberation of Azawad (MNLA), il gruppo tuareg separatista scalzato dai gruppi islamici nel Nord del Mali a giugno 2012 e che giorni fa si era detto pronto a sostenere le forze politico-militari internazionali contro i ribelli dell”alleanza islamica.

Tra i gruppi salafiti-qaedisti, Ansar Dine è quello di estrazione più locale, formato da combattenti di etnia tuareg, nazionalista ma caratterizzato da aspirazioni di tipo jihadista salafita. Negoziatori internazionali hanno a lungo cercato di rompere l”alleanza islamica dei gruppi ribelli proponendo negoziati ai combattenti di Ansar Dine e a quelli dei separatisti del Movement for the Liberation of Azawad (MNLA), entrambi di estrazione tuareg, cercando in questo modo di isolare l”ala qaedista (AQIM) dell”alleanza, formata non solo da combattenti del posto ma anche da al qaedisti di altre nazionalità.

Negoziati preliminari avviati precedentemente sono falliti dopo che Ansar Dine, diviso internamente tra moderati aperti a una soluzione politica e radicali molto vicini ad Al Qaeda, ha annullato il cessate il fuoco riprendendo le rappresaglie. Ag Intallah era tra i negoziatori in rappresentanza di Ansar Dine. Uomo politico, ex deputato del Kidal e segretario esecutivo della comunità Ifoghas, importante tribù tuareg di pastori nomadi, aderisce al Movement for the Liberation of Azawad (MNLA) nel gennaio del 2012 considerandolo l”unica alternativa alla linea politica governativa e al caos imperante nella regione a opera delle milizie maliane. Passerà in seguito nelle file di Ansar Dine di cui diventa il rappresentante politico, ricevuto come mediatore nei negoziati tenutisi lo scorso anno in Burkina Faso.

La regione del Sara, famosa nel passato per essere considerata una delle aree economicamente più fiorenti, è diventata col tempo terra di traffici illegali che sostengono le economie dei gruppi criminali ed è considerata e sfruttata dai governi occidentali essenzialmente come serbatoio delle importanti ed essenziali risorse naturali di cui è ricca. Ai suoi confini, a dispetto di queste ricchezze, alcuni dei Paesi tra i più poveri del mondo, per la maggior parte ex colonie francesi.

L”Algeria possiede petrolio e gas, il Niger possiede una delle più grandi riserve naturali di uranio al mondo che alimentano gli impianti nucleari francesi, il Mali è il terzo più grande produttore di oro del continente africano.

Qui le forze armate in campo, sia quelle governative degli Stati occidentali sia quelle dei ribelli tuareg e qaedisti, combattono una guerra per il controllo politico-militare della regione e in difesa di interessi poltico-economici contrapposti.

A causa delle sue caratteristiche territoriali, del vuoto di potere istituzionale dovuto soprattutto a tensioni tra il governo e le forze ribelli, e di una situazione umanitaria preoccupante, il Mali è diventato crocevia di traffici di droga verso l”Europa, in particolare da parte dei cartelli criminali sudamericani e nigeriani, di traffico di armi e tratta di esseri umani. La mancanza di controlli e la corruzione dilagante ad ogni livello delle forze armate, dall”esercito alla polizia, hanno reso l”aeroporto di Bamako un centro di transito di attività illegali. Di questa situazione beneficiano soprattutto i gruppi armati ribelli come Ansar Dine, AQIM e MUJAO che finanziano le loro attività anche attraverso i traffici di stupefacenti oltre che con i riscatti dei rapimenti di occidentali.

Intanto, dopo la denuncia nei giorni scorsi da parte di Human Rights Watch, anche residenti e altri gruppi in difesa dei diritti umani riportano di esecuzioni sommarie di civili tuareg e arabi ad opera dell”esercito maliano. Non è ancora chiaro cosa abbia portato alla formazione di una fazione dissidente tra le file di Ansar Dine.

Tra le preoccupazioni generali di un crescendo delle esecuzioni e delle violenze contro i civili tuareg e arabi, il governo francese sarebbe invece intenzionato a inviare in Niger forze speciali a protezione dei siti di sfruttamento dell”uranio di proprietà del colosso francese Areva.

 

Fonte: http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=48972&;typeb=0&Mali-rottura-tra-le-file-dei-ribelli-islamici.

 

 

 

 

 

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