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da greenreport.it.
Il direttore esecutivo dell”International energy agency (Iea), Nobuo Tanaka, ha presentato ai Climate change talks in corso a Bangkok un estratto del World energy outlook 2009 (Weo) intitolato “How the energy sector can deliver on a climate agreement in Copenhagen” che presenta le più recenti tendenze delle emissioni di gas serra, dati aggiornati alla luce della crisi finanziaria, e un dettagliato percorso per il settore energetico se vuole davvero avviare una transizione verso un mondo a basse emissioni di CO2.
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Il Weo 2009 stabilisce, per i Paesi e le regioni principali (tra cui gli Usa, Giappone, Unione europea, Russia, Cina e India), quale sia la trasformazione energetica che ognuno deve intraprendere, settore per settore, se davvero il mondo vuole percorrere la traiettoria “minima” che porta a uno scenario di 450 ppm di CO2.
Il rapporto descrive anche le tendenze attuali dei consumi energetici e delle emissioni con uno scenario di riferimento aggiornato, chiarendo quali siano le conseguenze e le implicazioni delle attuali politiche energetiche nel bel mezzo della crisi finanziaria ed economica mondiale.
A livello mondiale, la crisi finanziaria ha colpito duramente il settore energetico. Gli investimenti in disinquinamento sono stati rimandati e comunque le emissioni di CO2 nel 2009 sono calate del 3%, il taglio maggiore negli ultimi 40 anni. Questo trend, se durasse, porterebbe ad un calo delle emissioni del 5% entro il 2020 rispetto a quanto la stessa Iea stimava solo 12 mesi fa, anche in assenza di altre politiche di riduzione. «Il rallentamento dell”economia – sottolinea il rapporto – ha così creato la possibilità di mettere il sistema energetico mondiale su una traiettoria di stabilizzazione delle emissioni di gas serra a 450 parti per milione (ppm) di CO2-equivalenti, in linea con l”aumento della temperatura globale di circa 2 gradi Celsius». Che è molto, molto di più di quello che consigliano gli scienziati (che dicono che abbiamo già superato il punto critico con 350 ppm) e i Paesi in via di sviluppo che chiedono ai “ricchi” tagli tra il 25 e il 45% entro il 2020.
Tanaka ha comunque detto che «Questo ci dà la possibilità di fare progressi reali verso un futuro energetico pulito, ma solo se politiche giuste verranno messe in atto rapidamente. Il successo del processo Unfccc è fondamentale a questo riguardo. Il messaggio è semplice e netto: se il mondo continua a basarsi sulle energie e sulle politiche climatiche odierne, le conseguenze del cambiamento climatico saranno gravi. L”energia è il cuore del problema, e quindi deve costituire il nucleo della soluzione. Per questo motivo, a seguito di discussioni con i governi membri dell”Aie e del Segretariato Unfccc, ho preso la decisione senza precedenti di presentare eccezionalmente ai lavori sul climate change una versione condensata la nostra pubblicazione “fiore all”occhiello” Weo 2009 per fornire un contributo tempestivo al raggiungimento di un accordo storico a Copenaghen» .
Lo scenario Iea 450 ppm prevede il picco di utilizzo dei combustibili fossili per il 2020, con le emissioni di CO2 dovute alla produzione energetica che aumentano solo del 6% rispetto al 2007. Rispetto ad un scenario di riferimento delle politiche correnti, le emissioni nel 2020 dovrebbe essere ridotte di 3,8 miliardi di tonnellate (Gt) in tutto il mondo per il raggiungere lo Scenario 450ppm. 1,6 Gt di questa riduzione dovrebbero essere realizzate nei Paesi Ocse, mentre la Cina da sola dovrebbe tagliare 1 Gt di emissioni. «Questo sottolinea – dice il Weo – il ruolo di leader che la Cina svolgerà nella lotta globale contro il cambiamento climatico». Non a caso il rapporto Iea 2009 contiene anche importanti studi sulle prospettive globali per i mercati nazionali del gas e delle tendenze energetiche nei Paesi del Sudest asiatico.
Per raggiungere lo scenario “minimo” occorre una vera e propria rivoluzione energetica, con un aumento di investimenti di 10 mila miliardi di dollari tra il 2010 e il 2030 nel settore dell”energia pulita (che per l”Iea Comprende anche nucleare e biocarburanti): lo 0,5% del Pil mondiale nel 2020, l”1,1% nel 2030. Anche I risparmi di carburanti per l”industria, trasporti ed edifici (che insieme rappresentano l”85% delle emissioni globali di CO2) dovranno essere notevoli, valutati in circa 8,6 trilioni da oggi al 2030, più o meno la stessa cifra per gli investimenti necessari in questi settori.
L”Iea dice che per far questo bisogna che entro il 2030 il 33% dell”energia provenga da fonti rinnovabili, parecchio di più dell”attuale 18% (compreso il nucleare) e che per questo occorrerebbe costruire 18 nuovi reattori nucleari, e 17.000 impianti eolici ma anche che il 60% dei veicoli circolanti in tutto il mondo dovranno essere ibridi o elettrici.
L”Iea sottolinea che i tre quarti dei finanziamenti necessari a garantire lo scenario 450 ppm dovrebbero essere forniti dai Paesi industrializzati e che oltre il 40% andrà speso nei Paesi poveri, soprattutto in Cina, il più grande inquinatore mondiale, che nel 2020 dovrebbe raggiungere da sola un terzo delle emissioni planetarie di gas serra.
Tanaka ha sottolineato che «La sfida più grande sarà quello di garantire il finanziamento a sostegno di tale trasformazione dell”energia, con un importante sostegno per i Paesi in via di sviluppo. Nel 2020, il settore energetico nei paesi non Ocse avrebbero bisogno di fare 200 miliardi di dollari di investimenti supplementari in energia pulita, misure di efficienza energetica nel settore industriale e negli edifici e nella futura generazione di veicoli ibridi ed elettrici. Per questo, i Paesi in via di sviluppo avranno bisogno di un sostegno finanziario da parte di paesi Ocse.
Gli investimenti interni nell”Ocse dovranno aumentare di altri 215 miliardi di dollari entro il 2020. Ma i benefici in termini di risparmio energetico, riduzione delle importazioni di carburante e miglioramento della qualità dell”aria compenseranno in gran parte questo costo aggiuntivo, per non parlare del fatto che questo aiuterà ad evitare i cambiamenti climatici estremi. Lo scenario Aie 450 ppm è la via per la crescita dell”energia verde. Tuttavia abbiamo bisogno di agire con urgenza e ora. Ogni anno di ritardo aggiunge un extra di 500 miliardi di dollari per gli investimenti necessari tra il 2010 e il 2030 nel settore dell”energia».
La versione integrale del Weo 2009 sarà resa nota a Londra il 10 novembre e contiene un”analisi climatica molto più dettagliata di quella presentata a Bangkok, con un”analisi dell”impatto della crisi finanziaria sul settore energetico e dati completi, per settore e per regione, riguardo allo scenario 45ppm, con un”analisi dei flussi finanziari internazionali e dei meccanismi che potrebbero sostenere accordo per il post-Kyoto nel 2012.
Per scaricare l”estratto del Weo 2009 (in inglese):
http://www.worldenergyoutlook.org/docs/weo2009/climate_change_excerpt.pdf
Fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=1334.
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