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Einstein e Marx: dalle onde gravitazionali alla caduta tendenziale del saggio di profitto

'C''è un noto dogma che ormai infesta e divora come un tarlo l''antica pianta rinsecchita della teoria economica: è vero solo ciò che può essere osservato. [G. Masala]'

Einstein e Marx: dalle onde gravitazionali alla caduta tendenziale del saggio di profitto
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22 Gennaio 2017 - 21.35


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di Giuseppe Masala.


Einstein e Marx: dalle onde gravitazionali alla caduta tendenziale del saggio di profitto.

L”altro giorno leggevo un ragionamento sul noto dogma che ormai infesta e divora come un tarlo l”antica pianta rinsecchita della teoria economica: è vero solo ciò che può essere osservato.

Ecco, come dicevo questo dogma – questo pernicioso assunto – che ha ridotto l”economia ad essere quella scienza oscena e inutile che mette in correlazione la lunghezza media del pene dei maschi di una nazione con la crescita del Pil della stessa nazione è un falso, un enorme falso epistemologico. 

Per esempio, non mi risulta che in Fisica qualcuno abbia messo in dubbio l”esistenza delle onde gravitazionali di Einstein semplicemente perché per 100 anni nessuno le vedeva. Esistevano su una lavagna dove ci sono scritte equazioni (per me impossibili) ma nessuno empiricamente le vedeva. Nessun fisico ha mai messo in dubbio la correttezza del lavoro di Einstein e se non le si vedeva era perché semplicemente non si avevano strumenti abbastanza sofisticati per poterle osservare. Infatti a 100 anni esatti dalla scoperta di Einstein (1916) le onde gravitazionali sono state empiricamente osservate (2016). Medesimo discorso vale per il Bosone di Higgs: la scoperta teorica fu del 1964 ma l”osservazione empirica fu solo del 2012. Ben 48 anni dopo.

Ecco, quello che non si capisce (o meglio, non si vuole capire) avendola ridotta ad ancella di una disciplina come la statistica è che la caduta tendenziale del tasso di profitto – legge intuitiva a tal punto che ne parlavano Smith e Ricardo già nel ”700 – non esiste perché impossibile da osservare. Bene, bisognerebbe imparare dai fisici che non mettono in dubbio risultati teorici importanti semplicemente perché mettono in conto che ciò che ancora non si vede può essere figlio o di scarse conoscenze empiriche o di errori nell”osservazione. 

Per paradosso poi, vediamo che quei caproni degli speculatori di borsa utilizzano un rozzissimo marchingegno il “price/earning” che è la banalissima dimostrazione che intuitivamente capiscono l”esistenza della legge della caduta tendenziale del saggio di profitto (e peraltro basta farsi la domanda all”inverso: qualcuno può teorizzare profitti crescenti ad infinito in un mondo miserabilmente finito?), ovviamente non ne comprendono la portata della loro intuizione. Ma capiscono. Molti economisti – uomini di nessuna fede che senza saperlo contestano non solo Marx, Ricardo e Smith ma anche Aristotele e Cartesio – invece ancora ti dicono: dimostramelo empiricamente. Se si ragionasse così fino a quando uno campa potrebbe tranquillamente ipotizzare di essere immortale non essendo empiricamente morto.

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