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La crisi si risolve con la democrazia

'"Conosco l''élite che dirige il paese, interviene, pontifica, fa e disfa. Pur avendo dimostrato la propria inadeguatezza, non pensa affatto di avere delle responsabilità".'

La crisi si risolve con la democrazia
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18 Maggio 2013 - 19.17


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di PierGiorgio Gawronski.

Due anni fa di questi tempi pranzavo con un
alto dirigente pubblico, economista, di area Pd, già vicino a Veltroni.
Parlavamo di economia. Facevo presente come il rialzo dei tassi d’interesse,
in corso, reagiva a un rialzo transitorio dell’inflazione, e deprimeva
inutilmente l’economia europea. La Bce, ignorando la stabilità della
‘core inflation’, stava ripetendo lo stesso errore del luglio 2008,
rischiando di provocare una crisi finanziaria del debito sovrano. Facevo inoltre presente che l’austerità che investiva l’Europa era autolesionista: avremmo dovuto fare come Obama.

Il
mio commensale riteneva invece ‘naturale’ per una banca centrale
reagire all’inflazione. Quanto agli Usa, il loro deficit pubblico,
intorno al 12% del PIL, era ‘una follia’ irresponsabile, i cui risultati
catastrofici si sarebbero visti nel giro di due o tre anni. Questa
discussione è simile a molte altre avvenute fra economisti keynesiani e liberisti in questi anni. Ora abbiamo i dati. Vediamo com’è andata.

Metto a confronto tre paesi che all’inizio della crisi si trovavano in condizioni simili di finanza pubblica. Il primo, gli Usa, ha una sua moneta e una banca centrale non liberista che
ha attuato politiche monetarie espansive. Inoltre ha realizzato un
moderato stimolo di bilancio: quando il deficit è schizzato all’8% a
causa della crisi, invece di fare austerità ha aumentato la spesa pubblica e ridotto le tasse, portando il deficit oltre il 10%. Il secondo paese è il Regno Unito:
come gli Usa, ha una moneta e una banca centrale indipendente, non
troppo liberista. Ma nel 2010 il governo conservatore ha impresso al
bilancio una svolta di austerità: meno spesa pubblica. Il terzo paese, la Spagna,
non ha sovranità monetaria; la Bce ha una visione ‘liberista’ della
politica economica. E i Trattati Europei le hanno imposto fin
dall’inizio politiche di bilancio restrittive.

Risultati. Com’è noto, negli Usa la disoccupazione è al 7,5%, in Europa è al 12,1%, in Spagna al 28%:
moltissimi paesi Europei sono oggi in profonda sofferenza. Ma com’è
andato il risanamento fiscale? Vediamo. Intanto i tassi d’interesse Usa
sono sempre rimasti bassissimi, né c’è mai stata traccia del panico
finanziario che ha travolto l’Europa. Perciò non è vero che i mercati finanziari vogliono l’austerità.

La tabella qui sotto mostra i deficit pubblici.
La Spagna ha subito cercato di contenere i deficit, senza fare molto
meglio degli Usa. All’epoca, due punti di deficit in meno sembravano
importanti. Con il passare del tempo, tuttavia, la contrazione della
base imponibile ha impedito alla Spagna di rispettare i programmi di
rientro. Gli Usa viceversa sembra che non facciano nulla per correggere
il deficit: tuttavia nel 2012 c’è il sorpasso nei confronti della
Spagna. Il deficit spagnolo nel 2012 sarebbe anzi 10,4%, ma ho escluso
il costo del salvataggio delle banche.
Quanto
al Regno Unito, fino al 2010 evita le politiche di austerità e ritrova
la crescita, più o meno in linea con gli Usa. Ma nel 2010 Cameron impone l’austerità: il deficit 2011 scende al 7,9%. È una scelta lungimirante? Nonostante la svalutazione della sterlina e il quantitative easing
della Bank of England, l’economia va in stallo, le prospettive della
finanza pubblica precipitano: e nel 2012 anche l’Uk subisce il sorpasso
Usa.

Il grafico qui sotto mostra
l’andamento del debito pubblico nei tre paesi considerati. Debito
pubblico? Non proprio. È il rapporto fra Debito e Pil! I valori decisivi
sono due! Il grafico mostra come l’austerità spagnola riesca in un
primo tempo a contenere l’aumento del Debito/Pil più degli Usa, a prezzo
di grandi sacrifici. Ma nel lungo termine la ‘follia’ degli Usa paga,
grazie all’aumento del Pil. Il grafico riporta le previsioni ufficiali:
ma le stime Usa continuano ad essere riviste in meglio, le stime della
Spagna in peggio. Vedremo.
Conclusione: gli Usa hanno battuto la crisi fiscale con politiche monetarie e fiscali espansive. L’Uk ha limitato i danni dell’austerità grazie alle politiche monetarie espansive. La Spagna del rigore è andata peggio di tutti, anche per il rifiuto della Bce di fare il prestatore di ultima istanza.

Il
mio commensale fa parte di quell’élite che dirige il paese, interviene,
pontifica, fa e disfa. Pur avendo dimostrato la propria inadeguatezza
di fronte alla crisi, non pensa affatto di avere delle responsabilità.
Il nostro fallimento io lo riconduco alla mancanza di democrazia:
l’élite non si discute. Prendete Napolitano: ha sbagliato tutto, ma non
ne ha colpa. Nel 2011 ha sostituito un governo Berlusconi disastroso
con un governo di alto profilo, ma ha scelto per presiederlo
l’economista più noto, quello sbagliato. Il Presidente si consulta con
la Banca d’Italia, l’Istat, la Bce, cioè con i vertici istituzionali. Che lo han consigliato male!
Ora, Letta e le larghe intese sono il frutto dell’assenza di una
visione alternativa su come sia davvero possibile uscire dalla crisi
presto e bene. Ciò chiama in causa i media: Floris, Vespa, Santoro… che
invitano sempre quelli che hanno sbagliato tutto, senza un minimo di
controllo di qualità. E il Pd: ormai unico baluardo italiano a difesa
delle regole suicide dell’Eurozona. E il M5S: che non ha dato spazio
politico a questa visione alternativa. E la Bce, la peggiore banca
centrale del mondo.

In democrazia – non solo in
democrazia – un’élite che presenti risultati così devastanti sarebbe
derisa, dileggiata, e cacciata via su due piedi. Ma non per essere
sostituita dal primo che passa… Da noi invece l’élite non si critica, se
non con il dovuto garbo e una cortina fumogena davanti. Così essa può
continuare a celare la sua incompetenza. Nel film 11 Settembre 1683
un principe cristiano chiede al re di Polonia: “Ma perché insistete nel
volere il comando?” E il re risponde: “Perché io so come vincere questa
battaglia”. Questa è l’unica scusante, l’unica giustificazione morale
dei privilegi del potere. In caso contrario il potere è moralmente illegittimo.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/17/la-crisi-si-risolve-con-la-democrazia/597071/.

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