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Russia: su l'export di armi, giù salari e pensioni

'Grandi successi dell''industria a produzione militare, ma la crisi economica inizia a incidere pesantemente sul tenore di vita dei russi. Significative agitazioni operaie'

Russia: su l'export di armi, giù salari e pensioni
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11 Maggio 2016 - 12.51


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di Fabrizio Poggi.

Nonostante i successi nella lotta contro l’Isis in Siria; nonostante gli oltre trentamila obiettivi colpiti dall’aviazione russa, nel corso di diecimila incursioni aeree; nonostante i 115 lanci di missili basati a terra, su navi e sommergibili; nonostante l’apporto decisivo “all’esercito siriano dato dall’aviazione russa”, per mezzo del quale “sono stati liberati più di 500 tra città e centri abitati”, la missione russa in Siria avrebbe messo in rilievo alcune criticità nell’apparato militare di Mosca.

Lo ha affermato ieri Vladimir Putin nel corso dell’incontro a Soči coi vertici delle Forze armate e del Complesso militare-industriale. Secondo Interfax, Putin avrebbe chiesto un’accurata “indagine professionale e un’analisi scrupolosa” su ogni fatto negativo verificatosi nel corso della missione in Siria, onde poter eliminare le insufficienze. Nel parlare di “deficienze”, pare che Putin avesse in mente alcuni problemi di natura tecnica dei mezzi militari russi, nonostante la professionalità del personale e una qualità superiore dei mezzi messi in rilievo anche dai maggiori media statunitensi. Negli ultimi anni, ha detto Putin, si sono registrati cambiamenti per il meglio nelle Forze armate; ma bisogna andare ancora più avanti: “Abbiamo di fronte un grosso lavoro per rifornire esercito e flotta di nuovi mezzi tecnici e nuove armi e per elevare la funzionalità dei modelli disponibili”.

In effetti, la cura manifestata per i grandi complessi produttivi e per lo sviluppo del complesso militare-industriale, appare oggi una delle priorità della politica economica russa e la missione in Siria è apparsa da subito, oltre che un fattore decisivo nella guerra  all’Isis e un aiuto sostanziale al popolo siriano, anche una sorta di vetrina mondiale per i mezzi militari russi. E’ significativo che, ad esempio, appena pochi giorni fa, diversi senatori USA abbiano sollevato forti preoccupazioni per la possibilità che la prevista fornitura di 77 caccia, tra F-16, F-15 e F/A-18, a Qatar, Bahrein e Kuwait (quest’ultimo ha già acquistato da Finmeccanica 28 Eurofighter Typhoon), per una somma di 9 miliardi di dollari sfumi e venga soppiantata dalla scelta di caccia russi. Pare che anche il Pakistan potrebbe rinunciare all’acquisto di F-16 USA a favore degli JF-17 Thunder di produzione sino-pakistana. 

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