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Come ti curo il miliziano

'Una nuova strategia dell''Isis per infiltrare in Europa i propri combattenti spacciati per libici feriti nella lotta contro il Daesh. [S. E. Carnemolla]'

Come ti curo il miliziano
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2 Maggio 2017 - 19.12


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di Stefania Elena Carnemolla

Come ti curo il miliziano: il 28 aprile il quotidiano britannico The

Guardian [url”ha raccontato”]http://www.theguardian.com/world/2017/apr/28/islamic-state-fighters-infiltrate-europe-posing-injured-libyan-soldiers[/url], dopo essere venuto in possesso di un

documento degli 007 italiani, della nuova strategia dell’Isis per infiltrare

in Europa dalla Libia, grazie a passaporti falsi, i propri combattenti,

spacciati per libici feriti nella lotta contro il Daesh da curare negli

ospedali europei. Con il contrabbando di feriti l’Isis ha, così, trovato il

suo Cavallo di Troia. Da tempo i propri feriti sono, infatti, per l’Isis una

manna: li infiltra o li uccide per estrarne gli organi da rivendere sul

[url”mercato nero”]http://www.businessinsider.com/isis-militants-faking-illnesses-fighting-2017-2?IR=T[/url] e rimpinguare, così, le proprie casse.

In Turchia gli ospedali locali non hanno, ad esempio, mancato di prestare

loro amorevoli cure. Senza dimenticare Israele, corsa consapevolmente al

capezzale dei ribelli siriani: “A sentire i discorsi ufficiali, l’esercito

israeliano cura i feriti siriani” così [url”Andrea Brenta su Italia Oggi”]http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2142894&codiciTestate=1&sez=giornali&testo=stato+islamico&titolo=Militanti%20Isis%20curati%20in%20Israele[/url] “in

nome di considerazioni strettamente umanitarie. Ma è lecito pensare che

lo stato ebraico tragga un beneficio indiretto da questo impegno. Per

esempio, l’esercito potrebbe approfittarne per istituire un canale di

comunicazione con le fazioni ribelli insediate sul versante siriano del

Golan, ivi compresi i jihadisti del Fronte di al-Nusra, affiliato ad al-Qaida. Questi contatti hanno portato a una relazione di buon vicinato,

che si traduce non solo nel mantenimento di una relativa calma alla

frontiera, ma soprattutto nella tenuta a distanza dell’Hezbollah libanese.

Dal canto suo, il regime siriano denuncia regolarmente questo

avvicinamento di circostanza e accusa Israele di sostenere i ‘terroristi’. I

pazienti siriani convalescenti presso l’ospedale di Safed affermano di

aver militato nell’esercito siriano libero e proclamano il loro rifiuto dello

Stato islamico. Ma è difficile provarlo. Intanto però il personale medico

prende tutte le precauzioni possibili per preservare l’anonimato dei suoi

degenti siriani”.

(Ambulanza usata per il trasporto dei libici)

Tornando alla Libia, nell’articolo del quotidiano britannico, che cita il

documento degli 007 italiani, si parla di un “progetto sanitario di origine

occidentale” per “la riabilitazione e la cura dei libici feriti” sorvegliato

dal governo di Tripoli “riconosciuto dall’Onu”, progetto considerato dai

primi “dubbioso e ambiguo”. Sorprende lo stupore dell’intelligence

nostrana, considerato che l’Italia, in virtù di precisi accordi

intergovernativi, è, dalla caduta di Gheddafi, in prima linea

nell’assistenza dei “combattenti libici”. Nelle maglie di questo

programma s’è infiltrata l’Isis, con i vari governi italiani che hanno

sottovalutato il camaleontismo della prima e il rischio di corruzione tra i

funzionari libici deputati alla sorveglianza del programma.

Nel 2016, con Matteo Renzi al governo, fu, ad esempio, decisa la

[url”Missione Ippocrate”]http://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/op_ippocrate/Pagine/default.aspx[/url] per la fornitura di materiale sanitario e medicine,

nonchè per il trasporto e la cura di “feriti libici che combattono contro il

Daesh in Libia” e con lo “schieramento di una struttura ospedaliera

campale militare interforze a sostegno dell’ospedale civile di Misurata”.

