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'Dietro l''Ucraina la Grecia'

Se Atene esce dall’UE e torna a stampare moneta il rischio guerra tra Russia e NATO è concreto. Precedenti storici e forze in campo.

'Dietro l''Ucraina la Grecia'
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11 Febbraio 2015 - 18.51


ATF

di
Claudio Moffa
.

Ho avuto un eccesso di ottimismo nel
pensare che il rischio guerra tra Russia e NATO non c’è? Forse, ho ripetuto a
me stesso, ‘siamo alle solite’, ma la ”Politica” riuscirà a fermare il mostro,
come nell’estate 2013 in Siria e come l’estate scorsa ancora in Ucraina.
Adesso, però, le cose sono cambiate, e bisogna considerare tre fatti: la triangolazione Russia-Nato-Grecia;
la questione del debito e della
sovranità monetaria nel contenzioso che si è aperto tra l’UE-BCE e la Grecia
,
corteggiata da Mosca; e una coincidenza
che riguarda un’altra guerra e Angela Merkel
, come noto il
Premier europeo che frena più di tutti sull’escalation in Ucraina. In gioco, un punto di svolta
cruciale che potrebbe fare precipitare la situazione: la consegna delle armi a Kiev.
Con la Ministra alla Difesa Roberta
Pinotti
che per fortuna dice no, ma contrastata dal Ministro
degli Esteri Paolo
Gentiloni
che azzera il valore del nuovo incontro a quattro
(Merkel, François  Hollande,
Vladimir Putin
più Petro Poroshenko)
dichiarando irresponsabilmente, prima ancora che il quartetto si sieda al 
tavolo della discussione, che «adesso
sta a Mosca muoversi
». Mettiamo assieme i tasselli: primo, la Merkel è il principale avversario di Alexis
Tsipras
, interessata sacerdotessa dei conti dell’UE e dei
debiti da rispettare; Mosca,
o per allentare la morsa ucraina o per l’occasione comunque ghiotta, apre ad Atene, fino a inviare
nella capitale greca il Ministro della Difesa. La domanda dunque è: la Merkel, che già nel gennaio
2012 aveva manifestato chiari istinti colonialisti dichiarando la volontà di
‘commissariare’ la Grecia, cambierà
posizione o si farà sconfiggere con olimpica indifferenza
, se Putin non molla, non in
Ucraina, ma in Grecia? Secondo
fatto: il caso Tsipras non è di poco conto, perché investe uno dei momenti
focali della nostra epoca, un nodo non solo economico ma anche geopolitico. Se Tsipras esce dall’UE e Atene torna a
stampare moneta
, o se solo continua ad agitare questo spettro
per trattare da posizioni di forza con Mario
Draghi
, l’ipotesi
guerra si fa più concreta
. Dietro le primavere arabe c’è stato
anche il fattore banche, e dietro la guerra di Libia il dinaro d’oro africano
(come sottolineammo Ellen Brown, il sottoscritto e altri). La stessa seconda guerra mondiale
scoppiò meno di tre mesi dopo la nazionalizzazione della Banca centrale tedesca
(Legge sulla Reichsbank del 15 giugno 1939): questa cronologia nulla toglie
alla questione dei crimini nazisti, ma è inquietante il possibile meccanismo
causa-effetto. La
dimensione finanziaria e bancaria della Storia è spesso se non sempre occultata
,
eppure, a ben vedere è chiarissima la
sua centralità ad ogni tornante epocale
, in certe scelte che ‘fanno’ la storia. E dunque: i contatti Mosca-Atene, in
combinazione con la rivendicazione dichiarata di Tsipras della sovranità della
Grecia, sono fatti che spingono alla
guerra non solo l’Occidente in generale
, ma anche il suo cuore economico,
la BCE. E
questo anche senza contare l’interesse del ”piccolo” Stato d’Israele, che tanto
piccolo non è visto che Benjamin
Netanyahu
ha ammazzato 2000 palestinesi in pochi giorni  l’estate
scorsa
, senza che nessuno leader occidentale reagisse con dignità
all”eccidio. Infine la coincidenza: la Merkel
ha già visto scoppiare una guerra senza averla voluta
l”intervento
in Libia
-, e l’ha ‘contemplata’ con olimpica o pilatesca indifferenza. Il
19 marzo 2011 la cancelliera tedesca si trovava infatti a Parigi su invito di Nicolas Sarkozy  per
”decidere” come applicare la risoluzione sulla no fly zone  decisa da un
Consiglio di Sicurezza a cui partecipava una Russia monca di Putin perché
guidata dal Presidente Dmitrij 
Medvedev
. Lei e Silvio
Berlusconi
provarono a fare opposizione, dicono le cronache. Ma
il Presidente francese, grande alleato di Israele e lui stesso ”espion du
Mossad” (”Le Figaro”),
scatenò la sua aviazione mentre ancora era in corso il vertice. Scoppiò così,
tre volte illegittima (uso disinvolto della no fly zone, golpe di Sarkozy, NATO
esecutrice della risoluzione ONU) la guerra culminata nel linciaggio di Mu”ammar Gheddafi. Oggi potrebbe profilarsi uno scenario simile, con
due differenze, una a vantaggio della pace e l’altra di una guerra dalle
terribili conseguenze: a
vantaggio della pace potrebbe stare l’interesse geopolitico della Germania a
una stabilità sui suoi confini orientali
, che non mettano a
rischio la sua espansione economica verso l’Est fin da tempi del crollo del
muro di Berlino. L’assedio NATO confligge con l’economia tedesca? La seconda differenza è che la Russia non è la
Libia
, e Putin
non è Gheddafi
: la reazione di Putin sarà comprensibilmente
dura  -la NATO ai suoi confini è una opzione pazzesca dell’oltranzismo
occidentale- ma la
conseguenza sarà un conflitto che assomiglierà davvero all’inizio di una terza
guerra mondiale
: non subito forse, il primo passo è la consegna
di armi ai golpisti Kiev, non solo dichiarata ma fattuale, ma nei prossimi mesi
con maggiore certezza che in passato. Occorre chiarezza di idee e un forte atto
di coraggio nei Paesi occidentali per scongiurare il pericolo.

Fonte: http://www.lindro.it/0-politica/2015-02-09/166847-dietro-lucraina-la-grecia.

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