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Il primo 50% dei ministeri è “senza portafoglio”, così come il restante 50%. Il portafoglio ce l’ha solo chi comanda, ovvero Piercarlo “il dolore è efficace” Padoan.

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25 Febbraio 2014 - 11.19


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di Daniele Basciu.

Ora la lista la conosciamo si può fare qualche previsione. Il
primo 50% dei ministeri è “senza portafoglio”, così come il restante
50%. Il portafoglio ce l’ha solo chi comanda, ovvero Piercarlo “il dolore è efficace” Padoan, che non ha neanche giurato subito assieme agli altri ministri. Ãˆ rimasto in Australia,
dove stava lavorando al G20 per l’OCSE, caso mai qualcuno non avesse
chiaro quali siano le priorità. Giurerà più tardi con comodo, quando
deciderà lui. Comunque tutto questo Ã¨ coreografia, quello che conta è
che Padoan è lì per fare quello che lui sa che deve esser fatto, come dicono anche Rehn  e Visco (e Draghi).

Cosa accadrà ora?

La pressione fiscale probabilmente è arrivata al limite, non si può
spremere oltre. Certamente c’è da mettere in conto che preparino una
qualche forma di patrimoniale,
ma il bersaglio grosso ora dovrebbe essere la legislazione del lavoro.
Questo è un punto fondamentale, perchè disarticolare completamente i
brandelli di diritto del lavoro residui realizzerà uno scenario che
anche nel caso di evoluzioni future ora imprevedibili renderà
disponibili per molti anni grossi volumi di mano d’opera a buon mercato
utilizzabile quasi senza vincoli, con dei costi molto più convenienti anche rispetto alla schiavitù, come spiegava qui GZ qualche giorno fa.

C’è da aspettarsi qualcosa di simile a un blitz, un po’ come hanno
fatto per l’operazione BdI. Renzi non ha nemici interni e ha le spalle
coperte dalla cosca finanziaria internazionale e dai media (ogni giorno
intervistano Davide Serra su quotidiani o radio, stamattina su Radio1
alle 7.30, ad esempio). Non appena si è ripreso dal brutto quarto d’ora
che ha passato, lo stesso Bersani ha rilasciato un’intervista in cui
raccomanda a tutti di votare la fiducia al governo, per sgombrare il campo da equivoci. Sa che mettersi di traverso è pericoloso, vedendo come “loro” hanno condotto la “guerra dei sei giorni“:
hanno fatto a pezzi Letta e messo in un angolo Napolitano (che sembrava
un semidio fino a un mese fa) senza il minimo tentennamento. L’ “operazione Friedman” ha come obiettivo dichiarato quello di obbligare l’Italia a “fare le riforme“,
e in Italia si appoggia a grossi pezzi di Confindustria che lavorano
per l’export e hanno necessità di poter pagare salari da Cina in modo
finalmente legale qui in Italia. Questo distruggerà ancora di più il
mercato interno ma è un problema nostro, non loro.

Nel proteggere l’operazione hanno un ruolo chiave i militanti PD.
Quelli rimasti, ormai, sono dei fedelissimi che difendono il Verbo delle
riforme strutturali fino alla morte, e come Gondrano lavorano
sodo per difendere il progetto, contro ogni evidenza di devastazione in
corso in Europa e in Italia. Questo non è uno scherzo ma è un sistema
ottimamente organizzato che eredita il modello leninista, presidia il
territorio con centinaia di sedi in tutta Italia e si mobilita come un
piccolo esercito che si muove compatto ed efficace quando necessario.
Fingono malessere e scrupoli di coscienza, ogni tanto, ma poi rientrano nei ranghi, e silenzio. Qui è il grande succcesso del principio per cui “il partito epurandosi si rafforza“:
quanto minore è la partecipazione complessiva al voto, tanto più
aumenta il peso relativo e l’efficacia, sullo scenario, di questa
minoranza organizzata.

Per chi vuole contrastare il progetto totalitario dell’Eurozona c’è
molto da imparare di fronte alla disciplina marziale con cui si muovono i
pretoriani eurofili; il punto principale è che nel momento cruciale non
si scannano tra loro, ma si chiudono come una falange oplitica. Non è
politica nè economia: è strategia militare.

Fonte:   http://econommt.tk/2014/02/24/il-blitz/.

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