Uno stanziamento di 17.388.000 euro a copertura anche della

partecipazione italiana alla United Nations Support Mission in Libya. E

proprio Misurata, dove si registrano contatti con il personale medico, è,

denuncia il quotidiano britannico, la “sede del contrabbando di questi

uomini dalla Libia ad altri paesi. Misurata è anche il luogo dove si

effettua la tratta di falsi passaporti quando una falsa identità è necessaria

per coprire l’identità reale di questi uomini”.

(Paolo Gentiloni con Fayez Al Sarraj)

Al governo c’è ora Paolo Gentiloni, ex ministro degli Esteri del governo

Renzi. Il 16 marzo 2017 la Farnesina, dove c’è ora Angelino Alfano, ex

ministro all’Interno di Renzi, annuncia un volo militare con a bordo feriti

libici: “Ieri mattina un aereo C130-J dell’Aeronautica Militare,

configurato per trasporto sanitario, è atterrato nella base libica di Benina,

presso la città di Bengasi, e ha caricato a bordo 22 libici feriti. Si tratta di

un primo gruppo giudicato idoneo al trasporto aereo dalla competente

commissione medica del Ministero della Difesa. L’aereo ha lasciato la

Libia nel pomeriggio ed è atterrato a Roma intorno alle 20:30 dello

stesso giorno. I 22 feriti sono stati tutti ricoverati presso il Policlinico

Militare del Celio”. Un’operazione concertata tra Farnesina, Ministero

della Difesa, Ministero dell’Interno, Ministero della Salute e

amministrazioni di competenza. Con il ministro Alfano che confermerà:

“La nostra azione non si ferma qui. In questa logica, assicureremo

assistenza anche attraverso la fornitura di kit medicali di emergenza alle

varie strutture ospedaliere sparse nelle diverse aree del Paese. I nostri

sforzi sono mirati ad aiutare i feriti libici in tutta la Libia, per sostenere

così, in tutto il territorio, le loro azioni di contrasto al terrorismo”. Gli

farà eco il ministro alla Difesa Roberta Pinotti: “L’impegno della

Difesa in Libia, a sostegno delle forze che si oppongono al Daesh è

connotato da una forte valenza umanitaria espressa con l’operazione

sanitaria militare Ippocrate. Inoltre, nell’ambito della missione europea

Sofia, stiamo contribuendo all’addestramento della Guardia Costiera

libica, in modo che possa autonomamente contrastare il traffico di esseri

umani e di armi lungo le proprie coste”.

Sogni di gloria: il traffico di esseri umani continua – il business, che

gode di complicità, frutta – e i miliziani dell’Isis hanno ormai trovato il

modo per arrivare in Europa sotto mentite spoglie.

(Roberta Pinotti e Matteo Renzi)

Ancor prima, il 21 aprile 2016, con Renzi al governo, il ministro della

Salute, Beatrice Lorenzin, siglò a Roma con l’omologo libico Omar

Basheer Al Taher Mohamed, in rappresentanza del governo di Fayez Al

Sarraj, un [url”accordo”]http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_2075_listaFile_itemName_1_file.pdf[/url] nel solco del Trattato di Amicizia del 2008 fra il

governo Berlusconi e Gheddafi. Il comunicato stampa del Ministero della

Salute del 20 aprile ricorderà che tra i punti dell’accordo ci sarebbe stato

quello della “cura in Italia dei feriti libici”, che “dal 2012 al 2014 sono

già stati curati un centinaio di feriti nelle nostre strutture sanitarie” e che

il 7 gennaio di quell’anno quindici libici erano stati curati al Policlinico

Militare del Celio. Recita, infatti, l’accordo: “L’Italia favorirà l’accesso

alle cure mediche in ospedali italiani a cittadini libici feriti in guerra e

collaborerà per quanto concerne la riabilitazione e la formazione

professionale delle vittime di Guerra”. Rodolfo Bucci, un medico italiano

specialista nella terapia del trattamento del dolore – ha scoperto il

quotidiano britannico – nel frattempo è stato contattato da “alcuni uomini

per coordinare questi trattamenti medici”.

S’è così allargata la maglia di infiltrazioni, con i vari governi italiani

felici di avere un piede in Libia, senza aver fatto i conti con il vero volto

del governo libico e il camaleontismo dell’Isis.

(2 maggio 2017)

Copertina: I combattenti dell”Isis sfilano attraverso Sirte, in Libia, dove hanno preso il controllo dell”ufficio passaporto all”inizio del 2016. © AFP / Getty Images.

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