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Siria: Francia e ‘ribelli' vogliono la guerra e preparano la trappola

'Non ci sta Parigi a rimandare l''attacco alla Siria che caldeggia anche più di Washington. L’iniziativa di Mosca indispettisce Hollande [M. Santopadre]'

Siria: Francia e ‘ribelli' vogliono la guerra e preparano la trappola
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12 Settembre 2013 - 22.50


ATF

di
Marco Santopadre
.

Non
ci sta Parigi a rimandare un attacco alla Siria che caldeggia anche
più convintamente di Washington. L’iniziativa diplomatica di Mosca
e il temporaneo stop di Washington rispetto ai preparativi militari
sembrano aver indispettito assai il governo Hollande-Ayrault.
Che ora tenta di mettere i bastoni tra le ruote alla Russia e alla
Cina, tentando di imporre all’Onu l’approvazione di una
risoluzione vincolante, appoggiata anche da USA e Gran
Bretagna, che citi ‘la necessità di una risposta militare’
della cosiddetta comunità internazionale nel momento in cui Damasco
non dovesse rispettare gli ultimatum imposti non si capisce con quale
autorità dal governo socialista o dai suoi alleati-competitori di
Washigton.

Il
modello sembra essere quello sperimentato alla fine degli anni ’90
nella Ex Jugoslavia. Quando in un contesto di teorico
negoziato alcune potenze occidentali imposero al governo della
Jugoslavia prima e della federazione Serbo-Montenegrina poi degli
ultimatum surreali, impossibili da rispettare. In modo che la
‘violazione’ dei diktat – anche in quei casi di natura
formalmente umanitaria o legati allo smantellamento degli arsenali –
concedesse alla Nato un meccanismo giuridico e una giustificazione
davanti alle opinioni pubbliche per poter dare il via ai
bombardamenti e all’invasione. Il ‘Trattato di
Rambouillet’ da questo punto di vista fu un capolavoro di ipocrisia
che spianò la strada ad una tragedia i cui effetti sono ancora
visibili nei Balcani.

Ora
i dirigenti del Partito Socialista (!) Francese sembrano seguire lo
stesso schema. Se Mosca è riuscita a stoppare missili e bombardieri
in nome dell’accordo sulla consegna degli arsenali chimici o non
convenzionali in mani siriane alla comunità internazionale, Parigi
pretende ora di imporre un tempo limite di soli 15 giorni.
Lasciando così aperta la strada per una aggressione militare che
torna nel novero delle opzioni a disposizione di alcune potenze
occidentali.

Da
parte sua la Russia sembra aver capito l’antifona ed ha accelerato
la propria iniziativa diplomatica a tutto campo per disinnescare
l’argomento ‘armi chimiche’ finora utilizzato dalla propaganda
interventista così come lo furono i profughi ai tempi del Kosovo o
le armi di distruzione di massa ai tempi dell’Iraq.

Mosca
ha consegnato nei giorni scorsi agli Stati Uniti il piano per la
cessione delle armi chimiche siriane
alla comunità
internazionale.

Il
piano, rivelato dal quotidiano russo Kommersant, prevede come
primo passo l”ingresso della Siria nell”Organizzazione
per la Proibizione delle Armi Chimiche (Opac). 

In
seguito, la Siria dovrebbe dichiarare la localizzazione delle
armi chimiche e dove sono state prodotte. 

Il
terzo passaggio sarebbe l”ingresso degli ispettori dell”Opac a
Damasco per esaminare l”effettivo stato delle armi. 

Il
quarto e decisivo passaggio sarebbe la scelta, in collaborazione con
gli ispettori, su come distruggere le armi

Secondo
il Kommersant, ””il piano non specifica chi dovrebbe
distruggere le armi””, anche se non è escluso che ””gli Stati Uniti
e la Russia lo facciano insieme””. Intanto, pare che l”atteso
rapporto degli ispettori dell”Onu sarà ””probabilmente”” reso noto
nella giornata di lunedì””, almeno così ha detto il ministro degli
Esteri francese, Laurent Fabius

Sulla
vicenda è intervenuto personalmente

Vladimir
Putin

in
un editoriale pubblicato oggi dal quotidiano
The New York Times.
Nel quale il presidente ha esplicitamente scritto che
un’aggressione
alla Siria

potrebbe scatenare il caos e comunque verrebbe considerata da Mosca
come
un’aggressione alla Russia

Putin
avverte che se davvero gli Stati Uniti attaccheranno Damasco senza il
mandato del Consiglio di Sicurezza, ciò «distruggerebbe
la credibilità dell”Onu».
Anche se non chiaramente, Putin richiama i rischi di una guerra
mondiale
: «Nessuno vuole
che le Nazioni Unite subiscano la sorte della Società delle Nazioni,
collassata perché mancava di una reale leva di intervento».
E poi ancora: «Un attacco
aumenterebbe la violenza e scatenerebbe una nuova ondata di
terrorismo»

Secondo
Putin, l”attacco «potrebbe
minare gli sforzi multilaterali per risolvere il problema nucleare
iraniano e il conflitto israelo-palestinese, oltre a destabilizzare
ulteriormente il Medio Oriente e il Nord Africa».
Per il presidente russo, in definitiva, l”attacco «potrebbe
mandare all”aria l”intero sistema di diritto e ordine
internazionale».

Il
riferimento di Putin al ‘nucleare iraniano’ non sembra affatto
casuale. A ricordare che l’aggressione alla Siria mira all’Iran è
sul Sole 24 Ore di oggi Alberto Negri, secondo il quale
lo scopo di un possibile attacco militare contro Damasco «è
un messaggio agli ayatollah per far capire cosa li aspetta,
dall”Occidente o da Israele, nel caso continuassero il programma
nucleare di arricchimento dell”uranio».
La eventuale soluzione diplomatica di Mosca, dice giustamente Negri,
«prolunga la vita a Bashar
Assad e imbarazza gli alleati americani, dalla Turchia agli arabi del
Golfo, che sulla partita siriana hanno puntato una posta altissima:
smantellare la Mezzaluna sciita e iraniana in Medio Oriente, origine
di tutta la vicenda».
Avvertendo implicitamente che una ‘punizione’ di Assad potrebbe
scatenare, se non la guerra mondiale, comunque un conflitto
vastissimo
con il coinvolgimento dei curdi e degli alauiti, oltre
che dei cristiani e degli sciiti anche in Turchia, Libano e Iraq.

A
soffiare sul fuoco ci pensano, dopo la trovata di Parigi, i
cosiddetti ‘ribelli’ siriani. L’Esercito Siriano Libero,
coalizione di forze ribelli sempre più debole e infiltrato dalle
organizzazioni jihadiste, ha fatto sapere di non accettare nessun
tipo di mediazione
. «L”Esercito
siriano libero annuncia di respingere categoricamente l”iniziativa
russa che prevede di collocare le armi chimiche sotto controllo
internazionale» ha affermato
uno dei capi militari dell’opposizione, il generale Selim
Idriss
, in un comunicato letto in un video postato su YouTube
(!). 

Secondo
quanto affermano fonti USA e arabe, nelle ultime settimane la Cia
avrebbe implementato le forniture di armi e tecnologia militare ai
ribelli. Se dovesse servire, una
provocazione in grande stile potrebbe rendere ”necessario”
l”intervento immediato delle grandi potenze.

Fonte: http://www.contropiano.org/internazionale/item/18982-siria-francia-e-ribelli-vogliono-la-guerra-e-preparano-la-trappola.

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