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di Fabrizio Poggi.
Nonostante i successi nella lotta contro l’Isis in Siria; nonostante gli oltre trentamila obiettivi colpiti dall’aviazione russa, nel corso di diecimila incursioni aeree; nonostante i 115 lanci di missili basati a terra, su navi e sommergibili; nonostante l’apporto decisivo “all’esercito siriano dato dall’aviazione russaâ€, per mezzo del quale “sono stati liberati più di 500 tra città e centri abitatiâ€, la missione russa in Siria avrebbe messo in rilievo alcune criticità nell’apparato militare di Mosca.
Lo ha affermato ieri Vladimir Putin nel corso dell’incontro a Soči coi vertici delle Forze armate e del Complesso militare-industriale. Secondo Interfax, Putin avrebbe chiesto un’accurata “indagine professionale e un’analisi scrupolosa†su ogni fatto negativo verificatosi nel corso della missione in Siria, onde poter eliminare le insufficienze. Nel parlare di “deficienzeâ€, pare che Putin avesse in mente alcuni problemi di natura tecnica dei mezzi militari russi, nonostante la professionalità del personale e una qualità superiore dei mezzi messi in rilievo anche dai maggiori media statunitensi. Negli ultimi anni, ha detto Putin, si sono registrati cambiamenti per il meglio nelle Forze armate; ma bisogna andare ancora più avanti: “Abbiamo di fronte un grosso lavoro per rifornire esercito e flotta di nuovi mezzi tecnici e nuove armi e per elevare la funzionalità dei modelli disponibiliâ€.
In effetti, la cura manifestata per i grandi complessi produttivi e per lo sviluppo del complesso militare-industriale, appare oggi una delle priorità della politica economica russa e la missione in Siria è apparsa da subito, oltre che un fattore decisivo nella guerra all’Isis e un aiuto sostanziale al popolo siriano, anche una sorta di vetrina mondiale per i mezzi militari russi. E’ significativo che, ad esempio, appena pochi giorni fa, diversi senatori USA abbiano sollevato forti preoccupazioni per la possibilità che la prevista fornitura di 77 caccia, tra F-16, F-15 e F/A-18, a Qatar, Bahrein e Kuwait (quest’ultimo ha già acquistato da Finmeccanica 28 Eurofighter Typhoon), per una somma di 9 miliardi di dollari sfumi e venga soppiantata dalla scelta di caccia russi. Pare che anche il Pakistan potrebbe rinunciare all’acquisto di F-16 USA a favore degli JF-17 Thunder di produzione sino-pakistana.
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