“Il lato oscuro del “rottamatoreâ€: Cassa Depositi e Prestiti in mano a Goldman Sachs. Con un atto d’imperio il premier ha imposto le dimissioni a Franco Bassanini,
Presidente di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), sostituendolo con
Claudio Costamagna. L’ex-rottamatore ha deciso di entrare nel valzer
delle nomine pubbliche minacciando di commissariare il Consiglio
d’Amministrazione di CDP e ottenendo, dopo lunghe trattative, la nomina
del suo candidato.
Claudio Costamagna ha un lungo passato in Goldman Sachs,
una delle banche d’investimento e di consulenza finanziaria più grandi
del mondo, che ha visto fra i suoi consulenti Mario Draghi, Romano Prodi
e Mario Monti. Si aggiunga che Costamagna siede tuttora in diversi
consigli di amministrazione di società quali Luxottica ed è Presidente
di Salini-Impregilo. Non manca un legame molto solido con l’UniversitÃ
Bocconi, che Costamagna ha il compito di “indirizzare verso l’internazionalizzazione†e dalla quale è stato eletto nel 2004 “Uomo bocconiano dell’annoâ€.
Perché nominare Presidente di una società a controllo pubblico un uomo
cresciuto negli ambienti della finanza e della grande industria privata?
La risposta può trovarsi nel curriculum di Costamagna, che nel giugno
1992 ha partecipato alle famose riunioni segrete sul panfilo Britannia
al largo di Civitavecchia, nelle quali banchieri anglo-americani e
uomini pubblici e privati italiani decisero la linea di privatizzazioni
delle aziende strategiche nazionali portata poi avanti col contributo
decisivo di Romano Prodi.
Claudio Costamagna
è l’ultimo cavallo di Troia dell’economia italiana. Il boccone
prelibato consiste nelle residue aziende strategiche a controllo
pubblico, come Eni e le sue controllate, Enel e Finmeccanica, per
ricordare solo le principali.
Al di là delle dichiarazioni di circostanza, a confessare i reali
propositi di questo commissariamento è lo stesso Presidente del
Consiglio, quando afferma che “l’Italia si trova oggi a un passaggio
decisivo per la ripresa. Le riforme strutturali, l’attrazione degli
investimenti, e una politica di bilancio basata sul taglio delle tasse
sul lavoro stanno riportando il Paese alla crescita. In questo contesto
il rafforzamento del ruolo di CDP risulta ancora più crucialeâ€.
È la solita retorica governativa: l’Italia non crescerà sostenendo i
redditi e creando lavoro, ma aprendosi allegramente agli investimenti
esteri che, tradotto, significa cedere le eccellenze italiane e i settori strategici al profitto estero. D’altra parte basta guardare la parabola discendente della stessa Cassa Depositi e Prestiti.
Nel 2003 è stata trasformata da Ente di diritto pubblico in Società per
Azioni, negli anni successivi il 18,4% delle sue azioni è passato nelle
mani di diverse fondazioni bancarie che già oggi ne condizionano la
politica, e negli ultimi anni, attraverso il Fondo Strategico Italiano
(FSI), ha stretto rapporti con fondi sovrani esteri che hanno cominciato
a scalare le nostre società controllate dallo Stato.
Al culmine della lunghissima crisi provocata dal casinò finanziario, il
nostro premier rincara la dose e affida 250 miliardi di risparmi postali
dei cittadini italiani all’ennesimo uomo del destino che svenderà i nostri gioielli nazionali per un piatto di lenticchie.
Ahi serva Italia, di traditori ostello…” M5S Parlamento
Fonte: http://www.beppegrillo.it/2015/06/cdp_in_mano_a_goldman_sachs.html.
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